Il pozzo delle anime




 Il pozzo delle anime

di Marcello Simoni

Einaudi 2023

Collana: Stile libero big

Thriller storico pag.312

Sinossi. Nella Ferrara ebraica, tra nebbia e segreti spaventosi, Girolamo Svampa è alle prese con un vero e proprio enigma. Tanto sconcertante da mettere a dura prova la sua formidabile razionalità. Anno Domini 1626. Uno spirito malvagio si aggira per l’ex capitale estense. Molti lo credono il malach ah-mavet, l’angelo della morte. Di sicuro è un assassino spietato, che profana i corpi delle vittime per compiere un rituale arcano. L’incarico di fermarlo è affidato all’inquisitore Girolamo Svampa, che il Sant’Uffizio, stanco della sua condotta ribelle, vuole allontanare da Roma. Giunto in città, il frate domenicano dovrà far luce su un mistero reso ancora piú oscuro dagli apparenti legami con la qabbalah. Intanto, l’autore dei delitti continua a nascondersi nelle vie anguste del ghetto, autentico «serraglio» in cui è stata rinchiusa una comunità di millecinquecento persone tra sefarditi, aschenaziti e italkim. Ma non saranno solo gli omicidi a tenere occupato lo Svampa. Perché nella vicenda si inserirà anche Margherita Basile, ammaliante donna d’intrigo della corte papalina, e il suo intervento risulterà quanto mai decisivo.


Recensione di Denise Antonietti

Dopo un paio di romanzi one-shot, Marcello Simoni torna a casa, tra le braccia di un gruppo di personaggi seriali. E, almeno da quel che mi è sembrato di percepire tra le pagine, gli erano mancati.

“Il pozzo delle anime” è il quarto romanzo della serie dell’inquisitore Girolamo Svampa. Un’amicizia così duratura tra Simoni e il suo protagonista permette all’autore di dedicare tutta la sua attenzione alla trama gialla, che in questo romanzo è sostenuta da un evidente studio delle fonti, ancora più approfondito (o almeno così mi è parso) di quanto non ci abbia già abituati a leggere.

Allineato con la tendenza che attualmente sembra andare per la maggiore, Simoni narra con capitoli brevi e concisi, tagliati a misura di cliffhanger, che spingono il lettore a procedere per svelare quello che accadrà dopo. Le focalizzazioni, scelte in funzione della trama, non si limitano a quelle dei due investigatori Svampa e Capiferro, ma approfondiscono aspetti altrimenti secondari della vicenda mostrando di volta in volta nel punto di vista degli altri personaggi, sia regulars che non.

La qualità principale del romanzo, a mio avviso (oltre al mistero di fondo su cui però non vi posso svelare molto), sta nelle debolezze dei due protagonisti.

Girolamo Svampa, uomo profondamente razionale, grazie alla presenza in scena di Margherita Basile, è costretto a fare i conti con le proprie debolezze di uomo normale.

E Francesco Capiferro, per tutto il romanzo mosso da un odio ossessivo nei confronti della comunità ebraica, alla fine rivela: 

“- Vorrei appianare un malinteso, – confessò d’un tratto. – Io odio gli ebrei e la loro cultura, è vero, ma non per i motivi che credete. […] è la paura ad alimentare il mio odio. La paura di riconoscere nella qabbalah ebraica una fonte di attrattiva enormemente piú vasta e complessa di quanto non lo sia la teologia cristiana.”

Insomma, tramite Capiferro, Simoni ci fa capire che odiare, talvolta, non è altro che una forma di autodifesa. E questo non vale solo nel Seicento, ma anche oggi.

Unica pecca del romanzo? La complessità del mistero e il necessario approfondimento della mistica ebraica avrebbero forse meritato un centinaio di pagine in più.

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Marcello Simoni


Marcello Simoni, ex archeologo, laureato in Lettere, svolge il lavoro di bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici, ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte (2011). Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria «Writers Magazine Italia». Con “Il mercante di libri maledetti” (Newton Compton 2011), il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Bancarella. Nel 2012 sempre con Newton Compton ha pubblicato “La biblioteca perduta dell’alchimista”, nel 2013 “Il labirinto ai confini del mondo” e “L’isola dei monaci senza nome”. Del 2014 è “L’abbazia dei cento peccati”, e nello stesso anno il suo racconto “La prigione delle anime” appare nell’antologia Delitti di Capodanno, sempre per Newton Compton. Nel 2016 esce per Einaudi “Il marchio dell’inquisitore,”  e nel 2018 “Il monastero delle ombre perdute”. Tra le sue recenti pubblicazioni si ricordano: “Il lupo nell’abbazia” (Mondadori, 2019), “La selva degli impiccati” (Einaudi, 2020), “Angeli e diavoli” (Einaudi, 2021) e “La profezia delle pagine perdute” (Newton Compton, 2021).

A cura di Denise Antonietti

https://deniseantonietti.wordpress.com