Il tempo dell’odio




 Il tempo dell’odio


Autore: Antonio Lanzetta

Editore: La Corte

Genere: Thriller/horror

Pagine: 224

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Cilento, estate del 1943. Michele ha quattordici anni e vive con la madre e le sorelle in un casolare isolato. È tardo pomeriggio quando, di ritorno da una giornata di lavoro nei campi, vede una camionetta di fascisti sulla strada che lo porta a casa. Capisce subito che sta accadendo qualcosa di terribile e, sentendosi impotente, si nasconde in mezzo ai cespugli. Mentre le donne urlano disperate, Michele viene scoperto e per non essere ucciso è costretto a scappare nel bosco. Per Michele questo evento segna la fine dell’adolescenza, l’incontro con la brutalità e la violenza. Comincia un viaggio iniziatico all’insegna della vendetta, dell’odio e del desiderio di trovare le sorelle che sono state rapite. Ferito e sconvolto viene accolto da una vecchia vicina che lo cura offrendogli un nascondiglio. Nel frattempo scopre che anche altre ragazze del paese stanno sparendo. Giovani donne strappate alle loro famiglie. Chi si cela dietro tutto questo e che fine fanno le vittime? Sono i giorni che precedono lo sbarco degli alleati a Salerno e i nazisti sono fuori controllo. Sono loro i responsabili? Michele si unisce a un gruppo di briganti, guidati da un uomo misterioso che si fa chiamare Teschio, che gli mostrerà il loro particolare codice criminale e gli insegnerà il valore dell’onore. Insieme a loro scoprirà una terribile verità.

 Recensione di Denise Antonietti


C’è un momento in cui la vita di Michele si trasforma in incubo. Il punto di non ritorno: quando Balzano e il suo manipolo di fascisti invade casa sua. Violentano, impiccano la madre, e rapiscono le sorelle: la più piccola, Anna, ha appena dodici anni.

Michele assiste, in preda all’orrore, incapace di reagire. Quando viene scoperto deve scappare per salvarsi la vita. Sebbene trovi rifugio a casa di una vecchia vedova, però, l’orrore non finisce: in un susseguirsi di incubi e visioni, rese dall’autore con una tecnica che non può non richiamare quella di Stephen King nell’accostamento a forme e oggetti familiari di immagini disturbanti, Michele non riesce a trovare pace.

Neanche il lettore, a dire il vero, perché la domanda drammaturgica principale non viene avanzata se non diversi capitoli di incubi più tardi: riuscirà il nostro eroe a ritrovare le sorelle rapite e salvarle?

La risposta che troverà sarà peggiore dei suoi timori, e gli verrà dal cuore dei boschi cilentani, nei quali si cela un terribile segreto.

Nel corso del romanzo, che per certi versi oltre a un thriller si può considerare un romanzo di formazione, il protagonista sarà costretto ad affrontare le proprie paure, e a trovare risposta alla domanda più terribile: cosa sei disposto a fare, per la tua famiglia?

Gli ingredienti del thriller e dell’horror ci sono tutti: una casa isolata, un mostro, un mentore altrettanto poco rassicurante, il baratto dell’innocenza con la vendetta, la giustizia che diventa possibile solo a carissimo prezzo. Mancano invece i momenti distensivi, quelli che fanno abbassare la guardia al lettore prima di sferrare un nuovo colpo, quelli che ci rendono certi che le cose potrebbero anche finire bene, prima di precipitarci di nuovo nell’abisso dell’orrore.

La conclusione del romanzo è seguita da alcuni capitoli in cui Michele viene mostrato adulto, narratore degli eventi che hanno segnato la sua adolescenza, che non riesce a sfuggire al destino di violenza a cui quell’episodio lo ha destinato. La vicenda sembra aprire a un sequel, ma l’effetto cornice dei capitoli ambientati nel presente di Michele viene indebolito dal fatto che manca un prologo analogo in cui la vicenda viene introdotta come racconto/ricordo di Michele-narratore

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Antonio Lanzetta


Vive a Salerno. Ha iniziato a scrivere fantasy/young adult, poi ha virato verso il thriller, prima con il racconto breve Nella pioggia, finalista al premio Gran Giallo di Cattolica, e poi con Il buio dentro, romanzo tradotto in Francia, Canada e Belgio. Il buio dentro è stato anche citato dal «Sunday Times» come uno dei cinque migliori thriller non inglesi del 2017.

A cura di Denise Antonietti

https://deniseantonietti.wordpress.com