Il silenzio che rimane




Recensione di Ilaria Grossi


Autore: Matteo Ferrario

Editore: HarperCollins Italia

Genere: Narrativa

Pagine: 280

Data di pubblicazione: 31 gennaio 2019

Sinossi. Rubano momenti al lavoro per stare insieme e si fanno regalini inutili al fine di strapparsi sorrisi. Più che un uomo e una donna uniti da nove anni, Davide e Valentina sembrano quasi due adolescenti e sono molto diversi dalla coppia consumata e stanca che erano solo qualche mese fa. Da quando hanno ripreso possesso del loro matrimonio, dopo la piccola crisi coniugale che li ha tenuti distanti per qualche tempo, nella loro relazione è finalmente tornato il sereno e ora che stanno riscoprendo il loro amore si sentono più forti e completi. A Milano l’estate è agli sgoccioli: la città si sta ripopolando, riprende pian piano i suoi ritmi e la sua vera identità. Nell’ora più calda Davide e Valentina approfittano della pausa pranzo per darsi appuntamento in una caffetteria in centro. Eccitati dalla prospettiva di costruire di nuovo il futuro insieme, stanno progettando il loro prossimo viaggio quando un ragazzo irrompe nel locale. Ha i capelli tagliati cortissimi, uno zainetto sulle spalle, gli occhi pieni di astio e una pistola in mano. Pretende giustizia per il fratello licenziato e non ha intenzione di liberare nessuno fino a quando non avrà ottenuto quello che vuole. Il sequestro dura sedici ore e ha conseguenze devastanti, in grado di trasformare il peggiore degli incubi in realtà e di spazzare via ogni certezza, passata e futura. Ed è così che l’odio esplode incontrollato… Dopo Dammi tutto il tuo male, Matteo prova ancora una volta di un’abilità rara: esplorare il lato più cupo dell’animo umano con una scrittura lucida e schietta. Il silenzio che rimane è un romanzo potente, dalla cifra stilistica matura, che ci chiude a chiave in una tolleranza claustrofobica, spalanca al tema della follia e della rabbia e cavalca con freddezza i nervi più scoperti della società contemporanea.

Recensione

“Adesso in un mondo senza di lei, era diventato tutto irrilevante, come una foto senza piani di profondità”

Se una tragica fatalità concretizza la tua più grande paura?

Perdere per sempre la persona che ami e con cui hai scelto di condividere un pezzo della tua vita?

Davide e Valentina, sposati da pochi anni ma insieme da nove, sono una coppia affermata e molto impegnata dal punto di vista lavorativo, complici, tra alti e bassi e una crisi coniugale che ha evidenziato come spesso la vita di tutti i giorni, risucchi e crei distanze, lavoro, troppe ore sui social e il non essere più in grado di ritagliare un po’ di tempo per se stessi.

E’ proprio quel momento di crisi personale e di coppia, in cui il lasciarsi per un pò, mette in luce ancor di più il bisogno di stare assieme e di ricominciare da quel punto.

Quel giorno, in un caffè dell’Hot Mugs, si incontrano Davide e Valentina, tra progetti e pensieri quotidiani, e un adolescente con l’intento di fare giustizia per il licenziamento del fratello maggiore, entra in quella caffetteria e decide di prendere in ostaggio tutti i presenti, mettendo fine come in una bolla sospesa nel tempo, a tutti i sogni, i progetti e le speranze di un futuro per Valentina, moglie di Davide.

Sono 16 ore di incubo, attimi di follia e paura, quella paura che non abbandonava mai Davide nei sui incubi peggiori o quando sentiva la sirena di un’autoambulanza per la città. Il dopo è un susseguirsi di odio, rabbia, attacchi mediatici, dove i social sono la vetrina del dolore altrui, dove non c’è rispetto e tutti si sentono in dovere di puntare il dito e giudicare i “problemi” attuali della nostra società.

Davide è odio e rabbia.

Davide ha un ultimo desiderio da realizzare per la sua Valentina, liberarla dalla terra a cui non voleva sentirsi imprigionata.

Con uno stile fluido, scorrevole e un buon ritmo narrativo, Matteo Ferrario dipinge su tela uno squarcio della nostra odierna società, i social, le battaglie mediatiche, odio, razzismo, una silenziosa guerra dei poveri che alimenta rabbia e crea persone disperate.

E in un clima contraddittorio e complicato, tra disperazione e voglia di “apparire” per far crescere i propri followers, c’è il dolore di chi forse non vedrà mai guarita una ferita troppo dolorosa e il silenzio che rimane.

Si sopravvive dicono, nonostante tutto.

A cura di Ilaria Grossi

www.facebook.com/reviewsrose

Matteo Ferrario


Matteo Ferrario è nato nel 1975. Architetto, giornalista e traduttore, a partire dai primi anni Duemila ha pubblicato racconti su riviste letterarie e nelle antologie Via dei matti numero zero (Terre di Mezzo, 2002), Racconti diversi (Stampa Alternativa, 2004), Q’anto ti amo (Damster, 2014) e Biblioteca vivente. Narrazioni fuori e dentro il carcere (Altreconomia edizioni, 2016). È autore dei romanzi: Buia (2014) e Il mostro dell’hinterland (2015), usciti entrambi per Fernandel editore. Dammi tutto il tuo male, in libreria dal 31 agosto 2017, è il primo romanzo italiano pubblicato da Harper Collins Italia.

 

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