Il giallo




della villa abbandonata


Recensione di Fiorella Carta


Autore: Riccardo Landini

Genere: Thriller

Editore: Newton Compton

Pagine: 288

Anno: 2020

Sinossi. Astore Rossi, un restauratore, è stato incaricato di fare una valutazione di alcuni mobili antichi nella vecchia villa fatiscente appartenuta a una nobildonna recentemente scomparsa. L’erede, Roberta Arditi, spera di ricavare più denaro possibile, ma Astore si rende conto che i mobili sono di scarsissimo valore e in pessime condizioni. L’unico oggetto che lo colpisce è un quadro, una crocifissione in cui Cristo è ritratto in una postura inconsueta, circondato da strane figure. Decide così di rivolgersi a un esperto, il professor Zeni, il quale è certo che si tratti di una delle pochissime opere di Joseph Balkan, artista tedesco dalla fama oscura, amico di Arnold Böcklin, al quale si attribuivano poteri negromantici tra cui quello di evocare i defunti. Zeni chiede e ottiene di poter portare nel proprio studio il quadro per esaminarlo con più calma. Due giorni dopo, mentre è intento a restaurare un tavolo, Astore riceve una visita inequivocabile… Dunque nasconde davvero un segreto, quel dipinto misterioso?

Recensione

Il motivo principale per cui ho deciso di leggere questo giallo è stato il fatto che il protagonista non è un investigatore tormentato e burbero o muscoloso e potente. Astore Rossi è un restauratore, la sua vita trascorre noiosa e volontariamente piatta fra laboratorio e appartamento. 

Frigo vuoto, vita vuota e lontana dal caos e dalla gente, fatto salvo per il suo aiutante. 

Scelta fatta in conseguenza di vicende passate che hanno minato la sua salute psicofisica e lo hanno coinvolto in rocambolesche situazioni. 

Ma la vita, si sa, è sarcasticamente pronta a  sconvolgere i piani e tirarti fuori dalla tua comfort zone che procede senza infamia e senza lode. 

Tutto parte da un quadro. Un’ereditiera alquanto sofferente e pretenziosa chiede ad Astore una valutazione dei mobili presenti nella villa abbandonata e lugubre che le è stata lasciata in eredità. Il restauratore controvoglia si reca alla villa, goticamente trascurata, dove però è presente un quadro che lui reputa potrebbe avere un qualche valore. Poco esperto, convoca così un suo cliente del campo che porta via con sé il dipinto per una valutazione più accurata. 

Fin qui sembra quasi un lavoro facile, anzi Astore se ne lava le mani volentieri lasciando a Zeni il compito di valutarlo. 

Ma è proprio da qui che tutto parte, perché in effetti il quadro non è una crosta da quattro soldi, ma per alcuni seguaci di culti esoterici, fanatici di cacce a tesori papali e affamati di denaro, risulta essere il Graal delle opere d’arte. 

Così la vita di Astore viene nuovamente stravolta. 

Fra fughe, spie, risvolti e doppiogiochisti, questo giallo davvero entusiasmante si sposta in varie città d’Italia, trascinando con sé vari dubbi sull’ onestà dei protagonisti. 

Un giallo divertente, avvincente e che vi consiglio di leggere dopo Il giallo di Via San Giorgio,  perché le vicende del protagonista seguono un fil rouge e visto che anche io ancora non ho letto il primo della serie e Astore mi ha estremamente incuriosita, andrò a colmare questa lacuna con molto, molto piacere. 

 

Riccardo Landini


Nato in Emilia ma d’origine romagnola, ha alle spalle studi classici e nel cuore una grande passione per Piero Chiara e il cinema italiano degli anni Settanta. Nel 2009 ha esordito nella narrativa con il romanzo E verrà la morte seconda, a cui è seguita la trilogia Il primo inganno, Non si ingannano i morti e Ingannando si impara. Nel 2013 ha vinto il premio Giallo Stresa. La Newton Compton ha già pubblicato Il giallo di via San Giorgio, dove per la prima volta è comparso il personaggio di Astore Rossi, e Il giallo della villa abbandonata.

 

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