Il rumeno di Porta Venezia




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Mauro Biagini

Editore: Fratelli Frilli Editori

Genere: giallo

Pagine: 208

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Milano, quartiere di Porta Venezia. Un microcosmo multietnico dove convivono borghesi e nullafacenti, giovani creativi da ogni parte del mondo e vecchi milanesi. La quotidianità viene sconvolta da un omicidio. È quello di Raffaele Caracciolo, ricco titolare di una galleria d’arte, il cui cadavere viene trovato dalla domestica un lunedì mattina nella cucina del suo lussuoso attico. Le indagini sono affidate al commissario Attilio Masini, uomo malinconico e solitario, che al di fuori del lavoro cerca conforto in Schopenhauer e nella musica della West Coast americana anni ’70. Ma la vera investigatrice diviene ben presto lei: si chiama Delia ed è una vecchia e bizzarra magliaia che trascorre ogni giornata fino a tarda notte nel suo laboratorio di via Lecco, per lo più seduta fuori, sul marciapiede, su una sedia tutta sgangherata. Lavorando a maglia, chiacchierando con chiunque e osservando tutto e tutti. Il suo fedele compagno è il meticcio Andy. Se il cagnetto ringhia a qualcuno, non c’è da fidarsi. Perché, secondo Delia, “i cani non sbagliano mai”. Il “caso Caracciolo” sembra già risolto in partenza. L’uomo ospitava da tempo un giovane rumeno nullafacente, un certo Adrian Stoicu, e ora il ragazzo risulta irreperibile. Per tutti l’assassino non può essere che lui. Solo Delia non riesce a credere a questa ipotesi. Lei conosceva bene non solo la vittima, ma si era conquistata anche la fiducia del ragazzo rumeno, che sotto la scorza da bullo del quartiere le aveva dimostrato di possedere un animo gentile e sensibile. E poi, ora che il gallerista d’arte gli stava dando un aiuto concreto a trovare la sua strada nella vita, perché mai Adrian avrebbe dovuto ucciderlo? Così, mentre le forze dell’ordine sembrano impegnate soltanto a ritrovare il rumeno latitante, tra pregiudizi e stereotipi, Delia procede nelle sue personali indagini. Ed è proprio grazie al suo intuito e alla sua perseveranza che verrà alla luce una sconvolgente verità.

Recensione

In queste pagine c’è tutta Milano, la Milano dai mille volti, dai mille passi, dalle mille razze, la Milano del giorno e della notte. C’è la Milano dei ricchi, dei borghesucci e quella dei poveri, la Milano della delinquenza, della prostituzione, della droga ma anche la Milano dell’amore e della giustizia. Sì perché in una città invasa da stereotipi e pregiudizi, per fortuna, c’è ancora chi non accetta le soluzioni semplici, troppo scontate o, forse, sarebbe meglio dire, comode.

Delia indaga e non è neanche troppo difficile per lei. Non è difficile perché è una persona buona e riceve confidenze da tutti, informazioni che unite alle sue intuizioni l’aiutano nella ricostruzione di un puzzle veramente originale.

C’è Delia, la magliaia, una persona semplice e pulita che ricorda tanto le donne di una volta che osservavano il mondo sedute su una sedia, fuori dall’ingresso di casa, incuranti dei pericoli e dei pettegolezzi. Delia è così, buona, generosa, benvoluta da tutti, sensibile ma anche curiosa e testarda pertanto non riesce a rimanere indifferente al marchio di colpevolezza attribuito, senza neanche troppo indagare, al rumeno Adrian. Supportata dal suo amato cane, inizia una sorta di indagine parallela a quella delle autorità, autorità rappresentate dal commissario Attilio Masini che vorrebbe andare ben oltre le apparenze ma sembra quasi invitato, dai piani alti, a non perdere troppo tempo per un caso chiuso in partenza. Un Masini, lupo solitario, come avvolto nella nebbia milanese, che vive in un mondo con cui non tenta nemmeno di dialogare ma comprende perfettamente che Delia non ha tutti i torti.

Trama e finale non scontati, un viaggio negli angoli, anche più nascosti, della nostra Milano. A rappresentarla, tanti personaggi ben delineati che sembrano recuperati direttamente dalla realtà per essere messi sulla carta.

Non è solo un giallo, non è solo un noir, è un romanzo che parla d’amore, amore inteso in tutte le sue forme, verso la cultura, la terra natia, la musica, la donna, ma non posso svelarvi troppo, lo scoprirete voi pagina dopo pagina.

È un romanzo che emoziona e commuove quando a parlare sono i rumeni che, qui in Italia, lavorano regolarmente, fanno sacrifici, hanno una famiglia e pensano con nostalgia alla loro terra. È un libro che fa riflettere, un libro che sicuramente è lo specchio della nostra società.

Vi lascio con questa domanda: quante Delia ci sono tra noi?

Mauro Biagini


Mauro Biagini: è nato a Genova e vive a Milano, nel quartiere di Porta Venezia da lui molto amato. Creativo pubblicitario fin dalla fine degli anni ‘80, è autore nel corso del tempo di popolari spot televisivi per importanti brand italiani e internazionali, quali Averna, Mercedes-Benz, Fastweb. Insegna Advertising a Milano all’ACME, Accademia di Belle Arti Europea dei Media, ed è consulente di comunicazione per varie aziende. Ha pubblicato il racconto “Il gatto del primo piano” inserito nell’Antologia “44 gatti in noir”(Fratelli Frilli Editori) e due romanzi: “Marcantonio detto Toni” (Robin Edizioni, scritto in coppia con Silvia Colombini) e “Soprattutto viole” (goWare).