Il sapore del sangue




Recensione di Elsa Flacco


Autore: Gianni Biondillo

Editore: Guanda

Genere: thriller

Pagine: 317

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. È una mattina gelida quando un uomo esce dal carcere di San Vittore. È solo, nessuno lo sta aspettando. Si chiama Sasà, dopo quasi cinque anni di cella guarda per la prima volta da uomo libero il cielo sopra Milano. Deve tornare a casa, in fretta, a Quarto Oggiaro. Ha un piano e pochi giorni per metterlo in pratica: recuperare il denaro che aveva nascosto, prendere sua moglie e sua figlia e volatilizzarsi, prima che qualcuno – magari qualche suo vecchio «amico» – lo faccia sparire dalla faccia della terra. Nel suo passato ci sono traffici di droga fra Napoli e la Germania, omicidi per conto della ‘ndrangheta, ricatti e alta finanza. Sasà era destinato a una pena di almeno trent’anni, come è potuto uscire di galera così presto e «legalmente»? È quello che, come al solito controvoglia, l’ispettore Ferraro dovrà scoprire. A indirizzare le sue indagini ha provveduto una telefonata di Augusto Lanza, convinto che qualcosa di grosso stia per accadere. Così, in una metropoli sferzata da una bufera di neve, fra periferie abbandonate e nuovi grattacieli, fra chiese barocche e palestre di pugilato, Ferraro imparerà come un ragazzo qualsiasi sia diventato negli anni un efferato criminale. Dovrà cercare di catturare Sasà prima che venga di nuovo inebriato dal sapore del sangue. Al quale non ha mai saputo resistere.

Recensione

Michele Ferraro, uno dei personaggi più amati e di successo delle detective story italiane. Una figura dai tratti umanissimi, ironico e amaro, disincantato quanto basta e circondato da presenze altrettanto forti e ben costruite. Si vede la maestria e l’esperienza, nella narrazione di Biondillo, che riesce tuttavia a conservare una freschezza e un’intensità nelle sue storie che non smettono di sorprendere.

Ferraro è alle prese stavolta con un criminale violento e sanguinario, uscito anzitempo e inspiegabilmente dal carcere. Sasà si muove in una Milano alle prese con una bufera di neve che ne scontorna i lineamenti, ricoprendo di una coltre bianca e gelida le strade, le piazze, i vicoli di Quarto Oggiaro. Un’ambientazione quasi claustrofobica, con il traffico in tilt, le difficoltà di movimento, gli inconvenienti e i disagi che sperimentiamo a ogni inverno. Ma lui ha una missione da compiere. A qualsiasi prezzo.

Protagoniste, accanto ai colleghi di Ferraro che danno vita con lui a siparietti godibilissimi, due famiglie: da una parte quella di Sasà, moglie, figlia e sorella, tre donne coraggiose che se lo vedono piombare in casa inaspettato e sgradito, pronto a seminare paura, disagio, avversione.

Sullo sfondo, ma neanche troppo, quella dell’ispettore, l’ex moglie Francesca e la figlia Giulia, delineate con tale naturalezza ed efficacia da dare l’impressione di poterle incontrare e parlarci, leggendo le loro vicende quotidiane così simili a quelle di tutti noi. E, all’indomani della strage nella discoteca di Corinaldo, l’episodio che vede coinvolte Giulia e Francesca, nell’ultima parte del romanzo, ha un sapore quasi profetico.

La vicenda si snoda, nella prima parte, in un alternarsi tra passato e presente, svelando i retroscena che porteranno allo sviluppo tragico e all’esito imprevedibile: i personaggi della malavita, accanto e contro Sasà Procopio, concorrono nel tratteggiare un mondo abnorme e sanguinario, che ben giustifica il titolo del romanzo.

Ma c’è anche un altro mondo, fatto di forza d’animo, coraggio e “resilienza”, così che il lettore arriva in fondo con un senso di liberazione.

Il messaggio che scaturisce dalla lettura, perché c’è un messaggio e non è forzato né superfluo, è di grande amore e di forte sostegno alla battaglia per il diritto delle donne a decidere della propria vita e a difendere la libertà riconquistata.

A qualsiasi costo.

Gianni Biondillo


architetto e scrittore, insegna “Elementi di psicogeografia e narrazione del territorio” all’Accademia di Architettura di Mendrisio. Fra i suoi saggi: “Pasolini. Il corpo della città” (2001), “Metropoli per principianti” (2008) e “Tangenziali. Due viandanti ai bordi della città” (con Michele Monina) (2010), viaggio a piedi attorno a Milano. Per Guanda ha pubblicato undici romanzi: la pluripremiata serie di gialli dell’ispettore Ferraro e il recente “Come sugli alberi le foglie” (2016), dedicato all’architetto comasco Antonio Sant’Elia e al gruppo futurista che ruotava attorno a Marinetti. E’ tra gli animatori del progetto “Sentieri metropolitani” per scoprire Milano a piedi.

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