Inferno bianco




Recensione di Manuela Baldi


Autore: Arne Dahl

Traduzione: Alessandro Borini

Editore: Marsilio Farfalle I Gialli

Genere: Thriller

Pagine: 412

Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi. Quando l’ex sovrintendente della polizia criminale di Stoccolma Sam Berger riapre finalmente gli occhi, non ha la più pallida idea di dove sia finito. Intorno a lui è tutto bianco, un mondo senza segni. Dopo settimane di indagini, ufficiali e non, il caso Ellen Savinger si è risolto con la liberazione di sei delle sette ragazze rapite. Ma a quale prezzo? La quindicenne Aisha Pachachi manca ancora all’appello, Sam ha dovuto lasciare il suo incarico e qualcuno che gli era molto vicino ha pagato con la vita. In fuga da una giustizia che ha smesso di essere tale, ora che anche i servizi segreti lo stanno braccando, non gli resta che seguire le istruzioni di Deer, l’unica che tra i colleghi sembra avere ancora fiducia in lui. Deer ha ricevuto una lettera che contiene importanti informazioni su un vecchio caso mai chiarito, il primo a cui hanno lavorato insieme. Bisogna assolutamente trovare la donna che l’ha scritta. Nell’indagine che aspira a rimettere in ordine il passato, al fianco di Sam c’è di nuovo Molly Blom, fino a poco prima considerata la punta di diamante dei servizi, e ora ricercata come lui. Ma Sam può davvero fidarsi? In un inquietante viaggio alla scoperta delle profondità più buie della psiche umana, Sam e Molly attraversano i territori più remoti dell’interno del paese, verso un’oscurità disturbata in netto contrasto con la quiete assoluta e il candore niveo dei luoghi isolati dove la caccia a una verità sempre più sfuggente continua.

RECENSIONE

Tanto bianco, opposto al buio che avvolge alcuni protagonisti. Paesaggi nordici da cartolina opposti agli interni desolati descritti nel libro. I ricordi che si mescolano alla realtà. Dahl, non svela molto dei suoi protagonisti, Sam Berger e Molly Blom qui alla loro seconda avventura. I due si nascondono, paiono ricercati e sicuramente sono spiati; lui faceva parte della polizia criminale, lei agente di punta della Säpo, i servizi segreti svedesi.

Il libro è scandito in giorni, Dahl è molto abile ad intricare la trama, creando curiosità in chi legge, si è spinti ad andare avanti per comprendere meglio. La costruzione del romanzo è particolare, azioni descritte che divengono chiare e trovano una loro spiegazione solo dopo molte pagine, è necessario aver letto il primo episodio, altrimenti si faticherà molto a capire alcuni riferimenti perché il passato ha un’enorme importanza nella narrazione.

Questo è il limite che trovo, non riesco a definirlo difetto, perché per contro mi piace moltissimo la tensione che da un certo punto del libro in avanti, sarà molto forte e che suggerirà a chi legge diverse possibilità di epilogo.

La lettura consente di immaginarsi, “vedere” le scene e dal mio punto di vista il libro si presta senza dubbio ad essere trasformato in una fiction.

Come Dahl fa dire a Sam Berger:

Certo, ne abbiamo viste di tutti i colori, e da poliziotti navigati sappiamo che non c’è nulla di ciò che possiamo immaginare, nemmeno spingendoci al massimo con la fantasia, che si avvicini anche solo lontanamente a quello che ha da offrire la realtà. Però…»

Il libro è proprio così, nulla di quanto possiamo immaginarci leggendo, ci avvicinerà all’epilogo.

Rimango in attesa delle prossime avventure del duo Berger & Blom.

 

Arne Dahl


Arne Dahl, pseudonimo di Jan Arnald (Sollentuna, 11 gennaio 1963), è uno scrittore svedese. Scrittore e critico letterario, a Stoccolma collabora con l’Accademia di Svezia[1]. Scrive principalmente romanzi gialli sotto il suo pseudonimo ed è famoso soprattutto per la serie di romanzi incentrati sul “Gruppo A”, pubblicata in Italia da Marsilio. La serie, tradotta in venticinque lingue e premiata con il Palle Rosenkrantz Prisen e più volte con il Deutscher Krimipreis[1], è ambientata a Stoccolma e ha per protagonista Paul Hjelm.

 

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