Intervista a Geir Tangen




A tu per tu con l’autore


 

Oblio è un giallo affascinante in cui nessuno è ciò che sembra. La bella Norvegia occidentale ha davvero una società così complicata?

Sì e no… Ci sono elementi nella nostra società, qui in Norvegia, che voglio che i miei lettori conoscano. Ci sono stati in passato omicidi per motivi politici: ad esempio l’estate scorsa ci sono state dimostrazioni pro-naziste nelle strade della pacifica Kristiansand. I movimenti di destra alternativa sono in aumento nel nostro paese, e di questi fanno parte alcuni individui seriamente temibili, il cui solo scopo è destabilizzare la nostra società e combattere l’immigrazione con ogni mezzo a loro disposizione. Nel mio romanzo ovviamente “esaspero” queste situazioni. Di fatto, queste persone sono troppo poche e troppo deboli per rappresentare una vera e propria minaccia per il nostro paese.

I personaggi del suo ultimo romanzo sono fragili e tormentati, tuttavia il lettore li ama immediatamente. Dove hai iniziato a crearli?

Tutto è iniziato anni fa, quando lavoravo come freelance per un giornale locale. Durante quegli anni, ho conosciuto molti giornalisti e mi sono sempre chiesto perché molti di loro passati i 30 anni sembrassero perdere ispirazione e motivazione. Ho ideato il personaggio di Viljar combinando elementi presi a spunto da molti di questi giornalisti, elementi della mia vita personale, delle mie abitudini e comportamenti strani, particolari, di alcuni miei amici. Invece con Lotte è stato diverso. In realtà lei è una specie di “Saga alla seconda”. Volevo creare un personaggio femminile molto forte e così mi sono ispirato alla figura di Saga Noren, della serie TV The Bridge, ma anche dalla spalla del Joona Linna di Lars Kepler, Saga Bauer. Volevo che i miei lettori apprezzassero Lotte per le sue capacità e competenze e non per la sua personalità o il suo aspetto. La cosa più importante è che desideravo creare due personaggi che fossero di fronte a diverse costruzioni della loro vita. E che (lentamente) le abbattessero o le ricostruissero in maniera diametralmente opposta.

L’estremismo di destra sembra essere tornato in Scandinavia negli ultimi anni. Lei lo affronta con grande saggezza nel suo giallo, ma com’è la situazione, specialmente tra i più giovani?

Sono in pochi, mal organizzati e ad ora non hanno molto da dire, ma il numero è in aumento e la cosa più spaventosa è che la nostra società ha voglia di accettare le loro idee, le loro bugie e le loro teorie di cospirazione. Dieci anni fa sarebbe stato scioccante solo il sentire pronunciare dalla bocca dei politici la parola Eurabia. Una falsa teoria di cospirazione ben documentata. Ora parlano di queste cose come fossere fatti reali e i giornalisti non li fermano. Pertanto un grande numero di giovani crede realmente in cose come le teorie di razza, la cospirazione ebrea nel mondo e molte altre propagandate dagli estremisti dell’ala destra.

La sua trilogia sarà tradotta in molti paesi e molti conosceranno Haugesund. È stato difficile scrivere le sue storie qui? In definitiva è una piccola città…

Io vivo qui e nutro un grande amore per questa città, quindi non è stato un problema scriverne. Ma, naturalmente ho oltrepassato i confini tra la finzione e la realtà di qui. Ho usato il tempo, i negozi locali, i pub, la cultura, i festival e le persone che vivono qui in maniera fumettistica. È Haugesund, ma allo stesso tempo non lo è. Le persone sono molto più amichevoli, i poliziotti più intelligenti, i giornalisti più attenti all’etica, i pub non così scuri e i pochi omicidi avvenuti molto più ordinari. Gli abitanti amano il fatto che la nostra piccola città sia la scena del crimine nei miei libri. Ciò li rende fieri, mi è stato detto. In Norvegia ogni città che si rispetti dovrebbe avere il proprio eroe dei romanzi gialli 😉

Pensa di poter ambientare il suo prossimo romanzo in Italia? Ha molti lettori che l’apprezzano nel nostro paese.

Penso di sì. Amo l’Italia e sono stato più volte nel vostro Paese. Mi piacerebbe ambientare una storia nelle diverse città europee che ho visitato. Firenze, Siena e Verona per esempio sarebbero luoghi splendidi per ambientarvi dei gialli.

Cosa succederà ai due protagonisti della sua trilogia nell’ultimo romanzo? Anche una piccola anticipazione per i lettori di Thrillernord va bene.

Nell’ultimo libro di questa trilogia (“Dead man dancing”) i miei due protagonisti dovranno fare i conti con un problema delicato rimasto irrisolto dopo “Oblio”. Dovranno prendere una decisione morale: cosa fare quando un ex militante dell’ISIS verrà catturato a Haugesund e accusato di un omicidio che Vijar e Lotte sanno non essere stato commesso da lui. Ma se loro lo difendessero sarebbero entrambi arrestati e accusati per il medesimo omicidio. Allo stesso tempo un assassino è libero. Un uomo morto circa 20 anni fa, è tornato e sta commettendo degli omicidi. Chi è? Perché lo sta facendo? Le tracce risalgono a metà degli anni 90, ad un gruppo di amici e tra questi c’era una ragazza di nome Lotte… Sullo sfondo si possono sentire le parole di “1984” di George Orwell

«Una volta mi hai chiesto che cosa ci fosse nella stanza 101. Io ti ho detto che conoscevi già la risposta. Lo sanno tutti. La cosa che è nella stanza 101 è la peggiore cosa del mondo».

Antonia del Sambro

Traduzione di Sabrina De Bastiani e Alessandra Marenga

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