In forma di essere umano




 In forma di essere umano


Autore: Riccardo Gazzaniga

Editore: Rizzoli

Genere: Giallo storico

Pagine: 516

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Argentina, 1960. Sono passati quindici anni dalla caduta del nazismo e Adolf Eichmann, ex tenente delle SS scampato al processo di Norimberga, si è rifatto una vita sotto falso nome. Niente in lui conserva i segni dell’ufficiale del Reich che ha contribuito a rendere possibile la soluzione finale. Adesso si chiama Ricardo Klement e vive in un sobborgo di Buenos Aires insieme alla moglie Vera e ai figli. Abita in una casupola senza acqua corrente né elettricità e lavora in una fabbrica della Mercedes.Ancora non sa, Eichmann, che i suoi giorni sono contati e incombe su di lui il momento in cui dovrà affrontare il passato. L’agente del Mossad Zvi Aharoni è sulle sue tracce, pronto a tutto pur di consegnarlo alla giustizia israeliana.


In forma di essere umano

A cura di Marina Toniolo


 Recensione di Marina Toniolo

Oggi, quindici anni e un giorno dopo l’8 maggio 1945, comincio a riandare con la mente a quel 19 marzo dell’anno 1906 in cui, alle ore 5 di mattina, vidi la luce di questa terra, in forma di essere umano. Adolf Eichmann, memorie autografe”.

Sono a conoscenza, da letture fatte nel passato, dei viaggi compiuti dai nazisti per sfuggire alla giustizia. Lasciapassare redatti dallo Stato Pontificio e vie di fuga che passano attraverso l’Italia per ripulire, come il riciclaggio odierno, gli uomini che negli anni precedenti si sono macchiati dei crimini più efferati.
Ex SS che improvvisamente diventano cittadini del Trentino Alto Adige e riescono ad imbarcarsi a Genova verso il Sud America. Quanti sono fuggiti? Tantissimi, compresi gli esponenti di spicco del partito. Molti sono stati catturati e processati a Norimberga, ma Eichmann è riuscito a sfuggire a inglesi, americani e russi e a reinventarsi boscaiolo per cinque anni dopo la fine della guerra.

Conduce una vita sottotono e così rimane anche in Argentina, dove si stabilisce; raggiunto poi dalla famiglia costruisce una casa nella periferia di Buenos Aires e lavora come caporeparto nella fabbrica della Mercedes. Dall’altra parte del mondo il Mossad israeliano muove le sue pedine per rintracciare Adolf Eichmann, che ora si fa chiamare Ricardo Klement. L’agente Zvi Aharoni, cittadino tedesco emigrato nel novello stato di Israele è sulle sue tracce e, alla fine, partecipa alla cattura e al trasferimento dell’unico ufficiale nazista il cui incarico è, sin dall’inizio, risolvere la questione ebraica.

Un romanzo possente questo di Gazzaniga. Con il doppio punto di vista di Eichmann e di Aharoni entro nella mentalità di chi, in quegli anni, pensava di averla fatta franca e di chi, invece, voleva a tutti i costi assicurare alla giustizia un criminale dell’umanità. Ripercorro l’ascesa e la caduta di Eichmann, un uomo banale che cerca di nascondersi ma che invece ricerca attenzione. Vuole poter svelare al mondo intero che lui è persona del Reich, un potente che aveva diritto di vita e di morte su milioni di persone. Un uomo totalmente privo di empatia:

ma non ho sentito una sola parola di rimorso. E’ come se fosse vuoto. Un recipiente di ordini, ha detto una volta. E ha ragione. E’ un involucro vuoto che il Reich ha potuto riempire con tutto quello che voleva”.

Nessuno scrupolo, nessun turbamento, nessun ripensamento.

Aharoni invece ha spessore, vive dall’altra parte della barricata. Lo permea un senso della giustizia che definisce perfettamente l’integrità e la moralità dell’uomo. Non torce un capello al nazista, non lo offende, non lo insulta quando lo rapisce. La sua è la forza del giusto.

E’ stato scritto molto su questi argomenti. La voce di Gazzaniga esplora nel profondo la coscienza dei due protagonisti con le ansie e i turbamenti provati nel corso dell’operazione. Non tutto è storico, ma, da lettrice, posso dire che è quello che avrei provato io nella loro stessa situazione. Qual è il limite tra giustizia e omicidio? Si dice che il processo fatto a Eichmann sia una farsa: gli ebrei fin dall’inizio vogliono giustiziarlo. Ma credo che una sentenza di morte data alla fine di un processo sia il giusto epilogo per un uomo banale (Hannah Arendt, La banalità del male) che non ha voluto opporsi o fermarsi di fronte all’orrore. La voce originale nel contesto storico è quella di Aharoni e qui ha sua giustissima rivalutazione. Solo un uomo che trentacinque anni dopo incontra il figlio più piccolo di Adolf per spiegare la storia del padre e della sua cattura, in modo che i suoi nipoti possano ribaltare il significato del cognome Eichmann.

Un duello di pensieri e azioni si rincorrono nelle pagine. “In forma di essere umano”merita di essere letto per la profondità dell’intimo e per l’accuratezza storica.

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Riccardo Gazzaniga 


Riccardo Gazzaniga è nato nel 1976 a Genova, dove vive. Sovrintendente della Polizia di Stato, lavora nella caserma di Bolzaneto. Ha vinto la XXV edizione del Premio Italo Calvino con ‘A viso coperto’ (Einaudi 2013); è fra gli autori di ‘Undici per la Liguria’ (Einaudi 2015) e ha pubblicato ‘Non devi dirlo a nessuno’ (Einaudi 2016), Abbiamo toccato le stelle (Rizzoli 2018), ‘Colpo su colpo’ (Rizzoli 2019).