In un mare senza blu





DETTAGLI:

Editore: iDobloni Enigmi

Genere: thriller

Pagine: 200

Anno edizione: 2024

Sinossi. Michele non è che un ragazzino quando prende in mano, per la prima volta, una pistola. Ciro è troppo bello e troppo sensibile per sopravvivere alle anime del Vicolo in cui cresce e da cui fugge. Tra loro un’amicizia indissolubile, Mario a unirli per la vita e una Napoli ai margini, sfruttata e abbandonata. E i più bei sogni, nati guardando il blu del mare sono destinati a durare poco. Vico Stella, dove Michele, Ciro e Mario sono nati, diventa troppo presto Vicolo Nero e tutti loro si ritroveranno a fare i conti con un’esistenza dura. Un romanzo di scelte e compromessi, di gabbie e libertà e di un mare il cui blu non è per tutti. Francesco Paolo Oreste dà vita ad un affresco quanto mai contemporaneo, che mette su carta la fatica di un mondo in cui le speranze sembrano non avere mai fortuna, e forse proprio per questo, vivono con ancora più forza e determinazione.

 Recensione di Stefania Ceteroni

Sono tre ragazzini nati e cresciuti nella Napoli dei vicoli, quella degli emarginati, dei diversi, di quelli con una vita difficile e un futuro incerto davanti agli occhi. Sono quelli che devono lottare con le unghie e con i denti per sopravvivere, giorno dopo giorno.

Mario. Ciro. Michele.

Per Mario il destino ha in serbo una grande sorpresa. Inaspettata. Dolorosa. Definitiva.

E gli altri due, pure, devono fare i conti con una realtà dura, che non fa sconti, che chiede loro di fare delle scelte troppo grandi per la loro giovane età. 

Eppure, Ciro e Michele le loro scelte le fanno, eccome. Non senza dolore, non senza lasciarsi alle spalle quei ragazzini che sono stati giusto poco tempo fa e che, lo sanno bene, non saranno più. E se Michele sembra fare le sue scelte con maggiore consapevolezza e maggiore distacco dai sentimenti, per Ciro il dolore arriva a bussare alla porta con foga e con colpi sempre più intensi.

La storia dei tre ragazzini di Vico Stella, ribattezzato – a motivo – Vicolo Nero, è una di quelle che si insinuano sottopelle per non andarsene più. Quei ragazzini appaiono con chiarezza davanti agli occhi del lettore – Michele con la sua mezza faccia, Ciro con i suoi riccioli e i suoi bei lineamenti – che resta con un certo retrogusto amaro in bocca una pagina dopo l’altra per arrivare a un finale che tenta di rimettere in sesto le cose. Per quanto possibile.

È una storia dura, difficile, la loro, raccontata in modo rude, diretto, efficace. Perché certe storie non possono essere rese se non in questo modo. È una storia dolorosa. In qualunque modo vada a finire. Perché è il percorso che porta alla fine a essere tale. È una storia dolorosa per tutti ma nella quale non manca quella tenerezza e quell’intensità che sono proprie di una grande amicizia. Un’amicizia che sopravvive agli eventi e si trasforma, cresce, matura e resta comunque qualche cosa di grande. Anche in mezzo a tante brutture, a tanto dolore. 

Ci può essere redenzione in una storia così? Si può raggiungere la pace, vivere in pace? Con gli altri e, soprattutto, con se stessi?

Lo stile dell’autore è scorrevole ma non scontato. In alcuni passaggi sembra di assistere a un botta e risposta tra pensieri,  congetture,  considerazioni e nulla stona nell’insieme. 

Molto efficaci le descrizioni dei meccanismi che regolano la vita del Vicolo. 

Efficaci e dolorose anch’esse. 

Profondamente, e tristemente, reali.

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Francesco Paolo Oreste


(Torre del Greco, 1973), poliziotto, laureato in Scienze Politiche con specializzazione in Criminologia. È tra i fondatori delle associazioni culturali Eureka e In-Oltre attraverso le quali promuove la cultura della legalità e la difesa dell’ambiente, in particolare nelle scuole primarie e secondarie della periferia vesuviana. È autore di Il cortile delle statue silenti (2015), Mi sono visto di spalle che partivo (2010) e Dieci storie sbagliate. Più una (2014).

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com