Intervista a Fabio Mundadori




A tu per tu con l’autore


A tu per tu oggi incontra per i lettori Fabio Mundadori, amico di Thrillernord, che tutti noi seguiamo sempre con grande interesse. Siamo tornati a fare quattro chiacchiere con lui in vista dell’uscita del suo nuovo romanzo Ombre di vetro.

La copertina è il primo elemento di un libro che il lettore incontra, per come la vedo io è il vero e proprio capitolo 0 di un romanzo, quella di Ombre di vetro raccoglie in sé molti degli elementi racchiusi nella storia e dovrebbe suscitare la curiosità di vedere cosa c’è oltre quel vetro rotto e scoprire che è l’unica copertina con il nome dell’assassino.

La figura di Mammana è a suo modo davvero spaventosa. Il nome riconduce alla maternità, ma in realtà rappresenta tutt’altro. Da cosa è “partorito” un personaggio così perverso?

Il nostro cervello ha bisogno di dare delle etichette alle cose, mettere ogni oggetto dentro la propria scatola, se non ci riesce reagisce con quella emozione che noi chiamiamo inquietudine.
Ecco il personaggio di Mammana funziona proprio così: ha un nome che parte dalla vita ma che porta la morte e questo basta a destabilizzarci. Attraverso gli omicidi Mammana persegue un obbiettivo che va oltre togliere la vita alle proprie vittime: togliere la speranza a chi assiste ai suoi delitti.

L’aforisma con cui apri “L’altra metà della notte” e “Ombre di vetro” descrive perfettamente il vero essere di Bologna. E’ veramente scritto sul muro di pub? Da dove nasce l’idea di inserirlo a inizio libro?

Sì è vero, sul muro di uno dei bagni del Clauricane Irish Pub.
È all’inizio sia di questo libro che de ”L’altra metà della notte”, il precedente romanzo con protagonista Naldi, perché come hai detto tu descrive perfettamente l’essenza della mia città, ma non solo: serve a dare una sorta di ulteriore continuità tra singoli romanzi che alla fine saranno pare di una trilogia che parla del rapporto di Bologna con la morte.
Quindi lo troverete anche nel prossimo romanzo.

Riferendoci alla domanda precedente, conosciamo bene il tuo amore per Bologna, unica nel tuo genere. C’è qualche aneddoto che ti lega particolarmente a questa città e che vuoi raccontarci?

Non uno in particolare, ciò che mi lega a Bologna è tutta ciò che ho vissuto nella mia città prima di andarmene.

In “Ombre di vetro” troviamo una relazione amorosa tra un uomo e una ragazza molto più giovane di lui, questa caratteristica del rapporto viene spesso messa in evidenza lungo tutto il romanzo: che pensiero hai riguardo la differenza di età nelle coppie?

Mi rendo conto che la risposta non è da “thrillerista” ma io penso che “l’importante è l’amore!”  🙂

Incontreremo nuovamente Cesare Naldi?

Che domande, certo che sì.

Sei uno scrittore affascinato dalla contaminazione tra i generi. Pensi che l’editoria italiana sia ancora acerba rispetto ai romanzi con questo tipi di caratteristica?

Sì, credo che ci si ostini a voler proporre ai lettori storie che diano più certezze che emozioni, e poi dalle certezze non nasce la curiosità la vera molla che ti spinge a prendere un libro sfogliarlo e acquistarlo.

Come descriveresti in pochissime parole la collana noir “Comma 21” di cui sei Direttore Editoriale? Ci saranno novità che la riguarderanno prossimamente?

La descrizione di #comma21 sta nel “nuovo” logo: #comma21 solo storie nere.
Perché così come c’è la cronaca nera ci sono anche le storie nere, quelle raccontate nella collana.
A parte le nuove uscite che per motivi “logistici” riprenderanno da fine settembre, c’è una sorpresa a metà ottobre, vedrete.

Che libri hai ora sul comodino? Prossimamente hai intenzione di leggere qualche thriller nordico?

Quante pagine abbiamo? No scherzi a parte: ho davvero una pila di libri sul comodino, c’è il caso Kellan di Franco Vanni, Casanova di Matteo Strukull, Sara al Tramonto di Maurizio de Giovanni, L’avvoltoio di Giuseppe Petrarca più tutti gli inediti da valutare per #comma21. A proposito il 21 maggio scadono i termini per partecipare al premio per il romanzo inediti del Garfagnana in giallo: il vincitore verrà pubblicato in #comma21. Quanto al thriller nordico sì qualcosa vorrei leggere anche se sono stato uno dei lettori de Il senso di Smilla per la neve, forse il primo romanzo di genere arrivato in Italia.
Grazie per lo spazio e le bellissime domande

Fabio Mundadori

Anastasia Frollo

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