Il libro delle cose nascoste




Recensione di Roberto Forconi


Autore: Francesco Dimitri

Editore: Longanesi

Genere: Thriller

Pagine: 348

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Una storia di amicizia e formazione sullo sfondo di un Salento pieno di ombre e mistero I ricordi di gioventù, le radici, la terra. È questo, o forse molto di più, a spingere quattro amici di vecchia data, oggi quasi quarantenni, a rispettare un patto: ritrovarsi lo stesso giorno ogni anno a Casalfranco, il loro piccolo paese d’origine nel cuore di una Puglia meravigliosa e arsa dal sole. Arturo, il leader carismatico del gruppo chiamato da tutti Art, è sempre stato il più attento a rispettarlo ed è il solo a essersi ristabilito nel paese dopo che come gli altri lo aveva lasciato per cercare un futuro più ricco di promesse e possibilità. Ma quest’anno Art non si presenta all’appuntamento: le ore passano e gli amici, Mauro, Fabio e Tony, lo aspettano con crescente apprensione, finché decidono di andare a cercarlo. Ciò che scoprono quando riescono a entrare in casa sua è preoccupante: Art coltiva marijuana, un’attività molto pericolosa in un posto dove aleggia la minaccia della criminalità organizzata. Chiedendo ai conoscenti, Mauro, Fabio e Tony scoprono che in paese girano voci inquietanti sul conto di Art, e frugando nel caos della sua abitazione trovano un diario, “Il Libro delle Cose Nascoste”. Cosa sono le Cose Nascoste? In che razza di guai si è infilato Art, e quali segreti ha tenuto nascosti per tanti anni? Questi sono gli interrogativi che ai tre amici stanno a cuore. Ma ogni cuore ha il suo lato oscuro. Doveva essere un ritrovo all’insegna della spensieratezza. Diventerà un viaggio nell’abisso di ciascuno di loro.

 

Recensione

Sono gli anni che passano e creano legami che a volte sembrano del tutto scomparsi per poi riapparire all’improvviso come un mare in burrasca pronto ad inghiottire ogni cosa. E negli anni si tessono ragnatele delicate dove scorrono le vite di coloro che hanno amato, odiato e fatto esperienze che mai dimenticheranno.

Erano gli anni 80 del secolo scorso, gli anni del Calippo e delle cabine a gettoni, ma anche di quei bar in cui la vita scorreva lenta, tra 100 lire di caramelle e ritrovi alle 2 di pomeriggio sotto quel sole desertico di mezza estate. L’ambientazione spezza ogni passaggio moderno cercando di concepire il passato al giorno d’oggi e come sia cambiato riguardo ai giovani di allora che sono diventati grandi; e ci catapulta direttamente al giorno d’oggi, con tutti i suoi sbagli e tutte le sue tradizioni.

Certo, perché di tradizioni il paesaggio salentino ne ha moltissime e creano sulla pelle una salsedine di emozioni dissocianti. Il Salento sulla faccia e sul cuore di un gruppo di amici che hanno fatto un patto e che non vogliono dimenticare. Un po’ come la canzone di Adriano Celentano “Il ragazzo della via Gluck”, in cui da giovani si fanno delle scelte e si ritorna da grandi sui luoghi di gioventù e restano solo sbiadite cartoline dei paesaggi di allora e delle avventure vissute.

Per Art era fondamentale restare così com’erano, tant’è che giurano di ritrovarsi ogni anno al bar per raccontare le loro vite, per essere ancora quegli amici che neanche il sangue avrebbe diviso.

Un romanzo pieno, strutturato, denso di toccanti emozioni sulla voglia di andarsene e di tornare, sul crescere cercando di riscoprire il fanciullo di una volta. Ma non c’è lieto fine nella vita, se non quello di avanzare proposte che poi non vengono mai rispettate. I quattro amici sono diventati così lontani tra loro che una volta che si rivedono sembra non esser passato un giorno. E schiocca la scintilla!

Un racconto di formazione che spiazza il lettore con una prosa veloce, incisiva, che va dritta al cuore e che spazia dal thriller all’avventura, mantenendo per tutto il filo del racconto quel velo sovrannaturale fatto della stessa sostanza di cui sono fatte le storie tramandate per voce dei borghi del Sud Italia.

Ci sono i fantasmi di un tempo e quelli “mai creduti”, sullo sfondo di una Sacra Corona Unita che permea l’ambiente di un’omertà territoriale e ferrea. Ci sono “danze con le lame” e sparizioni misteriose, ma anche una curiosità – da parte del lettore –  di girare pagina velocemente per scoprire cosa si nasconde dietro il mistero de Il Libro delle Cose Nascoste.

Francesco Dimitri scrive il suo libro migliore… in Inglese! Per poi tradurlo pochi anni dopo in Italiano dandoci sulle mani quello che è un bellissimo affresco per giovani e adulti, senza peli sulla lingua e senza sconti di violenza. L’abile scrittura si denota sull’identificazione dei personaggi, perfettamente caratterizzati sulle ombre e sulle luci di ognuno di noi.

Un po’ Stand By Me e un po’ It, ma con quella carica tutta italiana di chi come me ha vissuto quegli anni e chiudendo gli occhi gli sembra di correre ancora tra le vie strette del paese in sella a una fiammante bmx.

Ma questo è solo un preambolo a ciò che leggerete; avvincente e magnetico, sarete trascinati alla ricerca di Art senza che ve ne renderete conto.

 

 

Francesco Dimitri


Francesco Dimitri è nato in Italia nel 1981 e vive a Londra. Scrive, collabora con riviste, agenzie di comunicazione e blog, gioca di ruolo e va in giro per i boschi. Il suo romanzo Pan, è stato un caso letterario. Ha pubblicato anche Alice nel paese della vaporità. Alan D. Altieri lo ha definito “una tra le voci più significative dell’ultima generazione della saggistica e del fantastico”.

 

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