Intervista a Sara Vallefuoco




A tu per tu con l’autore


 

Un giallo storico generalmente richiede una fase di studio non indifferente, per non rischiare di inciampare in imprecisioni. Quanto lavoro preliminare ha richiesto la stesura di Neroinchiostro?

Molto, come si può immaginare. La fase di documentazione che ha preceduto e poi accompagnato la stesura di Neroinchiostro è stata per me fonte di scoperte continue, che strada facendo hanno perfino cambiato il corso del romanzo. Leggere saggi, cercare fonti di prima mano, frugare nelle emeroteche per ricostruire la vita quotidiana di epoche lontane appaga molto la mia curiosità verso il passato. Anche per questo ho deciso di scrivere proprio un giallo storico.

Uno dei personaggi che ho amato di più è quello di Amelia: una donna caparbia, un carattere forte, idee chiare e grande intelligenza. La sua figura era prevista nella trama fin dall’inizio, fin dalla sua primissima idea del libro o è arrivata strada facendo?

Sono contenta che ti sia piaciuta: anche per me è stata una scoperta. Avevo previsto la sua presenza fin dall’inizio, ma già dalla prima stesura Amelia si è fatta strada in un modo che non mi aspettavo, diventando di fatto un personaggio che nel corso della storia ha un suo preciso piano da realizzare, e lo porta a termine con tenacia e un pizzico di creatività.

Ghibaudo è un uomo trasparente: chi gli sta vicino lo capisce al volo, soprattutto chi – in un modo o nell’altro – è in sintonia con lui. Trova che sia un pregio, questo, o un difetto per un personaggio come il vicebrigadiere?

Ghibaudo è un ragazzo che sta cercando di cartografare il proprio cuore, e con esso la sua esistenza di adulto in un mondo diverso da quello in cui è cresciuto. Gli è sicuramente di aiuto sapere che in alcuni momenti chi gli è vicino riesce a leggere in lui quello che non ha il coraggio di dire nemmeno a se stesso. Tuttavia, come chi è trasparente sa benissimo, gli è necessario anche proteggere ciò che non è pronto a condividere, o che per varie ragioni lo renderebbe troppo vulnerabile. Un equilibrio difficile da trovare, per lui.

Qual è il personaggio minore a cui è maggiormente affezionata?

Io mi affeziono tantissimo a tutti i miei personaggi, anche a quelli che entrano ed escono dalla storia in poche righe. Ma se proprio devo scegliere, te ne dico due, non a caso due giovanissimi: Felicita e Desiderio. I loro nomi vogliono dire molto per me, e anche la loro piccola storia.

La scelta di dare degli indizi, tra le note, su come andranno le cose dopo l’ultimo capitolo è un gancio verso un possibile prosieguo?

Neroinchiostro è nato per essere un romanzo in sé concluso, ma mi è venuto spontaneo, dopo aver passato tanto tempo in compagnia di Ghibaudo, Moretti e Amelia, chiedermi come se la sarebbero cavata senza di me, una volta chiusa l’ultima pagina! Ho depositato lì, tra le note finali, questa mia curiosità, in attesa che prenda la forma di una nuova storia.

Se dovesse immaginare una trasposizione cinematografica per la sua storia, che volto avrebbero i personaggi principali?

Per scelta, ho descritto nel testo pochi tratti fisici dei miei personaggi, proprio perché in ognuno dei lettori potesse affiorare un volto diverso per il sensibile Ghibaudo, il belloccio Moretti, la vivace Amelia e tutti gli altri. Mi perdonerai perciò se scelgo di non rispondere, anche se naturalmente qualche idea ce l’avrei! 

Sara Vallefuoco

A cura di Stefania Ceteroni

 

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