Intervista a Marco Scardigli




A tu per tu con l’autore


 

Benvenuto, grazie per aver accettato questa intervista

Questo romanzo mi ha colta davvero di sorpresa. Rispetto ai suoi lavori precedenti, se non erro, qui cambiamo completamente atmosfere, periodo storico e ambientazione. Cos’è successo? Necessità di percorrere nuove strade?

Credo di sì. In realtà, che io ricordi, non c’è stato un momento preciso in cui ho deciso “Adesso scrivo di argomenti differenti dal solito”. Però così è avvenuto: sarà l’età e il consiglio di cercare nuovi interessi e stimoli…

Un thriller tutto al femminile. Tante donne che, in questo caso, vivono una storia nella storia e che subiscono una vera e propria trasformazione man mano che le pagine scorrono. Ha attribuito loro ruoli positivi, chi sono veramente? 

Sono tutte di fantasia e come ogni cosa di fantasia, nascono da spunti della realtà. Io vivo in una famiglia a maggioranza femminile e fra i miei amici ci sono tante donne: i personaggi del libro sono pezzetti di questo piccolo mondo che si sono ricombinati o che, come semi, hanno generato caratteri e caratteristiche.

Sibil, la protagonista assoluta, la stella, il perno, il punto d’incontro. Come nasce l’idea di questa creatura così particolare, così potente e così fragile contemporaneamente?

Sibil non è nata come Minerva, adulta e armata, ma si è formata a strati successivi. All’inizio c’era l’idea di provare a immaginare come fosse una persona con un dispositivo cerebrale che la tenesse connessa al mondo digitale; poi che conseguenze potesse avere, poi come potesse essere psicologicamente… Detto così sembra una costruzione intellettuale: in realtà è stato più un parto di cuore, con qualche intervento di testa. Per i personaggi è un poco come per i figli: si sa come vengono generati, tecnicamente; il mistero è come mai vengano in un certo modo.

La domanda sorge spontanea: qual è il suo rapporto con la tecnologia?

Amo i computer e convivo con loro da almeno quarant’anni. Però non ne sono uno schiavo e non corro mai a comperare l’ultimo ritrovato. Per rimanere in tema del libro, sono davvero convinto che una buona tecnologia possa (e debba) funzionare da “espansione” delle capacità umane. Come è stato, ad esempio, per i Macintosh degli anni Ottanta.

Tra le righe c’è tanto amore, come dico sempre io, a trecentosessanta gradi. E’ un amore che non risparmia nessuno, in ogni senso. Che ruolo ha questo sentimento?

Non sono molto disinvolto a parlare di amore. Credo sia centrale e fondamentale nella vita e credo anch’io che sia una parola da considerare a trecentosessanta gradi e che sia una parola-ombrello sotto alla quale stanno tutte le altre parole che esprimono il senso profondo della vita: empatia, solidarietà, vicinanza, sacrificio, felicità, condivisione.

Mi piacerebbe spendere due parole per l’ambientazione, l’atmosfera lacustre si adatta alla perfezione a questa avventura. Il lago, una delle mie mete preferite tra l’altro, sembra offrire alle anime travagliate un po’ di conforto o una via di fuga. Che rapporti ha con il lago? Come lo collochiamo all’interno del romanzo?

Amo il lago Maggiore, ma mi piacciono tutti i laghi. Al loro confronto trovo che il mare sia troppo: troppo grande, troppo potente, troppo misterioso, troppo tutto. Il lago è la dimensione umana perfetta, abbastanza vasto e sgombro da permettere alla mente di sentirsi libera, ma sufficientemente piccolo da essere comprensibile, “abbracciabile” con la mente. E poi, attorno al lago c’è un intero mondo di meraviglie.

Thriller, giallo e qualcosa di più, ha conquistato i lettori che si aspettano di incontrare ancora Sibil. C’è qualche possibilità?

Da buon padre, mi piacerebbe vedere Sibil crescere e avrei anche qualche idea in proposito. Ma dipende da come andrà questo libro.

Ha un libro in lettura sul comodino?

Ne ho sempre più di uno perché mi piace saltare da uno all’altro. Ho appena finito i gialli di Peter Duluth scritti da Patrick Quentin: davvero intelligenti e creativi. Li ho letti in parallelo a L’eredità dei Borgia di Andrea Santangelo e Lia Celi: un giallo di provincia estremamente divertente. Poi c’è sempre qualche libro di storia: attualmente Nel labirinto del passato di Tommaso Di Carpegna Falconieri e una biografia di Bettino Ricasoli.

Marco Scardigli 

A cura di Patrizia Argenziano

 

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