Intervista Perissinotto d’Ettorre  




A tu per tu con l’autore


Intervista ad Alessandro Perissinotto e Piero d’Ettorre 

Diamo il benvenuto ad Alessandro Perissinotto e Piero d’Ettorre, autori di Cena di classe, edito da Mondadori nella collana Il Giallo Mondadori.

Perissinotto d’Ettorre si presenta al pubblico come il nuovo binomio del legal thriller italiano. Come nasce la vostra collaborazione?

La nostra collaborazione nasce innanzitutto da un’amicizia iniziata più di un quarto secolo fa sui campi da calcio: giochiamo insieme da 27 anni e da almeno 10 anni ci diciamo che dovremmo unire l’esperienza legale di Piero e l’esperienza narrativa di Alessandro, adesso lo abbiamo fatto. Il nostro binomio creativo nasce quindi da conoscenze diverse e complementari e il nostro obiettivo è quello di scrivere Legal thriller avvincenti e, al tempo stesso, molto fedeli alla realtà. Il poliziesco è un genere realistico per eccellenza, però spesso fa fatica ad addentrarsi nelle aule dei tribunali, nei luoghi dove le indagini hanno il loro naturale compimento; noi invece cerchiamo di raccontare tanto l’indagine che mira a definire la verità, quanto il dibattimento, dove si forma la “verità giudiziaria”, quella che determina l’assoluzione o la condanna, che determina cioè il destino di vittime e carnefici.

Perissinotto, autore affermato e docente universitario di storytelling, e d’Ettorre, avvocato penalista alla sua prima esperienza editoriale: come vi siete organizzati praticamente durante la stesura? 

L’amicizia ha reso più semplice anche la gestione pratica del lavoro. Abbiamo definito insieme la fisionomia dei personaggi e gli aspetti fondamentali della serie, poi, in una sequenza abbastanza lunga di incontri settimanali al bar (vicino allo studio di Piero e alle aule universitarie di Alessandro), abbiamo steso una trama molto dettagliata: di fatto abbiamo lavorato come se stessimo scrivendo una sceneggiatura. Una volta ultimato lo “Storyboard”, Alessandro, nel suo solito “buen ritiro” montano, ha cominciato la prima stesura: ogni sera, verso mezzanotte, inviava a Piero una mail con il “girato del giorno”, cioè con le pagine scritte in quella giornata. Il mattino dopo, Piero le rivedeva, scriveva le parti di sua spettanza (quelle più strettamente giuridiche) e rimandava il tutto ad Alessandro. Con questo movimento di andata e ritorno il testo ha preso la sua forma definitiva.

Mi ricollego alla domanda precedente: due autori, una stesura a quattro mani per un solo protagonista e una focalizzazione prevalente su di lui. Come mai non avete pensato a una coppia investigativa? Non sarebbe stata più facile da gestire?

Avere una coppia investigativa non avrebbe reso più agevole la stesura: se ognuno di noi si fosse “impadronito” di uno dei due personaggi e lo avesse caratterizzato a suo piacimento, avremmo dovuto affrontare il problema della disomogeneità del testo; lavorare entrambi sugli stessi personaggi è decisamente più produttivo. E poi, benché la storia sia focalizzata attraverso lo sguardo e i pensieri di Giacomo Meroni, il romanzo e la serie sono comunque corali: lo studio “Actis-Meroni” è un luogo di confronto e di collaborazione dove il suocero di Giacomo, il vecchio avvocato Actis, ha sempre un punto di vista interessante sui casi e dove Giulia, la giovane praticante, è pronta a introdurre nuovi metodi di investigazione. Senza contare la presenza di Rossana Actis-Meroni, la moglie di Giacomo, la vera generatrice di energia e di serenità, malgrado si muova su una sedia a rotelle.

Perissinotto & d’Ettore

Giacomo Meroni è un avvocato sui generis perché, prima di approcciarsi all’avvocatura, è stato un carabiniere. Cosa c’è di Alessandro e Piero in Giacomo?

Di Piero c’è l’esperienza sul campo, tanto come avvocato quanto come carabiniere, ma l’avvocato Giacomo Meroni NON E’ l’avvocato Piero d’Ettorre: sappiamo tutti quanto grandi siano i rischi di una deriva autobiografica. Le storie che raccontiamo non sono quelle dei clienti di Piero, sarebbe irriguardoso nei loro confronti, però sono storie estremamente vicine alla realtà e per questo l’esperienza del penalista è fondamentale. Di Alessandro in Giacomo ci sono alcuni modi di vedere la vita, alcuni atteggiamenti e un bel po’ di ironia e autoironia.

Perché avete scelto un cold case per presentare l’avvocato Meroni alla platea di lettori?

Un cold case che copre un arco temporale che va dal 1984 al 2018 ci permetteva di esplorare non solo l’attualità, ma anche i ricordi di una generazione, quella che ormai viene chiamata dai “boomers”, che a noi sembra molto interessante. Non si trattava di fare un romanzo generazionale, ma di dare profondità storica alle vicende dell’oggi. Naturalmente, è stato anche un buon modo per raccontare il cammino di Giacomo Meroni verso l’avvocatura.

Cena di classe. Il primo caso dell’avvocato Meroni si presenta come il primo di una serie fin dal titolo e, se avessimo avuto dubbi, il cliffhanger conclusivo, legato alla trama orizzontale, ce li toglie. State già lavorando al secondo episodio?

Stiamo lavorando al secondo, al terzo al quarto e così via… Capita spesso che, al termine di una partita di calcio o durante un viaggio di presentazione di “Cena di classe”, cominciamo a buttare sul piatto le nuove idee, a raccontarci le storie che vorremmo poi vedere sviluppate nei successivi romanzi. Siamo entusiasti di Giacomo Meroni e ci piace tenerlo sempre in attività. Ovviamente si tratta solo di abbozzi, di trame che avranno bisogno di ulteriori aggiustamenti: il secondo volume però è in dirittura d’arrivo.

Vi ringrazio per la vostra disponibilità. Alla prossima!

Claudia Cocuzza

ThrillerNord

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