Il labirinto delle nebbie 




 Il labirinto delle nebbie 


Autore: Matteo Cavezzali

Editore: Mondadori

Genere: Thriller storico

Pagine: 180

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Bruno Fosco è tornato vivo dal fronte della Grande Guerra, ma non è più l’uomo di quando è partito. Forse è anche per questo che accetta il ruolo di ispettore ai confini del mondo, ovvero nella stazione di polizia di Afunde, un villaggio nella palude del delta del Po in cui vivono solo donne, perché nessun uomo è sopravvissuto al fronte. Insidie, nebbia e cupe storie circondano il villaggio, mentre i suoi edifici sprofondano ogni giorno di più nel terreno fangoso. Quando viene trovata morta Angelina, con un misterioso simbolo sul collo, comincia una vera e propria battuta di caccia al suo assassino dentro i labirintici percorsi della palude. La bellissima e sfuggente Ardea sembra sapere molto di più di quello che si riesce a “leggere” dentro la realtà ingannevole e ancestrale dalla quale il forestiero è stato inghiottito assieme al suo sottoposto Della Santa e al vecchio e burbero anarchico Primo. Su Fosco e Ardea, e su tutto il paese, incombe l’eredità di violenza che la guerra, come tutte le guerre, ha lasciato dietro di sé. Matteo Cavezzali prende le mosse, come è sua consuetudine, dalla realtà storica per toccare la pelle viscida di un luogo mitico e infernale dove la ricerca del mostro si trasforma in un intricato racconto di fantasmi attraversato da una sinistra ansia di giustizia.

 Recensione di Cinzia Passaro

Un romanzo avvincente, letto durante un pomeriggio di pioggia, come capita ultimamente in questi ultimi giorni di agosto, tanto da sentire il clima stesso in cui si aggirano i personaggi.

Un romanzo che ricorda le atmosfere di Lansdale di “In fondo alla palude” dove non solo la palude è protagonista, sia pure in un’altra latitudine, in un periodo storico simile e tematiche diverse, ma anche la commistura di sacro e profano senza alcuna linea di demarcazione tra l’uno e l’altro. 

Altra similitudine credo di averla vista in un film del 2006, Il Prescelto, con Nicolas Cage, che narra di una piccola società matriarcale dove le donne possono arrivare a fare tutto.

Le vicende del romanzo, intriso di realismo magico, si svolgono in un villaggio immaginario, dispiace che non esista, in Romagna nel delta del Po, Afunde che sprofonda nella palude, destinato a diventare parte di essa, nel periodo dopo la prima guerra mondiale in uno scenario di morte e povertà assoluta. 

Un villaggio abitato da pochi uomini e da tante vedove e orfane che hanno imparato a sostituirsi ai loro mariti, in un momento storico difficile dove tutte vivono secondo i ritmi dettati dalla natura,con una tale rassegnazione tipica di chi ha perso tutto.

La grande guerra ha restituito pochi uomini vivi ma morti dentro a causa delle brutture sopportate durante il primo conflitto mondiale. Uno di essi è Bruno Fosco, un ispettore che accetta di recarsi ad Afunde, quasi a voler espiare le sue colpe e per indagare  sul brutale omicidio di Angelinaritrovata nella palude e, durante la sua permanenza, di Giovanna, le cui ferite, che martoriano i corpi, fanno pensare a un rituale o a un serial killer.

Entrambe hanno inciso sul corpo una scritta EVANESCENT IN AURA e l’uroboro, un serpente che inghiotte la propria coda, un simbolo dal doppio significato: morte e rinascita.

Anche la morte di Tancredi e la scomparsa del suo corpo creano un mistero nel mistero.

Fosco insieme al suo sottoposto Della Santa cercano di far luce su tutta la storia, e nel farlo incontrano i vari protagonisti: l’oste Mariola che serve a tutti il canena e l’albana, il rosso e il bianco; l’avvenente Ardea, ambigua e impenetrabile, che risveglia nell’ispettore desideri sopiti; i padroni, come li chiamavano tutti, Egisto e il suo viscido figlio Tancredi Galanti; don Tallarini e il sindaco Grassi, lo Scampaforche, Sabuten la guaritrice e alchimista, Eva la sajana, e le tante donne del villaggio che cantano strane litanie nelle notti di luna crescente al limitare della laguna, e infine Primo, un anarchico tornato vivo dalla guerra, anche lui con infinite ferite nell’animo.

Tutto quanto l’autore lo descrive con grande maestria, realismo e una sorta di suggestione che trascina il lettore negli abissi della palude, dove lo strano quartetto composto da Fosco, Ardea, Della Santa e Primo si addentra alla ricerca di una bambina scomparsa. Ne scopriranno di cose e anche il lettore che sarà letteralmente conquistato dal colpo di scena finale.

Un gran bel romanzo che ha il solo difetto di essere troppo breve, avrei gradito leggere di più, per il resto consiglio vivamente la lettura.

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Matteo Cavezzali


nato a Ravenna, ha pubblicato il suo primo romanzo con minimum fax, col titolo Icarus. Ascesa e caduta di Raul Gardini nel 2018, grazie al quale ha vinto il Premio Volponi Opera Prima/Premio Stefano Tassinari 2019. Ha scritto testi per il teatro e collabora con diversi giornali e riviste. Ha fondato e dirige il festival letterario Scrittura che si svolge a Ravenna. Nel 2019 Mondadori pubblica il suo Nero d’inferno