Il tempo di tornare a casa




 Il tempo di tornare a casa

di Matteo Bussola

Einaudi 2023

Collana: Stile libero big

Narrativa, pag.184

Sinossi. Quante esistenze attraversano una stazione affollata. Dietro i volti delle persone in fila all’edicola o al bancone del bar si nasconde un groviglio di desideri e paure, di dolori e speranze. C’è una donna che non deve partire, eppure resta seduta lí, le borse della spesa ai piedi. C’è un padre che ha smarrito il figlio, e un uomo che sta per separarsi dalla donna della sua vita. C’è un marito che vede un enorme coniglio accanto a sua moglie ogni volta che la guarda, una ragazza che riceve messaggi inattesi, un ragazzo che ha preso una decisione irreversibile. C’è il mistero indecifrabile di ogni incontro capace di farci cambiare strada, e il terrore dell’abbandono sempre dietro l’angolo. Poi c’è uno scrittore con un buffo berretto giallo che si aggira fra i binari dopo aver perso il treno, ed è impaziente di salire sul prossimo. Perché sa che alla fine del viaggio troverà la sua famiglia ad aspettarlo. Perché «l’amore ha sempre, sempre a che fare con qualcuno in grado di riportarti a casa».

“Io credo che le storie servano a scaldarci quando il vento è troppo freddo, a farci sentire meno soli, a sapere che tutti, a prescindere da treno, condividiamo lo stesso viaggio. Servono a permetterci di incrociare sguardi diversi dal nostro…È la traccia di un cammino, dell’andare verso qualcosa o del volersene allontanare, la testimonianza di un amore oppure di una sofferenza, di un incontro o di un addio. Di uno smarrimento e di un ritorno… Scrivere non è che un modo per accogliere il nostro dolore e quello degli altri, dargli voce, intuirvi un senso o una direzione… a cosa servono le storie… A dare un senso alle nostre attese. A farci capire che c’è sempre un treno da prendere nonostante tutto. A farci sentire che siamo ancora in tempo.”


Recensione di Loredana Cescutti

Il mio passaggio dalla stessa stazione in cui si è trovato per caso l’uomo dal cappello giallo è stato del tutto casuale, ma l’effetto che mi ha suscitato, quello lungi dall’essersi rivelato tale e anzi, credo proprio che ogni parola lasciata sulla carta da Bussola, sia stata volutamente utilizzata per scuotermi dentro.

“… non siamo noi a trovare le storie. Sono le storie a trovare noi…”

Devo dire che si è rivelato sorprendente aspettare il treno in stazione con l’autore, fermandomi, assieme a lui, osservando e leggendo le possibili storie che si sono avvicendate come anche l’incrocio di visi e di vite diverse ma anche simili, in forze, debolezze e problemi.

“… c’è una sola maniera per far cicatrizzare bene una ferita, passata la fase di primo soccorso. Per fare in modo che i tessuti si rigenerino… Esporla all’aria aperta…”

A chi di noi è capitato almeno una volta di sedersi in mezzo a gente sconosciuta, per poi fermarsi a osservare, a ricomporre i pezzi, a unire il puzzle con ciò che la nostra immaginazione ci aveva aggiunto per completare o arricchire qualcosa di scialbo?

Secondo me a tutti.

Con un linguaggio semplice, schietto ma estremamente profondo e riflessivo, l’autore mi ha condotta in questo caleidoscopio di attimi e di attese, di mondi vitali, di dubbi e incertezze, di persone incrociate così, per caso, e che però, attraverso le loro voci hanno contribuito a portare chiarezza in mezzo a eterni dubbi e in verità nascoste che ritornano in superficie. In sostanza, è riuscito a portare in luce l’ammissione di paure talvolta immotivate e convinzioni prontamente disattese perché qualcosa, una nuova possibilità, un nuovo inizio, una nuova strada ci sono e ci saranno sempre, come i treni.

“… scrivo perché non so fare nient’altro…”

Lo stupore provato affrontando questa lettura si è palesato da subito ne sono rimasta colpita e affascinata, si può dire anche incuriosita e come un agente segreto, ho seguito questo eccentrico signore dal cappello giallo e grazie a lui, o meglio, attraverso i suoi occhi e i suoi pensieri mi sono lasciata trasportare in queste vite, tutte diverse, alcune estremamente complesse, ma accomunate dal luogo: la stazione.

Un viaggio con le parole e con le emozioni più semplici che al termine, nelle battute finali, mi ha strappato un sorriso e, mi ha lasciata con grossi spunti di riflessione e con la certezza di aver letto qualcosa di speciale, di intimo, d’importante, come solo le storie più semplici e concrete lo sanno essere.

“… piccoli incontri come questo possono cambiare anche il gusto di una giornata…”

Buona lettura!

Acquista su Amazon.it: 

Matteo Bussola


è nato a Verona nel 1971. Ha conseguito la laurea in architettura a Venezia ma poi ha preferito dedicarsi alla carriera di fumettista. Lavora con diverse case editrici di fumetti, italiane e straniere: con Eura Editoriale (oggi Aurea), Star Comics, con le case editrici francesi Soleil e Humanoides Associés. Nel 2011, insieme a Paola Barbato, crea il web-comic “Davvero”, poi pubblicato sotto il marchio Star Comics. Nel 2012 inizia a collaborare con Sergio Bonelli Editore, entrando a far parte dello staff di disegnatori della serie Adam Wild. Tiene una rubrica settimanale su “Robinson” dal titolo Storie alla finestra, e conduce con Federico Taddia un programma settimanale su Radio 24, I padrieterni, sul ruolo dei nuovi padri. Il suo primo libro, Notti in bianco, baci a colazione è pubblicato da Einaudi (2016). Altri libri pubblicati con Einaudi sono: Sono Puri i loro sogni. Lettera a noi genitori sulla scuola (2017), La vita fino a te (2018) e L’invenzione di noi due (2020), Il tempo di tornare a casa (2021), Viola e il blu (2021), Il rosmarino non capisce l’inverno (2022), Mezzamela (2023).