Il volto della vita




IL VOLTO DELLA VITA 


Autore: Giorgio Gavina

Editore: Echos Edizioni

Genere: Mistery

Pagine: 252

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Modelle, musica, alcol, soldi. Alcuni dei pilastri che sorreggono la Milano da bere, sino all’arrivo di Mani pulite. É in questi anni che Diego, musicista per passione, figlio di un impresario funebre subisce l’aggressione domestica che lo porterà alla perdita dell’occhio. Tentativo di rapina andato male? Scambio di persona? Vendetta famigliare? Questa mutilazione porta il giovane in un abisso depressivo che lo spinge a trasferirsi in un paese di montagna semi disabitato. Unico compagno di vita il suo cane, Poe. É l’incontro fortuito con la bella Daniela a ridargli la forza di tornare in città, ricontattare famiglia e amici. A indurlo ad iniziare una nuova vita da imprenditore, musicista e da investigatore. Saranno i compagni della band, il dissoluto fratello dalla vita al limite, l’amico zingaro che lo aiuteranno a scavare nel torbido mondo di soldi, droga, ricchi imprenditori brianzoli, malavitosi calabresi e belle donne. Un susseguirsi di episodi di violenza, stati emotivi, relazioni sentimentali e vicende famigliari il romanzo… sino ad un imprevedibile finale.


Recensione di Chiara Forlani


Ti faccio una promessa, se continuerai con passione, quando sarai pronto ti offrirò in cambio la mia sconfitta.” Stiamo parlando di musica. “Nella custodia non c’è il basso blu che aveva scelto ma il basso nella roccia, quello creato per Rebecca. Mario e suo padre devono averlo scambiato mentre lui stava scegliendo il manuale.”

Questo libro noir, o mistery come si voglia definirlo, è profondamente intessuto di musica. Ogni pagina la richiama a gran voce. Fin da piccolo, Diego si appassiona agli strumenti musicali, prima alla chitarra e poi al basso.

Con il fratello e i suoi amici cerca da sempre di creare una band e a un certo punto ci riesce. L’amore per la musica, per l’espressione dell’animo umana per mezzo di uno strumento musicale, si respira in ogni passo di questo romanzo. È un’aspirazione sentita e profonda, è quella che motiva il protagonista più di ogni cosa, che lo fa vibrare, che lo fa sentire unito agli altri esseri umani. Il romanzo è intessuto di citazioni musicali, direi quasi di note.

Il protagonista viene colpito all’occhio nel corso di un’aggressione. Lui non ricorda quasi niente:

vedo un’immagine sbiadita, il soggetto è appannato ma il gesto è chiarissimo. L’avambraccio, la mano e la lama che mi ha colpito.” L’evento non è scevro di conseguenze: Diego organizza il suo finto funerale, grazie alla connivenza della ditta di pompe funebri di famiglia, e si ritira solitario e inquieto in un paese abbandonato di montagna, con la sola compagnia del cane Poe. “Si guarda e si osserva nell’inutile specchio di un insulso paese di mezza montagna semi abbandonato dall’uomo. Ideale solo per i vecchi e i vigliacchi come lui.”

Qui Diego trova l’amore e la determinazione di tornare a vivere, per fare luce su quanto accaduto nella sua vita, per riallacciare i rapporti perduti e, forse, per tornare a dedicarsi alla musica.

Si riveste con abiti puliti e si immerge sotto quel cielo nero come il suo occhio cieco, come il suo spirito, come il periodo che ha passato, come se stesso.”

Il mistero è fitto e complesso, fatto di passaggi che portano il protagonista verso la coscienza, poco alla volta. La profonda conoscenza dell’animo umano dell’autore, che si occupa di consulenza e comunicazione ed è psicologo, rende serrate le fila del libro. Ci fa conoscere le pieghe più recondite della mente umana, le sue motivazioni, gli aspetti meno comodi e graditi.

La scrittura è asciutta e sincopata, dura e tagliente come un pezzo di musica rock. Il protagonista è monocolo e l’autore è riuscito a farmi condividere il suo mondo come se anch’io lo vedessi con un occhio solo, a spicchi e ritagli, che svelano la realtà solo dopo una lunga ricerca. Le svolte della storia sono tante e inaspettate ma è opportuno che chi recensisce non sveli troppo.

Definirei questo romanzo una lunga sonata malinconica, anzi, per meglio dire, tragica. Un canto di disperazione ma anche di rivalsa.

Con la poca luce, i grandi pensieri escono come inferociti sorci sfuggenti al branco di gatti selvatici”.

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Giorgio Gavina


figlio unico di figli unici, nasce a Vercelli il 03/11/1971 e lì risiedo per trentratrè anni dividendosi tra zanzare, aperitivi e musica. Ora vive nella parte più bresciana della provincia di Mantova a ridosso sulle sponde del Garda, dove si divide tra famiglia, lavoro, amici, cavalli, cani e libri. L’ordine è del tutto casuale. Dopo un diploma in agraria si è dedicato alle scienze psicologiche, la risultante post laurea è l’aver una cornice in più da spolverare e l’attenta analisi psicologica dei suoi personaggi. Nella vita si occupa di formazione, consulenza, comunicazione commerciale. Ha esordito nel 2015 con il romanzo noir L’uomo del bene e del male, nel 2016 esce la raccolta Sono solo un uomo, nel 2017 la biografia Il branco ha serrato le fila, nel 2018 Reset – Sfida di Gerry.

A cura di Chiara Forlani

https://www.chiaraforlani.it/