Improvvisa la vita




Sinossi. Alberto ha cinquant’anni e vive solo col vecchio padre in una città, Milano, che sente come una gabbia ostile. Lavora come oscuro impiegato in una casa editrice, in continuo contatto con la creatività altrui senza mai riuscire a esprimere la sua. Ma soprattutto non conosce l’amore di una donna. È la sua pancia il problema, una pancia che gli impedisce di vedersi i piedi e gli impedisce tante altre cose, che si frappone con la sua sporgenza tra lui e una possibile moglie. Alberto decide allora di investire tutti i suoi risparmi in un periodo di cura nella mondana Casa della Respirazione, in Andalusia. Lì, tra diete, ginnastica, agopuntura, massaggi e yoga, «la sua pancia, origine di tutti i suoi mali morali, sarebbe rientrata in dentro come una fisarmonica premuta». Lontano dalla nebbia della sua città, Alberto si lascia ammaliare dall’assolato paesaggio andaluso e, al di là del mare, dal miraggio dell’Africa, terra di sogno e forse di riscatto. Durante il soggiorno, è attratto da una marsigliese e poi da una olandese, conosce il primo amore, trova ispirazione per scrivere il suo primo libro, e poi parte per un viaggio in Marocco. Insomma, Alberto sembra finalmente pronto a far sbocciare improvvisa la vita…

 IMPROVVISA LA VITA

Introduzione di Emanuele Trevi

di Ottiero Ottieri

Guanda 2023

Narrativa, pag.256

 Recensione di Roberta Canu

Singolare il modo in cui l’autore ci presenta il suo anti eroe per eccellenza, ovvero Alberto, un uomo buffo, acerbo nei confronti della vita e quando si tratta del gentil sesso ancora meno in linea con tutto ciò che è virile o sicuro di sé. 

Alberto è milanese, ma a lui di Milano non importa proprio niente… addirittura il solo pensiero di tornare in quella città plumbea e priva di calore riempie l’anima di solitudine e di tristezza, lo fa pensare continuamente alla morte, da cui invece sfugge andando a Marbella, frequentando la Casa della Respirazione, un posto inusuale, quasi fuori dal mondo, in un microcosmo tutto suo.

Ma il punto cruciale di tutto è la pancia bella prominente di Alberto, fonte di insicurezza in lui e, come si vedrà in seguito nella lettura del romanzo, anche di marcata metafora dell’incomprensione spesso forte ed evidente tra uomini e donne ma non solo, infatti subentreranno anche aspetti filosofici orientaleggianti opposti a quelli occidentali e molti altri argomenti.

Però è come se proprio quell’essere così pingue e goffo, agli occhi del lettore, lo rendessero un personaggio incredibilmente verosimile e autentico, e per di più dimostrerà, Alberto, di essere un uomo molto, molto intelligente ed autoironico.

L’autore, anche attraverso l’accurata e certosina introduzione di Emanuele Trevi, ci presenta un’opera spettacolare e versatile, in quanto il protagonista rievoca per davvero altri personaggi della letteratura come ad esempio Zeno Cosini di Italo Svevo, plasmando il concetto di mutazione dell’essere, del voler cambiare atteggiamento nei confronti della vita, però con la medesima ostentazione e cocciutaggine, agganciandosi ai padri e capisaldi della psicoanalisi: Freud e Jung.

C’è un aspetto molto importante nel romanzo che va sottolineato, ovvero il modo in cui Alberto riesce ad ascoltare soprattutto le donne e il modo in cui le stesse sono attratte da lui, andando oltre l’aspetto estetico, ma anche il fatto che la sua pancia diventi così importante, diventi quasi poesia, protagonista più di quanto non lo sia Alberto stesso, in un’ampia e favolosa diatriba tra il suo corpo e la sua psiche.

Interessantissimo spaccato di vita quotidiana che va oltre ogni singolo attimo di timore, oltre le avversità e i luoghi comuni di una società fin troppo materialista e poco sognante, riuscendo anche a sedurre e strappare lacrime e sorrisi.

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Ottiero Ottieri


Ottiero Ottieri: (Roma 1924 – Milano 2002) si laurea in Lettere a ventuno anni. Dal 1946 inizia a collaborare alla Fiera Letteraria e successivamente a diverse riviste letterarie. Nel 1948 si trasferisce a Milano, nel 1953 entra all’Olivetti, e nel 1955 si trasferisce a Pozzuoli, nella sede della nuova fabbrica. Da questa esperienza nasce nel 1959 Donnarumma all’assalto, che insieme alla Linea gotica (1963), dà avvio alla letteratura industriale in Italia. In seguito, abbandonato il lavoro presso l’Olivetti, Ottieri ritorna definitivamente a Milano. Tra le sue opere ricordiamo: Memorie dell’incoscienza, Tempi stretti, L’impagliatore di sedie, Diario del seduttore passivo, L’infermiera di Pisa, I due amori, Il palazzo e il pazzo, Contessa, Il poema osceno. Presso Guanda sono usciti: Storia del PSI nel centenario della nascita, De morte, La psicoterapeuta bellissima, Una tragedia milanese, Cery, Una irata sensazione di peggioramento, L’irrealtà quotidiana, I divini mondani Il campo di concentrazione.

A cura di Roberta Canu

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