Intervista a Cristina Aicardi & Ferdinando Pastori




A tu per tu con l’autore


Ciao Cristina e ciao Ferdinando, innanzitutto grazie per aver accettato la mia intervista per ThrillerNord e complimenti per i vostri romanzi.

Voi vi siete cimentati in un’impresa, a mio avviso, difficilissima: scrivere a quattro mani. A chi di voi è venuta l’idea e come la gestite nella quotidianità della scrittura?

Cristina: È nato tutto per caso, da una chiacchierata tra noi durante una pausa del Festival NebbiaGialla 2021, l’unica edizione trasmessa solo in streaming a causa del Covid. A lanciare l’idea è stato Ferdinando, proponendo di provare a scrivere qualcosa di leggero e divertente, forse per esorcizzare i tempi bui che tutti stavamo vivendo. In prima battuta ho risposto picche, come sono solita fare. Non avevo mai pensato di scrivere, perché prima di tutto sono una lettrice. Poi, però, Olga Cazzaniga Peroni mi si è presentata davanti come un  fulmine a ciel sereno… irruente, sarcastica e con tanto di famiglia al seguito e allora ho chiamato il mio socio…

Ferdinando: … a questo punto la sfida che le avevo lanciato era stata accettata e ci siamo messi a lavorare su trama e scaletta, rigida per me e malleabile per lei. Già, perché come Olga, anche Cristina è quasi sempre sopra le righe e mai dentro. A volte occorre riportarla in carreggiata. Quanto al metodo di scrittura, abbiamo deciso di non dividerci i compiti seguendo capitoli o personaggi, ma in base alle situazioni che di volta in volta potevano risultare più congeniale a uno o all’altra. Poi, tante mail, telefonate e abbondanti colazioni… di lavoro.

Olga è un personaggio davvero particolare perché vulcanica e “sopra le righe”, ma in questo sequel ha subito un’evoluzione mostrando il suo lato tenero che già avevamo intuito nel finale di Dolce da morire. Il personaggio è stato “partorito” già prevedendo un’evoluzione o è Olga stessa che ha voluto mostrarsi così?

Cristina: Quando Olga ha preso a girarmi per casa, non c’era ancora un’idea di serialità. È arrivata dopo, un po’ perché Dolce da morire è andato bene e i lettori (e il nostro editore) ci chiedevano un sequel, ma soprattutto perché anche noi eravamo curiosi di scoprire in quali altri casini si sarebbe infilata la bionda brianzola.

Ferdinando: Olga indossa una corazza per difendersi, ma sotto è una tenera pasticciona che ha preso più di uno schiaffone dalla vita. Inevitabile che, in questo secondo episodio, cominciasse a rivelare altri aspetti della sua personalità.

Quanto c’è di Cristina in Olga e di Ferdinando in Franco?

Ferdinando: Non potremmo essere più diversi, ma una cosa in comune ce l’abbiamo. Tutti e due abbiamo un duro compito da portare avanti. Entrambi abbiamo a che fare con una irruente, incontenibile, stravagante… bionda brianzola. E vi assicuro che non è facile.

Cristina: Ferdinando ha già risposto anche per me. Posso aggiungere che condivido con Olga il senso dell’umorismo, la passione per i giochi di parole e il biondo di ritorno. Non scrivo guardandomi allo specchio ma è inevitabile che qualcosa di me sia finito in Olga.

Devo farvi un plauso anche sul vostro stile di scrittura che ho adorato fin da subito perché brillante, fresco e ricco di dialoghi esplosivi. Come avete fatto a rendere il tutto così naturale? È frutto di una scrittura di getto o piuttosto di numerose revisioni e limature?

Cristina: È il risultato di un fortunato e inaspettato incontro (scontro?) di due stili diversi: io scrivo di getto e mi diverto molto con i dialoghi, Ferdinando invece è la parte più riflessiva, precisa, rigorosa e metodica. Il risultato del nostro lavoro insieme ha stupito anche noi per la naturalezza con la quale ci compensiamo. A Ferdinando è toccato poi il compito di uniformare il testo in modo tale che la voce narrante fosse una sola e non si notasse la differenza tra i due stili.

Film, canzoni ed enigmistica sono solo funzionali alla creazione dei personaggi o anche vere e proprie passioni vostre?

Ferdinando: entrambe le cose. Abbiamo pescato fra le nostre passioni quelle che più si adattavano ai personaggi e gliele abbiamo appiccicate addosso, ma anche preso in prestito qualcosa da alcuni strani personaggi che conosciamo. 

Io mi sono divertita tanto a leggere i vostri romanzi, anche voi a scriverli?

Cristina: non potrebbe essere altrimenti. L’idea è nata con l’intento di divertire e divertirci, pertanto, dato che non scriviamo con una pistola puntata alla testa, se l’aspetto ludico venisse a mancare, non avremmo problemi a smettere.

Concludo ringraziandovi nuovamente e invitando tutti coloro che non l’avessero ancora fatto a leggere Tutta colpa di Chopin, magari partendo da Dolce da morire.

Grazie a te e a ThrillerNord per l’attenzione.

Luisa Ferrero

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