Il macellaio di Cleveland




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: D. M. Pulley

Traduzione: Roberta Marasco

Editore: Amazon Crossing

Genere: Thriller

Pagine: 470 p., R

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Cleveland, 1932: nel pieno della Grande Depressione, un serial killer conosciuto come il Macellaio terrorizza i bassifondi della città. Ethel Harding, una prostituta dal passato buio che cerca soltanto di sopravvivere, trova rifugio in una missione… ma la facciata religiosa nasconde oscuri segreti, ed Ethel potrebbe non uscirne viva. Sessant’anni dopo, i resti del corpo martoriato di Alfred Wiley vengono rinvenuti nei boschi. Kris, la figlia, non può accettare la dura verità che la polizia continua a sbatterle in faccia. Finché innominabili segreti cominciano a svelarsi: un detective sulle tracce del padre, un sito web dedicato agli omicidi di un serial killer degli anni Trenta, archivi scomparsi, libri rubati, una missione abbandonata… Separate da decenni di distanza, Ethel e Kris si trovano entrambe sulle tracce del più noto serial killer di Cleveland. E per scoprire la verità entrambe mettono in gioco la vita.

Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro.

E se tu scruterai a lungo in un abisso anche l’abisso scruterà dentro di te.”

(Friedrich Nietzche Al di là del bene e del male, 1886)

Recensione

Sarà stata colpa del mal di schiena feroce che mi ha bloccata sul divano, oppure questo è stato solo la concausa associata ad una lettura che è diventata sempre più irrinunciabile mano a mano che gli eventi e le scoperte emergevano fra una parola e l’altra, finendo per delineare un quadro quanto mai incredibile e terribilmente crudo e privo di pietà ma, ho letto il libro ad una velocità malata.

Me ne sono resa conto da sola in più momenti, me lo sono detta, l’ho ammesso fra me e me.

Ho provato uno stato di tensione tale di fronte a questa scrittura cupa e terribilmente claustrofobica, da accorgermi di essere insofferente e stanca, tanto da farmi percepire la sensazione di scappare, come davanti a qualcosa di spiacevole, di fuggire dal libro per cercare uno spiraglio, un po’ di ossigeno e invece NO.

Non ci sono riuscita, sono rimasta invischiata in questa storia, ho provato le sensazioni sgradevoli che hanno vissuto i protagonisti ma lì ero e li sono rimasta.

Intrappolata in un labirinto di morte che si fonde fra un passato reale e un presente ricco di domande e angosce, dubbi, supposizioni.

Ti stanno osservando.”

Il vortice in cui Kritter o per meglio dire Kris, come la chiamano gli amici ed Ethel, che da un passato lontano farà sentire la sua voce e accorrerà in soccorso, per riempire i buchi di ciò che si credeva dimenticato nei meandri del male, nascosto nel letto del fiume e coperto da chi non vuole ricordare, si trasformerà in una corsa angosciante verso una meta incerta, nel dubbio che sia tutto vero, o che nulla, invece, sia ciò che sembra.

Non sta succedendo davvero.”

E invece accade, succede proprio adesso, il male si è messo in moto, forse in realtà non si è mai fermato, la certezza però è una sola, che NON c’è più via di scampo, NON c’è tempo per i ripensamenti e, NON ci si può fidare di NESSUNO.

La sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato le risaliva lenta lungo la spina dorsale. Le mancava un pezzo.”

La sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato travolgerà anche voi lettori, mentre starete leggendo ma, quando questa percezione si infonderà in voi e si abbatterà prepotentemente nella vostra mente, forse, potrebbe essere già troppo tardi e anche voi ormai, sarete già caduti, vittime di questo thriller travolgente.

Non conoscevo quest’autrice, ma quando ho letto la sinossi non ho potuto resistere alla tentazione di compiere il passo successivo e affrontare il libro.

Una storia vera, quella de Il Macellaio pazzo di Kingsbury Run” o anche chiamato Killer del Torso, che è veramente esistito e che fra il 1934 e il 1938 avrebbe mietuto 13 vittime in modo brutale.

Tutto il resto, come dice l’autrice, è solo una sua personale interpretazione sulla base di articoli del passato e sulle ipotesi formulate durante le indagini ma che non hanno poi avuto un seguito.

Riconosco a Pulley l’abilità di aver costruito, attorno ad una delle tante, purtroppo, storie nere che hanno colpito l’America, un thriller mozzafiato che ti costringe a riflettere sulle paure più grandi che vi possano essere anche ai giorni nostri.

Una storia ipnotica, terrificante e ingannevole, che ti prende in giro in modo malvagio e ti tiene incatenata nonostante il fastidio che si prova, che ti fa arrabbiare, ti lascia sgomenta e non chiede mai scusa, perché nel mondo reale l’essere umano è sempre, potenzialmente, un assassino e quasi mai riesce ad essere completamente sincero.

Pulley ti trascina dentro il suo libro, ti racconta bugie, come lo faranno i suoi personaggi, e ti costringe a metterti in gioco nel pericoloso quanto mai insano tentativo di aiutare le protagoniste a portare in luce una verità, che forse esiste, forse no, o forse potrebbe essere peggio del non conoscere.

Perché ricordatevi, che la verità può fare molto male.

Buona lettura!

 

 

D. M. Pulley


vive nei dintorni di Cleveland, Ohio, con il marito, due figli e due cani. Lavora come consulente esterna e ingegnere consulente giuridico. Dal sopralluogo di un edificio abbandonato a Cleveland è nato il suo romanzo d’esordio, La chiave del mistero.

 

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