Il più crudele dei mesi





DETTAGLI:

Traduttori: Alessandra Montrucchio, Carla Palmieri

Editore: Einaudi

Collana: Stile Libero Big

Genere: Narrativa gialla

Pagine: 532

Anno edizione: 2024

Sinossi. Nel piccolo villaggio del Quebéc alcuni abitanti hanno deciso di invitare una sensitiva alla vecchia casa degli Hadley, sperando di liberarla da un’antica maledizione. Ma quello che sembra un innocuo rituale causa la morte, per crepacuore, di uno dei partecipanti. Eppure, giunto sulla scena del crimine, l’ispettore Gamache è costretto a chiedersi: si è trattato davvero di una morte naturale? Armand si ritrova così coinvolto in un caso che lo costringerà ad affrontare i propri fantasmi e quelli di una comunità apparentemente idilliaca, dove le relazioni sono molto più pericolose di quanto sembri. Il terzo romanzo della serie dell’ispettore Armand Gamache, ormai un classico del giallo.


Il più crudele dei mesi

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Tutt’intorno al villaggio, una raggiera di strade in terra battuta saliva serpeggiando verso i monti e le foreste. Ma Three Pines era, di per sé, un luogo dimenticato. Il tempo, nel suo eterno vorticare e turbinare, lo incrociava ogni tanto ma senza mai fermarsi a lungo, senza lasciare grandi tracce’.

Questo è un giallo che unisce molti temi e stili: il più preponderante è senza dubbio la poetica. Ogni frase, ogni parola è in perfetto equilibrio: una traduzione impeccabile che regala al lettore tantissimo. Una volta iniziato avevo molta fretta di finirlo, di sapere, ma dovevo per forza arrestare per regalarmi l’attesa e per assimilare a fondo tutta la psicologia dei personaggi.
Di persone a Three Pines ce ne sono anche se è un piccolo villaggio che riesce a trovare solo chi si perde, in ogni senso. Incastonato tra le montagne è uno spettacolo idilliaco per chiunque lo veda la prima volta. Per chi ci abita c’è la quotidianità e il calore di rapporti amichevoli.

Il mese di aprile vede arrivare una veggente ospite nel bed and breakfast di Gabri che, assieme al suo compagno Oliver, gestisce anche il piccolo bistrot sfornando delizie francesi. Durante una seduta spiritica nella casa degli Hadley, già teatro di eventi delittuosi, avviene una morte improvvisa e il commissario Gamache arriva con la sua squadra per indagare.

È la prima volta che la lettura di un giallo mi fa pensare esclusivamente all’amore, alla positività, alla speranza.

Le pagine sono intrise di luce, persino quelle più spaventose. Armand Gamache è capace di attrarre le persone come solo un grande uomo carismatico sa fare. Integro, dignitoso, amorevole e autorevole. Sono tutte qualità che gli permettono di leggere l’animo e il cuore di chi gli sta vicino. Non ho potuto non amarlo: manca quella stucchevolezza che lo renderebbe sgradito o lezioso.

È il sole che illumina i percorsi tortuosi della psiche:

‘…così Gamache scopriva gli assassini. Ascoltava, prendeva appunti, raccoglieva prove come i suoi colleghi. E faceva una cosa che gli altri non facevano. Raccoglieva sentimenti. Collezionava emozioni. Perché l’omicidio era un fatto profondamente umano’.

La sua squadra composta da Nichol, Lemieux e Beauvoir sono i satelliti che gli gravitano attorno, uniti dalla fede nel loro capo. L’ispettore deve anche fronteggiare attacchi sia all’interno che all’esterno della Sûreté dovuti al caso Arnot. Lo fa con uno stile impeccabile che non fa che aumentare l’ammirazione che pure chi legge prova. Ha un’altissima levatura morale; il suo sorriso spiazza chiunque. 

Gelosia, rancore, ambiguità: nulla di tutto questo può rimanere a lungo a Three Pines e nei cuori degli abitanti. Proprio perché consapevoli di vivere in un luogo magico si adoperano ogni giorno perché l’armonia regni. Anche con le stravaganze e il carattere irascibile della poetessa Ruth, anche con la casa degli Hadley incombente sopra di loro.

Magia wicca, omicidi perpetrati contro i nativi canadesi, farmaci messi al bando e tradimenti sono gli ingredienti essenziali de ‘Il più crudele dei mesi’. Lo stile poetico esprime nei dialoghi con battute e ironia fulminanti la sua massima espressione.

Consigliato?
Assolutamente: è un romanzo profondo negli insegnamenti e garbato nello stile.

Mi sono persa con il commissario Armand Gamache e ci vorrà del tempo per considerarlo solo un personaggio su carta.

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Louise Penny


nata a Toronto nel 1958, vincitrice di numerosi premi internazionali, è autrice di best seller che hanno raggiunto il primo posto nelle classifiche di ‘New York Times’, ‘UsaToday’ e ‘Globe and Mail’. Ha lavorato a lungo come giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva, occupandosi di cronaca e current affair. I suoi romanzi con protagonista l’ispettore capo Armand Gamache sono tradotti in 31 lingue e in Italia sono usciti per Einaudi, che della serie ha già pubblicato ‘Case di vetro’ (2019), ‘Il regno delle ombre’ (2020), ‘Un uomo migliore’ (2020), I diavoli sono qui’ (2021), ‘Natura morta’ (2022), ‘Una specie di follia’ (2022), ‘La grazia dell’inverno’ (2023) e ‘Tracce del passato’ (2023). Vive in un piccolo paese a sud Montréal.

A cura di Marina Toniolo

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