Il padre




Recensione di Antonella Bagorda


Autore: Santiago Dìaz

Editore: Giunti

Traduzione: Silvia Rogai

Genere: Thriller

Pagine: 444

Anno di pubblicazione: Febbraio 2022

Sinossi. Gonzalo Fonseca è stato trovato completamente coperto di sangue accanto al corpo della moglie; le sue impronte digitali sull’arma del delitto. Processato e condannato, con tutti gli indizi contro di lui, insiste però nel dichiararsi innocente. E se fosse stato incastrato proprio da coloro che lo hanno fatto incarcerare? Un padre non può stare fermo a guardare la vita del proprio figlio che viene rovinata ingiustamente; un buon padre farebbe di tutto per salvarlo… È così che, un anno dopo, RamónFonseca si consegna alla polizia: ha sequestrato l’avvocato, la giudice e la testimone chiave del processo di suo figlio. Si trovano prigionieri in tre luoghi segreti e moriranno uno dopo l’altro, nel corso di tre settimane, se Gonzalo non sarà liberato. Il delirio di un mitomane o la cruda verità? Il conto alla rovescia è appena cominciato e a occuparsi di riaprire il caso è Indira Ramos, trentasei anni, ispettrice della squadra omicidi, la cui etica di ferro e ossessione per l’ordine e la pulizia non la rendono particolarmente gradita ai colleghi. Toccherà a lei indagare sotto la superficie apparentemente impeccabile di tutti i personaggi coinvolti in questa terribile vicenda e scoprire chi di loro è davvero innocente. In un’affascinante quanto oscura Madrid, un thriller congegnato come una bomba a orologeria, una lettura compulsiva dalla quale non riuscirete a staccarvi.

Recensione

Se la polizia trova un tizio in casa sua, accanto al cadavere di sua moglie, completamente impregnato del sangue di quest’ultima e con l’arma del delitto stretta tra le mani, non è che ci possano essere tanti dubbi sul fatto che l’assassino sia proprio lui. Ma spesso le cose non sono come sembrano, e anche quella che può sembrare l’evidenza più scontata potrebbe essere solo un abbaglio.

È ciò che è successo a Gonzalo Fonseca. Tutti gli indizi sulla scena del crimine lo incastrano senza lasciare agli inquirenti nessun dubbio e quindi, nonostante lui continui a sostenere a gran voce la propria innocenza, viene processato e condannato per omicidio.

Ma se qualcuno lo avesse incastrato?

Magari qualcuno che aveva grossi interessi nel far fuori sua moglie. O qualcuno che voleva togliersi dai piedi Gonzalo stesso. Per tutto il romanzo, capitolo dopo capitolo, il lettore continuerà a farsi domande su domande, e quando penserà di essere vicino alle risposte le carte in tavola cambieranno ancora e ancora e ancora.

Sarà il padre di Gonzalo, Ramòn Fonseca, a cercare di far riaprire il caso del figlio a distanza di un anno da quel tremendo omicidio. E non ci proverà certo in maniera discreta ed educata, no, lo farà sequestrando le tre persone che secondo lui sono state corrotte affinché suo figlio venisse accusato di un delitto che non ha mai commesso.

Indira Ramos, ispettrice della squadra omicidi, si troverà catapultata nel mezzo di una corsa contro il tempo. Ramòn Fonseca si è costituito confessando i tre rapimenti, e se la polizia non sarà abbastanza brava da trovare il vero colpevole della morte di sua nuora, lascerà che i suoi ostaggi muoiano uno alla volta, a distanza di una settimana l’uno dall’altro.

Si dà così il via a un macabro conto alla rovescia.  

Una oscura e affascinante Madrid fa da scenografia a questo thriller ben congegnato, dalla struttura impeccabile, che riserva colpi di scena continui e sempre inaspettati.

Santiago Dìaz, autore del romanzo, parte dall’omicidio di una donna – un omicidio come ce ne sono tanti: un uomo violento che ammazza sua moglie – per poi dare il via a un intreccio infinito di rapporti, conoscenze, complicità, intrighi, illegalità, mafia, violenza, regolamenti di conti.

E quanto più si va avanti con la lettura più ci si stupisce di quanto siano ben studiati i salti temporali, i legami impensabili che si instaurano tra i personaggi, gli eventi stupefacenti che faranno crollare ogni certezza che il lettore tenterà di costruire nella propria mente nel corso della storia.

Il padre è senza alcun dubbio un thriller coi fiocchi, non c’è che dire.

Se questo romanzo ha un difetto, questo risiede nella narrazione. Troppo lenta e troppo soft, spesso non segue il ritmo di cui la storia necessita, va quasi in contrasto con le decine e decine di sorprese che l’autore ci riserva in ogni capitolo.

Mi è capitato, nel corso della lettura, di pensare che la colpa di questa lentezza possa essere della traduzione ma, come succede sempre nei casi in cui si leggono libri non in lingua originale, è impossibile sapere a chi addossare la colpa di una narrazione un po’ stonata. Peccato per questo dettaglio non così trascurabile, perché di thriller dalla struttura così perfettamente architettata e dal contenuto così imprevedibile ne ho letti davvero pochi negli ultimi anni.

Un aspetto che ci tengo a sottolineare è la grande presenza di personaggi femminili, sia nella squadra dell’ispettrice che come personaggi secondari, e la cosa non è così frequente, soprattutto nei thriller. Ho molto gradito. Spero che nel prossimo capitolo, che certamente vedrà ancora come protagonista Indira Ramos, ci sia più spazio per approfondire la sua conoscenza e quella dei suoi colleghi.

E infine, per concludere, due parole sui tanto amati/odiati finali.

Il finale è aperto. Tanto aperto. Talmente aperto che pare di sentirlo urlare a gran voce che il seguito è proprio dietro l’angolo. Ma in questo caso l’apertura non infastidisce, anzi, è quasi un sollievo sapere che avremo presto notizie della nostra ispettrice. E di tutte le sue esilaranti turbe psichiche. E del resto della sua squadra ovviamente.

Domandona immancabile:

consiglio la lettura di questo thriller?

Assolutamente sì. Una gran bella sfida tra scrittore e lettore e un grande esordio italiano per Santiago Dìaz.

 

Santiago Dìaz


è nato a Madrid nel 1971. È uno sceneggiatore di lungometraggi e serie televisive. Nei venticinque anni della sua carriera ha scritto circa seicento copioni per la tv. Il suo esordio narrativo, Taliòn, ha ricevuto il Premio Morella Negra 2019 e il Premio Benjamin de Tudela 2019. Il padre è il suo primo romanzo a essere tradotto in Italia.

 

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