Il tempio del piacere




 IL TEMPIO DEL PIACERE


Autore: Volker Kutscher

Traduzione: Marina Pugliano – Valentina Tortelli

Editore: Sem

Genere: Noir

Pagine: 640 p. R

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Repubblica di Weimar, luglio 1932. Gereon Rath, commissario della polizia di Berlino si trova di fronte a un enigma. Un uomo giace morto nel montacarichi del locale Haus Vaterland, il più importante ‘tempio del piacere’ della città, che ospita, tra le varie cose, il più grande caffè al mondo. Il mistero si infittisce ancora di più perché la causa della morte sembra essere per annegamento. L’omicidio, avvenuto a Potsdamer Platz, sembra riconducibile a una serie di delitti che porteranno Rath a est, verso la Polonia. Mentre il commissario procede nelle indagini in una piccola cittadina della Masuria, Charly, appena rientrata dal suo anno di studio a Parigi, si introduce sotto copertura al “tempio del piacere” come aiuto cuoco. La situazione a Berlino si farà più tesa quando un segreto, tenuto a lungo nascosto, rischierà di essere svelato…Volker Kutscher delinea ancora una volta i tratti per una storia avvincente e complessa, sullo sfondo di fondamentali avvenimenti storici: i conflitti di strada tra nazisti e comunisti causano sempre più morti, ma sarà la destituzione del Governo democratico prussiano da parte del cancelliere del Reich, von Papen, a mettere i bastoni tra le ruote a Rath, perché questa decisione politica porterà anche alla rimozione del capo della polizia di Berlino. Un thriller favoloso che ritrae in modo travolgente il periodo di transizione dalla Repubblica di Weimar al Terzo Reich, un periodo oscuro e carico di tensione della storia contemporanea.

E il commissario dov’è finito?

Al tempo, e a Rath, non si comanda. Arriverà.”

 Recensione di Loredana Cescutti

Ed eccolo di nuovo.

Con i suoi tempi è arrivato.

La mia conoscenza con Volker Kutscher è stata casuale, fatta di passaparola, di un inizio lettura del primo, “Babylon Berlin” e di un colpo di fulmine per questa poliedrica e scintillante città, viva più che mai la notte, sempre più in fermento di giorno poiché collocata in un periodo storico complesso, pieno di cambiamenti e destinato a lasciare dietro di sé morte e tanta angoscia.

Una memoria storica che ahimè a scuola rimane sempre poco esplorata, perché facente parte dell’ultima parte del libro, quando ormai ci si ritrova ad essere con l’acqua alla gola e con il programma che viene praticamente saltato a piè pari.

Poiché però a me ha sempre interessato questo periodo, mi ci sono buttata a capofitto rimanendone affascinata, vuoi per i suoi personaggi così minuziosamente costruiti, vuoi per la storia, quella vera che trasuda paura, sconvolgimento, timore per ciò che si sta mettendo in moto sempre più velocemente.

“Si può comprendere il presente solo se si conosce il passato.”

Ciò che è accaduto veramente poi.

Ed è per questo che “Il tempio del piacere” non potevo farlo aspettare ulteriormente, arrivando perfino a soffiarlo sotto al naso a un collega recensore, che sono convinta, ne avrebbe scritto anche con competenze maggiori delle mie, soprattutto sul fronte storico.

Ogni libro è concatenato al precedente e questo, non ha fatto eccezione.

Storia e storie.

Quello che è accaduto nel mondo.

“Senza uniformi, gli uomini delle SA appaiono per quello che sono: brutali bande di teppisti. Mentre nelle loro uniformi non si sentono criminali, al contrario, hanno persino la presunzione di comportarsi come poliziotti.”

Quello che sta accadendo ai suoi protagonisti.

Al suo interno sono contenute seicentoquaranta pagine che ti trasportano in un altro luogo, in un altro tempo, in un mondo che ha lasciato cicatrici profonde e che sempre più spesso, fa sorgere il dubbio che forse, dal passato non abbiamo imparato nulla.

