Il margine della notte




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Ferdinando Salamino

Editore: Golem Edizioni

Genere: noir

Pagine: 256

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Michele Sabella si è lasciato alle spalle l’Italia, un padre ergastolano e un segreto di sangue. Tutto ciò che desidera è un’occasione per ricominciare e quella sonnolenta cittadina delle Midlandsinglesi, con il suo dipartimento di polizia in cui nessuno indaga mai su nulla, sembra il luogo perfetto per dimenticare ed essere dimenticato. Quando però Paulina Szymbova, immigrata polacca con problemi di droga, viene trovata morta nel suo appartamento con un biglietto di addio nella mano, Michele si convince che l’apparente suicidio nasconda qualcosa di più di un semplice atto di disperazione. Contro il parere dei colleghi e dei superiori, intraprende un’indagine solitaria che lo condurrà oltre le tranquille e rispettabili apparenze della città, nelle sue viscere colme di odio e violenza. Mentre nel ghetto di Merchant Court giovani immigrate continuano a scomparire e a morire, Michele è costretto a domandarsi, ancora una volta, quanto sia sottile la linea che lo separa dai mostri a cui dà la caccia.

Recensione

Tremendamente forte, tremendamente vero, quasi un reportage girato in questi ultimi giorni, un reportage che mostra uno spaccato di società ai margini. Ai margini di cosa? Ai margini di tutto.

Odio, violenza, razzismo, sfruttamento, emarginazione e solitudine sono i connotati di questo romanzo in cui i personaggi sembrano comparse minori di un film chiamato vita, giocatori perennemente in panchina, uomini di serie B dimenticati da tutti, ghettizzati, chiusi in un mondo nero e perverso, sporco e maleodorante, senza anima e senza ritorno dal buio più pesto.

La penna di Salamino li descrive con grande precisione, con grande cura, entrando nel profondo delle loro anime che urlano in silenzio un disperato bisogno d’amore. Ed è questo bisogno d’amore che entra diretto a gamba tesa nel cuore del lettore.

Ma chi può capire queste anime che sembrano provenire direttamente dall’inferno?

Solo chi l’inferno l’ha visto e vissuto, solo chi ha combattuto e combatte ogni giorno con i fantasmi di un passato che toglie ancora il fiato, solo chi ne respira la stessa aria, chi si è sporcato e si sporca ancora le mani, solo Michele Sabella. Solo lui può tentare di capire, può cercare di combattere, può diventare l’eroe di un mondo che ha già perso la partita in partenza, può liberare gli altri e salvare se stesso e Elena.

Questo è il secondo romanzo di Salamino che vede come protagonisti Michele ed Elena, io il primo non l’ho letto, lo farò adesso per scoprire cosa si nasconde dietro a questi due personaggi così fragili e così forti contemporaneamente. Se anche voi non l’avete ancora letto, fate come me, considerate questa sorta di lettura al contrario un valore aggiunto e lasciatevi inghiottire dall’alone di mistero che circonda i suoi protagonisti.

Se invece conoscete già “Il kamikaze di cellophane” sarà per voi un piacere imbattervi nuovamentein Michele e seguirlo nelle sue personali indagini e non solo.

Dedicato a chi è abituato a vedere le cose per quello che sono, a chi è abituato ai toni un po’ forti, le scene un po’ crude e le lingue taglienti. Dedicato a chi non si ferma mai all’apparenza ma ascolta i silenzi e cerca di comprendere le assenze. Dedicato a chi non smette mai di sperare.

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

 

Ferdinando Salamino


Ferdinando Salamino è nato nel 1971. Laureato in Psicologia Clinica a Torino, la sua vita si divide tra Milano, dove è nato, e il Regno Unito, dove esercita come psicoterapeuta e insegna Psicologia all’Università di Northampton. Nell’aprile del 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo, un noir psicologico dal titolo “Il Kamikaze di cellophane” (Prospero Editore). Il suo racconto breve “Sangue Bianco” compare nell’antologia “Il Tallone di Achille”, curata da Massimo Tallone (Golem Edizioni). “Il Margine della Notte” è il suo secondo romanzo.  

 

Acquista su Amazon.it: