Il volto del mio assassino




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Sophie Kendrick

Editore: Giunti Editore

Traduzione: Sara Congregati

Genere: thriller

Pagine: 312

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Quando Clara si risveglia finalmente dal coma, la sua vita precedente è un buco nero di cui non ricorda nulla. Perfino gli occhi azzurri di Roland, l’uomo che dice di essere suo marito, sono per lei gli occhi di un estraneo. Ma ricordare è vitale, perché Clara è stata aggredita brutalmente e la sua casa incendiata da qualcuno che forse tornerà a finire il lavoro. In qualche angolo della sua mente potrebbe nascondersi quel volto, ma è difficile riportarlo alla luce in mezzo a tanti incubi confusi. Può davvero fidarsi di se stessa, visto che secondo Roland soffre da anni di psicosi e manie di persecuzione? O dovrebbe invece credere a Jan Colbe, il poliziotto che sembra insinuare dubbi su suo marito? Ricco e affascinante scrittore berlinese, Roland è l’unico legame importante di Clara, che vive con lui un’esistenza molto appartata dopo aver abbandonato il lavoro di giornalista in seguito a un crollo nervoso. Per lei è uno shock scoprire che proprio Roland le ha nascosto dettagli importanti: per esempio il fatto che Clara abbia denunciato più volte un misterioso stalker che lasciava petali di rosa sulla sua porta. O forse anche questo era solo frutto delle sue fantasie? Quando un giorno Clara rischia di essere investita da un camion, qualcosa scatta in lei. Non può più appoggiarsi a nessuno: è l’unica a poter recuperare tutta la verità su se stessa. E sul suo potenziale assassino. Un viaggio psicologico inquietante che lascerà senza fiato anche i lettori più consumati.

Recensione

Chi siamo noi?

In che modo ci percepiamo?

Come ci relazioniamo con gli altri, mettendo in pista le nostre difese?

Che succederebbe se tutto ciò che siamo fosse cancellato con un colpo di spugna dalla nostra mente?

Queste le riflessioni che il romanzo “Gli occhi del mio assassino” possono indurre nel lettore e portarlo alla conclusione che siamo ciò che ci ricordiamo di essere. Il nostro bagaglio di conoscenze e di esperienze circoscrive il nostro spazio e determina il nostro modo di essere e le nostre scelte, mentre a livello inconscio, probabilmente, guida le nostre azioni e reazioni.

Se improvvisamente questo nostro vissuto non esistesse più, cesseremo di esistere anche noi, poiché non ci riconosceremmo più. L’assenza dei nostri filtri, delle nostre barriere, di tutto ciò che costituisce che il nostro vissuto ci restituirebbe vergini, inconsapevoli e indifesi di fronte alla vita, come neonati imprigionati in un corpo adulto.

Se ciò che ho detto finora un po’ scalfisce le vostre corazze e vi fa pensare a quanto è preziosa ed indispensabile la nostra memoria, immaginate che tipo di esperienza potrebbe essere l’amnesia.

Dunque suspense, mistero, follia e colpi di scena sono gli ingredienti di questo thriller coinvolgente che ho letto con grande curiosità e con un pizzico di incredulità.

Mentre la trama, quasi “hitchcockiana” non brilla di particolare originalità, sondando temi abbastanza sfruttati quali la perdita di memoria, la costruzione e il linguaggio di questo romanzo sono decisamente notevoli e ne fanno un libro da cui trarre godibilità mischiata con una decisa tensione narrativa.

Il romanzo di per sé è piuttosto statico, sia per l’ambientazione, circoscritta prevalentemente alla città di Berlino, sia per le atmosfere, dove regna il sospetto e dove nessuno sa di chi può o non può fidarsi.

Il racconto è in prima persona; l’autrice fa un sapiente uso del tempo indicativo presente per sottolineare tutti i pensieri della protagonista, Clara Winter, giovane donna, apparentemente disturbata, dal passato oscuro, vittima di un’amnesia che le fa distorcere la realtà e dubitare di chiunque le sia vicino, tanto che perfino il lettore si trova confuso, senza sapere a chi può credere veramente.

L’autrice compie un vero e proprio viaggio nella psiche della protagonista e sa come insinuare il dubbio nel lettore. Clara, che è alla ricerca disperata della verità sul proprio conto, sulla propria famiglia e sul proprio marito, è un personaggio suggestionabile, impaurito, che teme di aver fatto del male.

L’autrice dà voce ai suoi pensieri in modo eccellente: personalmente riconosco di essere stata costantemente turbata e affascinata al tempo stesso dalle paranoie di Clara, dai suoi timori irrazionali, dai suoi deliri, dai suoi incubi ricorrenti. Leggendo non si può fare a meno di fare noi stessi delle congetture e di spostare i nostri sospetti sui vari personaggi, senza mai essere sicuri di niente. L’ansia si tocca con mano in ogni pagina!

Molteplici anche i sentimenti che la lettura ha scatenato in me: incertezza, angoscia, paura irrazionale e la consapevolezza che la perdita della nostra storia personale è capace di cancellare la nostra vita con una semplice passata, come se non fosse mai esistita. Perdere la più semplice delle certezza (chi siamo e cosa vogliamo) è devastante per l’uomo, che non riconoscendosi smarrisce la percezione di sé sentendosi in balia degli altri.

Non manca ovviamente un mistero da sciogliere, che non è solamente l’identità della protagonista, ma anche la ricerca di un misterioso assassino che ha attentato alla vita di Clara e che ne ha ucciso la sorella. Il lettore dovrà anche scoprire il passato della famiglia di Clara, proveniente dalla Germania dell’Est e in qualche modo divisa proprio dal Muro di Berlino e da un destino beffardo.

E quando il Colpo di Scena (lo scrivo in maiuscolo perché c’è un solo ed unico vero colpo di scena!) vi avrà letteralmente travolto, forse inizierete ad intuire la verità …. o forse no….

Insomma, “Il volto del mio assassino” è un romanzo in cui il “potrebbe essere”, in cui il dubbio e l’incertezza perenne attanagliano il lettore dall’inizio alla fine.

Credetemi, non c’è niente di peggio (o di meglio?) del dubbio per tenere sveglio e ricettivo qualsiasi lettore! Ma credo di poter affermare che non è esattamente banale fare un uso intelligente e proficuo del dubbio, come invece fa la Kendrick, peraltro con grande maestria!

Insomma, un ottimo esordio, direi, per Sophie Kendrick! Speriamo che il suo secondo romanzo giunga presto in Italia!

Sophie Kendrick


ha vissuto in molti Paesi europei, tra cui la Gran Bretagna, dove ha studiato letteratura. Ha lavorato per un’agenzia letteraria e come ghostwriter, prima di scrivere il suo primo romanzo, “Il volto del mio assassino”, che si è rivelato un grande successo del passaparola. L’ editore tedesco Rowohlt ha pubblicato fra i titoli di punta del 2019 anche il suo secondo thriller, molto richiesto dai lettori.

 

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