Intervista a Maurizia Triggiani e Marco Bottarelli




A tu per tu con l’autore


Ciao Maurizia e ciao Marco, innanzitutto vi faccio i miei complimenti per Io ti vedo. Come avete deciso di scrivere un thriller a quattro mani? E come è stato?

Marco: Intanto grazie per i complimenti! È partita Mauri per farmi un dispetto. All’epoca eravamo amici, avevamo appena finito di scrivere insieme un romanzo romantico/erotico ed era arrabbiata con me. Aveva visto sui social una foto della mia nuova ragazza con un cappello rosa e aveva notato una foto simile anche di una mia ex fiamma. Da lì l’idea di scrivere di un uomo simile a me con un problema di “serialità” patologica, se vogliamo chiamarla così. Qualche mese dopo abbiamo fatto pace e mi ha chiesto di scriverlo insieme, ma non mi ha detto che il protagonista fosse ispirato a me fino alla fine della stesura. E io, in effetti, non ci avevo fatto caso per diversi mesi.

Ho apprezzato molto come avete sviluppato la trama di Io ti vedo con numerosi colpi di scena a continui cambi di “carte in tavola”. Io mi sono divertita molto a leggerlo, ora ditemi, quanto vi siete divertiti voi a scriverlo?

Mauri: Per noi scrivere insieme è il massimo del divertimento, una delle nostre più grandi passioni. È un’ulteriore occasione per fonderci in un unico narratore, prendendo forse le parti migliore che ciascuno dei due abbiamo da offrire alla scrittura.

Marco: L’editore ci ha spinti a rendere il ritmo della narrazione più sostenuto e il periodo della revisione, piuttosto compresso per vari motivi, è stato tanto sfidante quanto esaltante, anche come coppia. Per noi, scrivere a quattro mani è un ulteriore modo di fare l’amore. È senz’altro sfidante, ma se come coppia se ne esce vivi, significa che il legame è solido.

Andrea Ripani è il protagonista di Io ti vedo. È un uomo segnato da traumi infantili e dalla vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista. Andrea è un uomo capace di gesti eroici come abbiamo visto con Beatrice ma ha anche dei lati oscuri che il lettore conosce nel corso della lettura. Come è nato il suo personaggio? Vi siete ispirati a qualcuno?

Mauri: Come diceva Marco, Andrea è ispirato a lui, per alcuni versi, ma anche a due protagonisti delle vicende di cronaca nera di Perugia e Garlasco.

Io ti vedo è un thriller che possiamo definire contemporaneo perché Andrea viene messo alla pubblica gogna in tv e sui social. Voi che siete “social” che rapporto avete con essi?

Marco: I social sono una grandissima opportunità per chi è bravo a fare qualcosa ma non ha particolari agganci. Grazie ai social abbiamo iniziato nel 2018 a essere pubblicati da Sperling & Kupfer e poi da De Agostini, e grazie ai social possiamo fare il nostro lavoro senza mega investitori. È un terreno fertile per gli intraprendenti e da cui partire per sondare il terreno di nuovi progetti.

Mauri: di contro le dinamiche che derivano dal dare voce a tutti le vediamo ogni giorno. Le voci si amplificano tanto più sono estreme e semplificate, e questo influenza tutto, dal marketing alla cronaca, alla politica, fin anche alla guerra e non sempre nel senso della verità e della giustizia. E questo tipo di “frenesia collettiva” è ciò che abbiamo cercato di riportare nel libro.

Non è la prima volta che scrivete un libro a quattro mani. In Dis-ordinary family avete scelto di parlare della vostra storia, come mai questa scelta? Avete riscontrato differenze nel lavorare insieme a Dis-ordinary Family rispetto a Io ti vedo?

Mauri: be’, noi amiamo condividere e condividerci ma la parte di invenzione è quella più divertente della scrittura. Quindi a livello di piacevolezza vince la stesura di un romanzo. 

Marco: scrivere di sé ha dalla sua la parte più romantica ed emozionale. Per due come noi che non hanno problemi a mettersi a nudo è senz’altro più semplice, si tratta solo di mettere nero su bianco ciò che siamo. La narrazione di un romanzo invece è più sfidante. Diciamo che entrambi i generi sono due parti di noi, ma se dovessimo scegliere vorremmo scrivere senza dubbio romanzi.

Quali autori di thriller apprezzate maggiormente?

Mauri: io Stephen king, Dean Koontz, Greg Iles, la Rowling nei panni di Robert Galbraith e poi Paola Barbato!

Marco: io vedo quelli di Mauri e rilancio con un indimenticato Faletti, ma anche Stieg Larsson e il maestro Carrisi.

A cura di Ilari Bagnati

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