Il gran mondo




 IL GRAN MONDO


Autore: Pierre Lemaitre 

Editore Mondadori

Traduzione: Elena Cappellini 

Genere: Narrativa

Pagine: 624

Anno di pubblicazione: 2022 

Sinossi. Beirut, 1948. Louis Pelletier e sua moglie Angèle sono emigrati da molti anni in Libano e hanno avuto quattro figli. Negli anni Venti Louis ha acquistato un modesto saponificio trasformandolo nel “fiore all’occhiello dell’industria libanese” e ne va enormemente fiero. Il figlio primogenito Jean, detto Bouboule, ventisette anni, è un uomo senza ambizioni, succube della terribile moglie Geneviève, con la quale si è trasferito a Parigi deludendo le aspettative del padre che l’avrebbe voluto alla direzione del suo impero. Il secondogenito, l’intraprendente François, sogna di fare il giornalista. Partito per Parigi, riesce a farsi assumere nella redazione di cronaca del giornale più popolare del momento. Nella capitale francese arriverà anche la figlia più giovane, Hélène, fragile e ribelle che entrerà in un giro di persone poco raccomandabili. Diversamente, il terzogenito Étienne, un sensibile “idealista senza ideali”, decide di seguire il suo amante, un militare in missione in Indocina, e si stabilisce a Saigon dove si scontrerà con una durissima realtà. Mentre i genitori rimangono soli e ignari a Beirut, in un’epoca in cui tutto sembra possibile e non lo è affatto, i figli devono fare i conti con amare delusioni e le conseguenze delle loro azioni, finché il passato irrompe nelle loro vite con il suo pesante bagaglio di inconfessati segreti. Drammatico e vitale, ironico e feroce, “Il gran mondo” è un’appassionante saga familiare e un romanzo d’avventura dal ritmo inarrestabile. L’autore mescola sapientemente storie d’amore, una serie di omicidi, il profumo dell’esotismo, scandali politici e finanziari, malefatte dell’impero coloniale con colpi di scena fino all’ultima pagina. Con “Il gran mondo” Pierre Lemaitre prosegue la sua opera letteraria dedicata al Ventesimo secolo, inaugurando una nuova trilogia dedicata agli “anni gloriosi” del secondo dopoguerra.

 Recensione di Salvatore Argiolas


I Buddenbrook” opera prima di Thomas Mann, scritta quando l’autore aveva ventisei anni, narra la storia di un’azienda commerciale che, nell’evoluzione delle vite dei componenti, disegna un ritratto realistico e coinvolgente dei tempi e delle atmosfere sociali e culturali che li pervadono.

Come il capolavoro tedesco, che ha il significativo sottotitolo di “Decadenza di una famiglia”, “Il gran mondo” di Pierre Lemaitre vuole partire dalle sorti di una fabbrica di saponi sita a Beirut, in

Libano, per creare un territorio narrativo ambizioso ma riuscitissimo, che racconti la storia, o almeno una sua parte significativa, della Francia del Novecento.

Concepito come primo tassello di una trilogia chiamata “Gli anni gloriosi”, destinata a diventare una vera e propria opera-mondo, “Il gran mondo” segue i componenti della famiglia francese Pelletier, benestanti fabbricanti di saponi, dal marzo 1948 in una diaspora che li porta dal Libano, al Vietnam per approdare finalmente a Parigi dove tanti segreti e misteri troveranno un senso e una spiegazione.

Ambientando il romanzo nel 1948 Lemaitre ha potuto ampliare la sua narrazione indietro sino alla fine della Prima Guerra Mondiale, dove tutto ebbe inizio, per tessere una trama dilatata e profonda che ingloba grande Storia, storie personali, intrighi, truffe legalizzate e interessi politici inconfessabili.

Come nel romanzo di Thomas Mann, a intraprendenti fondatori di floride aziende succedono discendenti incapaci e ricchi solo di pretese e poveri di iniziative e di carattere, destinati a farsi trascinare dalla corrente tumultuosa della vita.

