Il mistero della pittrice ribelle




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Chiara Montani

Editore: Garzanti

Genere: Thriller storico

Pagine: 336

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Firenze 1458. Lavinia, ferma davanti alla tela, immagina come mescolare i vari pigmenti: il rosso cinabro, l’azzurro, l’arancio. Ma sa che le è proibito. Perché una donna non può dipingere, può solo coltivare di nascosto il sogno dell’arte. Fino al giorno in cui nella bottega dello zio arriva Piero della Francesca, uno dei più talentuosi pittori dell’epoca. Lavinia si incanta mentre osserva la sua abile mano lavorare all’ultimo dipinto, La flagellazione di Cristo. L’artista che ha di fronte è tutto quello che lei vorrebbe diventare. E anche l’uomo sembra accorgersene nonostante il contegno taciturno e schivo. Giorno dopo giorno, Lavinia capisce che la visita di Piero nasconde qualcosa. Del resto sulle sponde dell’Arno sono anni incerti: il papa è malato e sono già cominciate le oscure trame per eleggere il suo successore. E Piero sa più di quello che vuole ammettere. Il sospetto di Lavinia acquista concretezza quando lo zio viene ingiustamente accusato dell’uccisione di un uomo e Piero decide di indagare. Ma Lavinia questa volta non vuole restare in disparte. Grazie alla vicinanza dell’artista, che fa di tutto per proteggerla, per la prima volta comincia a guardare il mondo con i propri occhi. Perché lei e Piero sono entrati in un quadro in cui ogni pennellata è tinta di rosso sangue e ogni dettaglio è un mistero che arriva da molto lontano. Perché la pittura è un’arte magnifica, ma può celare segreti pericolosi. Chiara Montani trascina il lettore per le vie della Firenze rinascimentale e tra le opere di Piero della Francesca, un artista che ha fatto la storia della pittura. Lo immerge nella vita di una giovane donna che vede le sue ambizioni soffocate dalle leggi non scritte del tempo. Lo cattura in un vorticoso susseguirsi di eventi in cui le ragioni dell’arte si intrecciano con quelle della politica e della religione. Un esordio che rimbomba come un tuono.

Recensione


Intrighi, potere, misteri, arte e fascino nella Firenze dei Medici: una ricetta esplosiva per un thriller storico da fare invidia a Dan Brown e ai colleghi americani.

Protagonista della storia la pittrice ribelle del titolo, la giovane diciassettenne Lavinia, che narra in prima persona le vicende dell’intricatissimo mistero che sta mettendo in pericolo la vita dello zio pittore Domenico da Venezia, col quale vive dopo la morte della madre, e del famosissimo Piero della Francesca, che arriva a Firenze attirato da uno scritto (che si rivela falso), dopo aver giurato di non mettervi più piede.

Non è un periodo tranquillo a Firenze, molte le rivalità che si agitano ai “piani alti” sia politici che religiosi (il papa sta morendo e tutti si agitano per la successione), e in un turbine di avvenimenti che si succedono uno dopo l’altro, sempre più violenti e sempre più misteriosi, un cerchio di sospetto si stringe sempre più proprio intorno a Domenico e Piero.

Poco dopo l’arrivo in città di Piero, un banchiere viene ucciso in maniera molto cruenta e i sospetti vengono fatti ricadere sullo zio di Lavinia, al quale succedono sfortunati eventi (solo apparentemente casuali) che lo portano persino in pericolo di vita. Eventi su cui Piero cercherà difare luce prima che sia troppo tardi per tutti, mettendo in serio pericolo anche sé stesso e la ragazza.

In tutto questo Lavinia, che pur dovrebbe ritirarsi in buon ordine e stare al suo posto, come si converrebbe a una giovane donna del suo tempo, promessa sposa ad un uomo influente della città, al contrario si getta a capofitto nelle trame del mistero che si infittisce sempre più.

Tuttavia, Piero sembra capire più di quanto dice e la sua reticenza viene smontata mattone su mattone dalla ragazza, che è decisa ad essere parte attiva nello svolgersi dei fatti, e, come vedremo, sarà addirittura più di una volta determinante con la sua presenza di corpo e di spirito.

Lavinia subirà nel corso della vicenda una progressiva crescita, che da ragazzina la vedrà diventare velocemente donna, e soprattutto una donna volitiva, intelligente, in possesso di una forza della quale nemmeno lei stessa conosceva l’esistenza.

Ma perché viene chiamata “pittrice” nel titolo, se alle donne non era permesso dipingere?

Dipingere, infatti, era “un piacere proibito, qualcosa che per una donna era considerato sconveniente, inappropriato. Anzi, del tutto inconcepibile”.

Ma Lavinia vive nella casa di un pittore e non può ignorare tele e colori, odori, pennelli e le figure dipinte che si trova davanti ogni giorno, finché quel giorno, però, dopo che mio zio e Francesco erano usciti, nel pulire la bottega mi ero imbattuta in quegli spazi bianchi ancora tutti da inventare. Ero rimasta a guardarli a lungo, lasciando galoppare la mia immaginazione, finché avevo provato il desiderio irrefrenabile di poter fissare lì sopra le immagini che vedevo così chiare nella mia mente. E sebbene non avessi la minima idea di come farlo, non avevo potuto evitare di cedere a quellimpulso. Avevo posato la scopa e preso un foglio. Pag. 19

Lavinia imparerà, nonostante i divieti, in un modo o nell’altro, a dipingere, dando sfogo alla sua natura, all’arte che le vive dentro, pur mantenendo la cosa nascosta fino a che questo sarà possibile.

È difatti proprio l’arte, e più precisamente la pittura, lo spartito su cui viene suonata questa sinfonia di intrighi, tutti legati a un affresco maledetto, che non cessa di uccidere nemmeno dopo lungo tempo, e a un quadro di Piero della Francesca, “la flagellazione di Cristo”, che scopriremo avereben più significati di quelli meramente raffigurativi.

Il romanzo poggia su solide basi storiche, descrittive e artistiche, documentate attraverso un lavoro certosino dell’autrice, di solide basi artistiche ella stessa, essendo architetto, grafica e arteterapeuta.

Un romanzo capace di rendere viva la Firenze dei Medici, delle sue vie e dei suoi palazzi, e di farci appassionare alle vicende e all’evoluzione personale di questa eroina tenace, che non si lascia intimidire da nulla quando si tratta di difendere chi ama, fino a diventare una donna sicura che saprà diventare padrona della propria vita.


A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Chiara Montani


Chiara Montani Architetto di formazione, ha lavorato nel campo del design, della grafica e dell’arte, esplorando varie tecniche e materiali e partecipando a esposizioni in Italia e all’estero. Specializzata in Arteterapia, conduce da anni atelier sulle potenzialità terapeutiche del processocreativo Sofonisba. I ritratti dell’anima” è il suo precedente romanzo (2018).

 

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