Il grande sogno




 IL GRANDE SOGNO

di Almudena Grandes

Guanda 2023

Roberta Bovaia (traduttore)
narrativa distopica, pag.515

Sinossi. In un futuro prossimo, una nuova forza politica dal nome eloquente di Movimento Civico Soluzioni Subito ha stravinto le elezioni in Spagna. A guidarlo c’è un imprenditore che si fa chiamare il Grande Capitano. Il suo progetto è quello di rifondare la società sfibrata dalla pandemia e dall’inconsistenza della politica tradizionale e lo fa con una serie di mosse rapide e vincenti. In seguito a un blackout generale limita l’accesso a internet e ai mezzi di comunicazione; dopo l’allarme creato ad arte per un’ondata di atti vandalici istituisce un nuovo corpo di vigilanti con il compito di ristabilire l’ordine; infine, alimenta un desiderio sfrenato di acquisto e di consumo. Il governo prende misure straordinarie perché deve gestire una situazione straordinaria, pensano in tanti. Ma altri sentono puzza di imbroglio e vedono il pericolo di una limitazione della libertà… In un romanzo corale di estrema attualità, carico di tensione, Almudena Grandes racconta la grande Storia attraverso i singoli destini di un’umanità che cerca una via di fuga dallo smarrimento e dalla paura. Il lascito di una narratrice indimenticabile che riesce ancora una volta a emozionare e a scuotere le coscienze.

 Recensione di Agnese Manzo

Se è così facile rinunciare alla libertà

che speranze ci sono per la democrazia?

Almudena Grandes, autrice di questo romanzo, ci ha lasciato poco meno di due anni fa. 

Quindi nessuno, ormai, potrà chiederle se nello scrivere questa distopia si sia fatta ispirare dalle parole pronunciate dal personaggio immaginario Padmè Amidala in uno degli episodi cruciali di Guerre Stellari: “È così che muore la libertà: sotto scroscianti applausi”.

Piace tuttavia immaginare che gli applausi provenienti dai balconi durante il primo lockdown, abbiano ricordato alla scrittrice le parole di Padmè, creando nella sua immaginazione una specie di corto circuito che ha dato luogo a questo romanzo, una distopia cupa e claustrofobica ma abitata da personaggi indimenticabili, nel bene e nel male.

Occorre precisare che questo romanzo non vuole essere né negazionista, né complottista, in merito all’epidemia mondiale di Covid 19 che ha afflitto l’umanità negli ultimi anni, ma si limita, con semplicità, a trarne spunto. 

Ne “Il grande sogno” Almudena immagina che l’epidemia diventi un pretesto, un Cavallo di Troia, il grimaldello che permette di scassinare in fretta e in modo pulito le coscienze per indurre ciascuno a rinunciare a tutte le libertà, anche a quella di voler stare da solo.

Almudena è molto brava a mostrarci come l’incedere inarrestabile della macchina di una tirannia dal volto in apparenza gentile sia accompagnato dai dubbi degli stessi tiranni: in fondo, qual è lo scopo ultimo di tutto questo?

La gente ha accettato la rinuncia alla libertà personale di buon grado, barattandola con una gran disponibilità di beni materiali e la cancellazione dei problemi pratici: niente disoccupazione, nessun imprevisto, niente brutte sorprese. E, in pratica, niente vita: tutto è governato dall’alto.

Come nel Paese dei Balocchi, il partito che ha conquistato il potere, Movimento Civico Soluzioni Subito, mantiene tutte le sue promesse, ma a che prezzo? 
Qualcuno, in allerta sin dal primo momento, è ben consapevole che si tratta di un prezzo troppo alto. Questo sistema, che appareconciliante e paternalistico, è in realtà una macchina crudele che stritola chiunque provi a manifestare incertezze. Ma davvero è così facile convincere le persone che non c’è altra soluzione ai problemi dell’esistenza che non sia quella di consegnarsi a un’entità superiore che decida tutto al nostro posto?

L’autrice non esclude che sia proprio così, e che in fondo il problema sia dentro di noi. L’ultima opera della Grandes è un testo interessantissimo che ci invita a una riflessione sul valore che ciascun uomo dà alla propria dignità e, in definitiva, alla propria vita.

La conclusione, geniale, lascia aperti molti interrogativi.

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Almudena Grandes


Almudena Grandes è stata una scrittrice spagnola. Laureatasi in Storia e Geografia all’Università Complutense di Madrid, nel 1989 ha pubblicato il suo primo romanzo Le età di Lulù, tradotto in 19 lingue, che le è valso il Premio La sonrisa vertical. Da questo suo primo romanzo è stato tratto l’omonimo film diretto da Bigas Luna. Nel 1991 pubblica Ti chiamerò Venerdì, che però non ebbe grande successo. Riscontro di critica ebbe nel 1995 Malena un nome da Tango, portato al cinema da Gerardo Herrero. Un altro film a opera di Juan Vicente Córdoba viene tratto dalla raccolta di racconti Modelli di donna del 1997, anno in cui riceve in Italia il Premio Rossone d’oro. Nel 1998 ha pubblicato il romanzo Atlante di Geografia Umana, tradotto in Italia nel 2001. Escono in seguito Gli anni difficili (2003) e Troppo amore (2004) tradotti e pubblicati per la casa editrice Guanda. Sempre per questa casa editrice escono Cuore di ghiaccio (2008), Inés e l’allegria (2011) e La figlia ideale (2020). Nella sua opera letteraria troviamo la città di Madrid e la vita famigliare della borghesia, ma Almudena Grandes evita discorsi morali, preferendo l’analisi interiore dei personaggi. “Perdiamo una delle scrittrici di riferimento del nostro tempo“, ha scritto su Twitter il premier spagnolo Pedro Sanchez alla notizia della scomparsa.