Il sentiero




Recensione di Sara Fenili


Autore: Peter May

Traduttore: Alessandra Montrucchio

Editore: Einaudi

Pagine: 368

Genere: Thriller

Anno di pubblicazione: 2017

SINOSSI

Un uomo fradicio e intirizzito si risveglia su una spiaggia sconosciuta. Non ricorda nulla, né di quel che è successo né di sé: ogni memoria è svanita. Aiutato da un’abitante del luogo, recupera qualche brandello della propria identità. Vive in un cottage sull’isola di Harris nelle Ebridi, e sta conducendo delle ricerche sul mistero di tre guardiani scomparsi nel 1900 dal faro locale. Ma i file che dovrebbero contenere i capitoli del libro sono vuoti. L’unico indizio è una mappa su cui è tracciato un sentiero, la Via delle Bare, che attraversa l’isola. L’uomo non sa dove conduca, ma sa che seguirlo potrebbe essere il solo modo di ritrovare sé stesso e la verità. La sua storia si intreccia con quella di altri personaggi ed il risultato finale sarà sorprendente. Con la consueta maestria, Peter May ci riporta fra i panorami incantati delle isole Ebridi in un romanzo che intreccia i colpi di scena di un thriller alle emozioni di un viaggio nell’anima, e nel futuro, dell’umanità.

RECENSIONE

Se cercate un thriller che riesca a spaesarvi completamente questo è quello che fa per voi.

Peter May, nel suo “Il Sentiero” (edito Einaudi) riesce a raccontare più storie che finiranno con l’intrecciarsi misteriosamente.

Inizialmente, il lettore non potrà che sentirsi molto confuso perché risentirà della condizione in cui si trova il personaggio principale, un uomo che si risveglia su una spiaggia e non ricorda nulla, nemmeno il suo nome.

Una situazione che mi ha inquietato particolarmente.

Seguiremo il percorso che quest’uomo compirà per ritrovare i ricordi perduti, ma ci sarà dato sapere solo ciò che lui scoprirà; l’autore non ci fornirà altri dettagli.

Il libro gioca con maestria sulle identità dei personaggi e sui misteri che esse nascondono, e mette in crisi la nostra convinzione di conoscerci a fondo.

L’identità è qualcosa che esiste perché creata da noi stessi ed esiste in un determinato modo perché lo abbiamo scelto noi.

Nel momento in cui perdiamo la memoria, l’identità fisica si dissolve e diventiamo dei semplici esseri fatti di carne e ossa.

“Il sentiero”, che dà titolo al romanzo è proprio la metafora del percorso che il nostro protagonista è costretto a fare per trovare se stesso.

La bellezza di questa storia sta proprio nelle domande che porta con sé: cosa saremmo senza il nostro passato?

Può un essere umano essere considerato tale solo per la presenza di braccia, gambe e cuore?

Consiglio questo bel libro a chiunque, senza distinzioni, perché è adatto a tutti coloro che si dichiarano “esseri umani”.

Peter May


nato a Glasgow nel 1951, vive in Francia. Giornalista e autore di innumerevoli serie televisive, ha scritto una quindicina di romanzi. L’isola dei cacciatori di uccelli (Einaudi Stile Libero 2012) è il primo volume di una trilogia ambientata sull’isola di Lewis, e ha ottenuto uno straordinario successo di critica e pubblico in Gran Bretagna e in Francia, dove è stato insignito del prestigioso Prix Les Ancres Noir. Nel 2013 Einaudi Stile Libero ha pubblicato il secondo volume della trilogia, L’uomo di Lewis, e nel 2015 il terzo e conclusivo, L’uomo degli scacchi. Sempre per Einaudi, ha pubblicato, nel 2017, Il sentiero.

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