Il polifonico romanzo ci fa seguire le vicende di Jean, il primogenito, destinato a guidare la ditta ma decisamente inadatto al ruolo, di François, studente universitario fallito che cerca di farsi largo nel giornalismo, Hélène, ragazza difficile, viziata e indomabile e di Etienne, sensibile e innamorato del soldato Raymond, disperso in una missione contro i guerriglieri vietnamiti.

Tutti i figli di monsieur Pelletier credono di decidere il loro destino e col tempo scopriranno la crudele realtà che tutti i loro passi sono stati programmati, accompagnati e favoriti dalla parola autorevole di un angelo custode nascosto e lontano.

Da buon scrittore di ottimi noir Lemaitre inserisce anche una sottotrama basata su una catena di omicidi, raccontati come componente secondaria del carattere borderline di un personaggio tanto debole quanto credibile e verosimile.

In questo romanzo che racconta un pezzo di storia francese del secolo scorso, senza nascondere fatti incresciosi e vergognosi, nessun personaggio risulta simpatico o capace di far immedesimare il lettore, in quanto sono tutti “senza qualità”, rinchiusi nella loro “bolla” egoista ma questa caratterizzazione negativa o impostata sulla “aurea mediocritas” fa risaltare proprio la qualità narrativa di Pierre Lemaitre che vuole, come i grandi scrittori francesi dell’Ottocento, abbandonarsi al piacere di raccontare una storia, solida, efficace e ricca di fascino.

Destinato a diventare un grande classicoIl gran mondo” consente, come un labirinto aperto, di seguire le tracce di un protagonista definendo un percorso di vita che si interseca e modifica la traiettoria esistenziale di altri personaggi, tutti destinati alla sconfitta, come il titolo, ironico, a posteriori consente di capire.

Uomo dal multiforme ingegno Pierre Lemaitre riesce a far scorrere le 624 pagine del suo libro in un tempo molto breve ma che si vorrebbe infinito per perdersi nelle vicende raccontate in modo impeccabile, come nel resto succede negli altri suoi romanzi che ho letto come, in particolare, “Ci rivedremo lassù”.

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Pierre Lemaitre


ha insegnato per molti anni letteratura, ed è approdato tardi alla carriera di scrittore e sceneggiatore. Nel suo primo romanzo, Travail soigné, Lemaitre ha reso omaggio ai suoi maestri (Ellroy, McIvanney, Easton Ellis, Gaboriau). Il libro è stato insignito del Prix du premier roman al Festival di Cognac nel 2006. Il Dizionario delle letterature poliziesche, a proposito del libro, ha sottolineato come il “romanzo si faccia ricordare per alcune scene di estrema violenza”. A questo proposito, l’autore ha avuto occasione di chiedersi “Nei fatti di assassinio, come si definisce un limite ‘ragionevole’?”Il suo secondo romanzo, Robe de marié, è un thriller puro. L’autore spiega di essersi ispirato nella stesura di questo romanzo al titolo di un saggio scritto da Harold Searles, Lo sforzo per far impazzire gli altri e di aver voluto scrivere un libro dal quale Hitchcock avrebbe voluto trarre un film. Cadres noirs (2010) mostra un ulteriore cambio di direzione. Thriller sociale, è una denuncia vibrante contro la finanza e il management, che l’autore sostiene essere “una delle grandi rapine del secolo”. La sua opera Alex, prima ad esser tradotta in italiano, riprende il protagonista del primo romanzo, il comandante di Polizia Camille Verhoeven, coniugando la vicenda narrata con lo stile adottato in Robe de marié. I romanzi di Lemaitre sono tradotti in diverse lingue. In Italia le opere di Pierre Lemaitre sono state pubblicate da Fazi e Mondadori. Con quest’ultimo ha pubblicato inoltre Ci rivediamo lassù (2014), vincitore del Premio Goncourt, Tre giorni e una vita (2016) e I colori dell’incendio (2018).