Un momento sicuramente molto particolare per i nostri protagonisti, denso di cambiamenti e di un leit motiv che caratterizzerà l’intera storia: i non detti nel privato, i non detti sul lavoro, i non detti ovunque per diffidenza e molta paura che, però, data la situazione, renderanno ancora più elettrizzante ed entusiasmante per noi la lettura e, più pericolosa la vita per loro, sul fronte operativo e non solo.

Un libro che ti fa viaggiare fra Berlino e la Polonia, che ti fa respirare l’aria del nazismo sempre più opprimente, che ti racconta di come alcuni da un giorno all’altro perdono tutte le loro certezze e la libertà, che ti stravolge ogni convinzione, pur sapendo che ciò che stai leggendo è già accaduto, non è un’invenzione, bensì la realtà.

La malvagità assoluta esiste, e certe persone la incarnano.”

Ho apprezzato moltissimo questo romanzo, che si è rivelata una folle corse verso l’ignoto, privo di ogni sostegno per Gereon, tenuto in piedi, quest’ultimo, dalla sola convinzione di essere nel giusto e di dover fare la cosa giusta.

Nel mio lavoro, non importa cosa penso delle persone, Conta solo quello che hanno fatto. E cosa possono raccontarmi.”

Altro tema importante, affrontato all’interno del libro è sicuramente quello della condizione della donna che lavora e che soprattutto, aspira a fare qualcosa di più della dattilografa o della semplice madre di famiglia.

Chi ha letto i precedenti, ormai conosce Charly e sa quanto sia determinata e capace. Il suo sogno di entrare in polizia, dopo la laurea, è finalmente avvenuto ma.

Ma è pur sempre una donna.

“Negli ambienti della polizia non si va tanto per il sottile, così è. E se uno vuole starci a forza deve saper fare buon viso.”

In un mondo e in un luogo di lavoro controllato da uomini, lei, come tutte, scoprirà che non conta il saper fare bensì, a contare è ciò che sei e nel 32, a Berlino, una donna non valeva poi molto. Per gli uomini. O almeno per la maggior parte.

Un ritmo incalzante, ritmato da attimi thriller in uno splendido noir con riferimenti storici e alcuni personaggi veramente esistiti, che ti incuriosisce e rapisce dalla prima all’ultima pagina.

Uno scrittore, Kutscher, che sa il fatto suo e lo dimostra raccontando il vero senza mai risultare noioso, proponendo attimi romanzati senza mai risultare fuori luogo o eccessivo e che, ha l’abilità di condurti dove vuole senza fretta ma, altresì, senza mai farti stancare, senza farti perdere l’attenzione, perché non è semplicemente possibile.

Gereon e Charly sono poliziotti ma, sono anche persone con debolezze, convinzioni, frustrazioni e non sono assolutamente perfetti ed è per questo, che risultano così reali all’interno della storia ma anche, altrettanto piacevoli di fronte al lettore. Ti fanno ridere, ti fanno arrabbiare, ogni tanto avresti voglia di prenderli a ceffoni per la loro cocciutaggine ma non riuscirai mai a fare a meno di loro, semplicemente perché sono così e se fossero diversi, non sarebbero più loro.

Non posso che aspettare con ansia i seguiti (ne risultano almeno altri quattro non tradotti), anche perché di cose da chiarire nella storia dei personaggi ce ne sono tantissime.

Una serie irresistibile, irrinunciabile ed estremamente intrigante.

Un buon modo per entrare nella storia, quella vera, anche per chi è curioso ma non è amante dei saggi storici, proprio come me.

“E’ questo il bello di Berlino, qui nessuno si stupisce più di niente.”

Gereon, Charly, servus!

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Volker Kutscher


nato in Lindar nel 1962, vive a Colonia. Dopo gli studi di lingue e letterature tedesca, filosofia e storia ha lavorato come giornalista prima di intraprendere la carriera di scrittore. È principalmente noto per la serie di romanzi avente come protagonista il detective Gereon Rath ambientata a Berlino tra gli anni venti e trenta, romanzi che nel 2017 hanno ispirato la serie TV Babylon Berlin. Nel 2010 ha ottenuto il Burgdorfer Krimipreis grazie al romanzo “La morte non fa rumore”.