Intervista a Rocco Ballacchino




A tu per tu con l’autore


Ciao Rocco, ti ringrazio, anche a nome di ThrillerNord, per accettato di rispondere a qualche domanda sul tuo noir “I due volti della verità”.

“I due volti della verità” è il secondo libro della serie incentrata sul giornalista Luca Moretti, come la birra. Come nasce questo personaggio?

Dopo la mia serie precedente Crema/Bernardini volevo creare un personaggio che fosse agli antipodi rispetto al rassicurante commissario. Ho quindi lavorato per opposizione creando questo giornalista misantropo e dal carattere spigoloso che scrive per un piccolo giornale di Torino, ma che avrebbe tutte le carte in regola per diventare la firma di una testata nazionale. Peccato non sia in grado di scendere a compromessi….

Luca Moretti ha una vita disordinata, con alti e bassi ma è un giornalista dal grande fiuto per le indagini. Hai pensato ad un’evoluzione nel suo futuro o sarà un eterno Peter Pan?

Domanda non facile. Penso però che l’evoluzione che prospetti non avverrà sicuramente a breve.

Il nucleo pulsante del tuo noir è costituito da una forte critica della società dello spettacolo “in cui si è persa totalmente la capacità di discriminare tra realtà e fantasia, tra sofferenza e intrattenimento, tra curiosità e pudore”. Hai tratto spunto da un fatto realmente accaduto oppure hai voluto stigmatizzare una deplorevole tendenza, inserendola in una trama gialla?

Ho una Laurea in Scienze della Comunicazione e, di conseguenza, questi fenomeni socioculturali hanno da sempre attirato la mia attenzione. C’è sempre nei miei gialli un tema centrale su cui lavoro e che uso come pretesto per la trama gialla. In questo caso prendo di mira l’evanescente mondo dello spettacolo.

Si nota una certa tua empatia verso le meteore, artisti che hanno ballato una sola estate e poi sono finiti nel dimenticatoio. Come mai, secondo te, molti non hanno saputo tenere i piedi per terra e hanno creduto di essere dei predestinati? E’ tutta colpa del sistema dello star system che macina persone senza tener conto del loro destino?

Mi ha sempre incuriosito l’analisi della psiche di questi personaggi, sottoposta a emozioni contrastanti. Non deve essere facile passare da un successo straordinario al dimenticatoio o quasi. Non so di chi sia la colpa ma lo star system è un’industria che mira a fare utili e finché servi sei apprezzato. Poi però quando le cose cambiano… Anche nell’editoria funziona così.

Luca Moretti arriva alla risoluzione del giallo seguendo una pista investigativa alternativa, non contemplata dalla polizia, quasi a voler suggerire la casualità delle indagini, influenzate dai pregiudizi e dalla volontà politica di individuare un colpevole per tacitare l’opinione pubblica. E’ una lettura corretta?

Certo, anche in questo caso il ruolo dei mezzi di comunicazione ha una certa importanza, ma non posso dire di più per non svelare troppo del libro.

Recentemente Loriano Macchiavelli ha sollevato un interessante e partecipato dibattito sul noir italiano, che secondo lui non disturba più il “potere”. Qual è la tua posizione in merito? Per te qual è la funzione del noir? E’ quella di far emergere le linee di rottura della società contemporanea?

Questione complessa. Non penso che nella società dall’informazione dilagante (mi riferisco ai social e ai molteplici blog) in cui viviamo, il noir possa continuare a rivestire un ruolo del genere, sarebbe anacronistico. Ritengo invece che su singole questioni sia uno strumento sempre attuale per esprimere la propria opinione. Io l’ho fatto in passato occupandomi di diversi temi scottanti (terrorismo, rider, pedofilia, cattiva informazione) senza però avere la pretesa di cambiare il mondo, ovviamente.

Luca Moretti, come la birra, è un torinese che conosce perfettamente la sua città, sia quella pubblica sia quella magica. Quali sono per te i posti dove Torino esprime maggiormente le sue peculiarità?

In ambito noir io ho spesso citato le stazioni di Porta Susa e Porta Nuova, suggestivi luoghi di passaggio. Anche i Murazzi, lungo il fiume Po, sono uno scenario adatto per l’ambientazione di una trama gialla.

Torino è una metropoli molto noir. Secondo te quali sono i cinque migliori noir ambientati nel capoluogo piemontese?

Ovviamente mi viene in mente “La donna della domenica” di Fruttero & Lucentini, considerato come capostipite della letteratura noir torinese. Io consiglio anche i libri degli autori di Torinoir, il collettivo letterario di cui faccio parte.

Quali sono i libri che ti hanno stimolato a scrivere noir? Quali scrittori ti hanno ispirato?

Ho da sempre apprezzato Michael Connelly e Andrea Camilleri, ma la maggiore ispirazione l’ho ricevuta dal maestro del brivido cinematografico Alfred Hitchcock, da cui ho attinto a livello di gestione della suspense.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Luca Moretti, come la birra, continuerà ad indagare sul cuore di tenebra di Torino?

Voglio essere sincero. Sono in una fase di stanca dopo quindici anni di pubblicazioni serrate. Di sicuro mi prenderò una pausa e valuterò se continuare con la serie Moretti. Mi intriga però anche l’idea che sia proprio un libro sulle meteore a chiudere la mia carriera letteraria. Saranno paranoie da scrittore?

Ti ringrazio per l’intervista e ti faccio i complimenti per questo noir ironico, intrigante e coinvolgente.

Grazie a te per l’acutezza delle tue domande.

A cura di Salvatore Argiolas

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