Il manoscritto




Recensione di Francesca Avelluto


Autore: Franck Thilliez

Traduzione: Federica Angelini

Editore: Fazi Editore

Genere: thriller psicologico

Pagine: 480

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.

Recensione

Franck Thilliez è sempre stato uno di quegli autori che guardi un po’ con sospetto e anche con un po’ di timore. I suoi romanzi hanno tutti trame accattivanti, forse un po’ sui generis, ma sicuramente particolari e certamente di impatto, tanto che, inevitabilmente, ci si chiede se poi l’autore sarà in grado di mantenere le promesse e soddisfare le aspettative durante la stesura dello scritto. Ebbene, posso dire senza ombra di dubbio che nel caso di Thilliez quello che promette è veramente mantenuto.

“Il manoscritto” è tutto un programma, già dall’inizio lo si intuisce. Un libro, un manoscritto appunto, lasciato incompiuto da un famoso scrittore – Caleb Traskman – è solo il prologo di quello che attende il lettore. Come in una casa degli specchi questo concetto è ripreso ancora e ancora: uno dei protagonisti -Leane – è infatti a sua volta una famosa scrittrice di thriller e uno dei suoi personaggi – Arpagheon – è a sua volta uno scrittore oltre che un serial killer [non è spoiler n.d.a]. Insomma come prologo niente male, ma anche il resto non è da meno.

Con una prosa scorrevole e veramente unica, Thilliez addentra il lettore all’interno di una storia cupa e nera, dove esseri umani senza scrupoli compiono azioni abominevoli e atroci.

Al lettore non è risparmiato nulla – dalle scene più splatter a quelle più sofferenti – e i punti di vista alternati gli permettono visioni complementari della stessa storia, almeno fino a quando i due tronconi della vicenda non convergono inevitabilmente verso l’epilogo. I personaggi che l’autore mette in scena sono tutti battuti dalla vita e dalle esperienze passate; un campionario umano schiacciato dal peso della realtà e della quotidianità che, nonostante tutto il male, continua a scorrere nella sua indifferente banalità. Anche in questo caso al lettore nulla viene risparmiato, ed egli si troverà faccia a faccia con le più terribili e temute paure di ognuno di noi: la perdita di un figlio, la fine di un matrimonio, il passato che nonostante tutto non passa mai.

“Il manoscritto” è un thriller costruito abilmente: un castello di eventi non facile da scalare, tanto è solida la sua impalcatura. Thilliez è ai limiti del maniacale nel richiamare e intrecciare anche i più piccoli dettagli, cosi che anche il più scrupoloso dei lettori troverà pane per i propri denti.

L’intreccio resta dunque impenetrabile e imperscrutabile quasi fino al grande finale, e i numerosissimi colpi di scena e twist narrativi che, quasi a chiosa, incorniciano ogni fine capitolo, rendono davvero arduo il compito anche al più esperto dei lettori. In ultima analisi, non si può fare a meno di lasciarsi trasportare – come la marea che sale – dall’autore capitolo dopo capitolo.

E anche il finale non è da meno rispetto al resto del testo: un pugno nello stomaco, uno schiaffo in faccia, un’onda gelida che travolge. Tutto da scoprire, tutto da interpretare.

Assolutamente consigliato: un thriller da brividi perfetto per la fine dell’estate.!


 

Tappa Thrillernord

Le ambientazioni

Il romanzo del francese Franck Thilliez – il manoscritto – edito per Fazi Editore si ambienta in uno scenario particolarissimo e molto caratterizzante: il nord della Francia. Un territorio battuto dal vento e dalla pioggia, piegato da un tempo atmosferico inclemente e imprevedibile; una terra di confine, l’ultimo baluardo dell’Europa che attraverso la Manica guarda L’Inghilterra.

Lunghe spiagge sabbiose, casa di colonie di foche, si alternano a pittoreschi villaggi di pescatori rimasti prigionieri del tempo. Le maree spadroneggiano: il loro ciclo è un dogma per gli abitanti della zona, una sentenza di morte se non viene rispettato.

E’ in questo scenario, durante un gelido Natale, che prende il via il racconto de Il Manoscritto, un resoconto di misfatti atroci e perpetrati a lungo da esseri senza scrupoli e ai quali la polizia non sa trovare un senso logico né una spiegazione.

Uno dei luoghi simbolo di questa storia è sicuramente la casa della protagonista Leane – ribattezzata dalla proprietaria stessa l’Ispiratrice. Adagiata sulla spiaggia di Berck, un paesino noto ai più per l’annuale manifestazione degli aquiloni che dal 1987 si tiene sulle sue spiagge, tra le sue mura Leane scrive i suoi romanzi thriller e ha dato vita al suo personaggio Arpagheon. Ed è proprio tra le sue mura che Leane spera invano di trovare conforto dopo il rapimento della figlia, allo stesso modo in cui suo marito invece ne fa teatro e santuario della ricerca ossessiva di indizi e prove.

Questa enorme e malinconica villa che guarda l’oceano da un lato e Berck dall’altro è insieme punto di inizio e di fine della vicenda che Thilliez regala ai suoi lettori, ma ovviamente non è tutto. In realtà tutta la Costa d’Opale e la Costa d’Alabastro sono in di volta in volta protagoniste della vicenda.

Questo tratto di costa della Francia settentrionale, dominato da scogliere a picco sul mare alternate a dune di sabbia dai riflessi opalini, è quanto di più aderente alla vicenda l’autore ha potuto scegliere per le sue ambientazioni. Proprio come la sua storia infatti è un paesaggio frastagliato, governato dagli agenti atmosferici e che non si lascia conquistare né subito né docilmente e forse, proprio per questo, come la malvagità delle azioni che abitano le pagine del romanzo, esercita un fascino tutto particolare sul lettore.

Anche il forte di Ambleteuse ha un ruolo cruciale nella storia. Questo forte che dal 1680 si protende sul mare e che quando la marea sale diventa un isolotto accessibile solo con un’imbarcazione diventa un po’ il cuore pulsante della vicenda: il nocciolo duro della storia e insieme la chiave per svelare il mistero.

Altro luogo decisamente simbolo del romanzo e che, esattamente come nella storia, strizza l’occhio al grande Maurice Leblanc e Arthur Conan Doyle è il faraglione e le falesie di Etreat, minuscolo insediamento umano passato alla storia grazie ai grandi della letteratura e dell’arte.

Ma a ben vedere tutta la Francia è in qualche modo parte integrante della vicenda. Dalla periferia di Chambery, passando per Grenoble, giungendo infine alla zona naturale e montuosa del Vercors. La verità è che nel romanzo di Thilliez le ambientazioni sono lo specchio delle azioni e dei sentimenti dei personaggi. Ed esattamente come l’incanto della brutalità della natura e delle azioni umane affascina il lettore, così le ambientazioni del romanzo diventano una cornice perfetta per accompagnare la lettura.

A cura di Francesca Marchese

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Franck Thilliez


È un ingegnere e scrittore francese. È nato ad Annecy e vive nel Pas-de-Calais, nell’estremo Nordest della Francia. Informatico, è appassionato di tecnologie telematiche. Nel 2004 pubblica il suo primo libro Train d’enfer pour Ange rouge. Ha vinto i premi Prix des lecteurs Quais du polar 2006 e Prix sncf du Polar français 2007 con il libro La Chambre des morts. 

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