La bambina delle violette




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Roberto Ricci e Riccardo Di Gerlando

Editore: Le Mezzelane

Genere: horror

Pagine: 120

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. Lucio Bava è uno scrittore di libri horror per ragazzi. Per cercare la tranquillità necessaria a scrivere il nuovo romanzo, si reca in uno sperduto paese dell’entroterra ligure. A causa della sua allergia al profumo dei fiori, incontra rapidamente l’ostilità degli abitanti, per i quali è tradizione regalare violette ai nuovi arrivati. A parte il parroco e pochi altri, infatti, lo scrittore si ritrova di giorno in giorno più isolato, ancora di più quando, venuto a conoscenza di una leggenda locale, quella della bambina delle violette, comincia a fare domande per utilizzare la storia come scheletro della sua opera. Ma si tratta davvero di una semplice leggenda, pur intrisa di particolari spaventosi? A caro prezzo lo scrittore scoprirà quanto è labile il confine tra realtà e leggenda e a cosa siano disposti gli abitanti di un piccolo paese per difendere le loro tradizioni.

Recensione

Lucio Bava è in cerca di tranquillità per trovare l’ispirazione per il suo nuovo romanzo. Il suo campo è quello dei libri dell’orrore per ragazzi.

Cosa c’è di meglio di un piccolo paesino in Liguria, abitato da poche anime, lontano dal caos cittadino e dove nemmeno il cellulare ha campo?

E così Lucio, dopo aver avvisato il suo editore, giunge a destinazione e prende alloggio in un appartamento in affitto. Il padrone di casa lo accoglie giovialmente ma Lucio parte con il piede sbagliato: a causa della sua allergia getta le violette che gli hanno regalato come tradizionale segno di benvenuto.

Che significato hanno le violette per gli abitanti?

Questo è il primo quesito a cui dovrà rispondere Lucio. Il secondo riguarda il fantasma di una bambina che piange e che si narra appaia talvolta nel paesino. Cosa c’è di vero nella leggenda? Perché gli abitanti sono così restii a parlarne? Lucio spinto dalla curiosità inizia a indagare, tanto più che vorrebbe usare l’argomento come spunto per il suo nuovo romanzo. Ma la curiosità spesso non è foriera di eventi positivi…

Lucio Bava ha confezionato un piccolo, ma denso libro horror.

La narrazione, che procede quasi come una sceneggiatura, si svolge rapida e precisa. L’abbondanza di descrizioni degli ambienti, dei gesti, dei comportamenti sia del protagonista che degli altri personaggi sono infatti elementi tipici della sceneggiatura.

Il testo si presta quindi alla perfezione a essere trasformato in un prodotto video. Il ritmo è veloce e gli avvenimenti si susseguono in un crescendo di tensione che porta al climax finale. Ritroviamo tutti i classici ingredienti di un testo, ma potremmo meglio dire di un film, horror. Il paesino sperduto, gli abitanti che nascondono un segreto, una presenza soprannaturale, un carillon, un dipinto inquietante, un protagonista deciso a conoscere la verità a tutti i costi, fatti e morti inspiegabili. E così accompagnano Lucio nelle sue ricerche e lo seguiamo mentre esplora la casa misteriosa, mentre fa domande scomode agli abitanti e scopre piccole tessere del rompicapo. Il come finirà sarà una sorpresa per il lettore.

Il quadro raffigura in maniera macabra una bambina con lunghi capelli neri. Ha il volto sfigurato e in mano tiene un mazzetto di violette. Lo sfondo è di un colore rosso acceso. Lucio non riesca a distogliere lo sguardo dal quadro. Un brivido gli percorre la schiena.”

L’atmosfera che si respira è quella classica degli horror e piacerà di sicuro agli appassionati dei film di Dario Argento. E anche il cognome del protagonista riporta a un celebre regista di film horror…

Il breve testo è una prova che anche in poche pagine si può riuscire a costruire una storia di effetto senza tanti sbrodolamenti che costringono il lettore a lunghe maratone, come spesso sono soliti fareautori americani e nostrani.

A cura di Cristina Bruno


Roberto Ricci, Riccardo Di Gerlando


Roberto Ricci nasce ad Ancona, città dove tuttora vive e nella quale svolge la professione di parrucchiere. Dopo aver vinto nel 2012 il Premio Racconti nella rete, legato al Festival letterario LuccAutori, con il racconto thriller “Il Cappotto” – divenuto un cortometraggio di grande successo in rete – e la pubblicazione della raccolta “Respiro Tagliente”, contenente quello e altri tre racconti dello stesso genere – viene soprannominato dalla stampa “Il parrucchiere del brivido”. Nel 2013 pubblica online il racconto “Tour Locations Di Terrore”, mentre nel 2014 esce la sua seconda raccolta, “Buio Rosso”. Nello stesso anno, pubblica il racconto “Le Palline Di Natale”. Nel 2015 pubblica il racconto “Il Veglione Di Carnevale” e scrive il soggetto del cortometraggio “Nel Silenzio Della Notte”. Nel 2016 pubblica il romanzo breve “L’acconciatura Sbagliata” e scrive il soggetto del mediometraggio “Il Segreto Di Caino”. L’anno successivo, scrive il soggetto del cortometraggio “The Audition” e collabora a quello del film “TangOscuro”. Un suo racconto, dal titolo “La Stanza Del Sangue”, vince uno dei premi speciali al Festival letterario “Giulia in Giallo”, mentre un altro, dal titolo “Profumo Fatale”, è pubblicato sul settimanale “Oggi”. Dal suo racconto “La goccia” è stato tratto il corto “La Goccia Maledetta”, diretto da Emanuele Pecoraro e vincitore del “Hollywood Blood Horror Festival” sezione thriller nel 2020.

Riccardo Di Gerlando nasce a Sanremo nel 1980. Dopo la maturità classica si laurea al DAMS e consegue il diploma in regia cinematografica. Lavora da anni come educatore socio pedagogico ed è docente di cinema per la scuola “Zuccherarte” di Genova, che si occupa principalmente di laboratori per bambini e ragazzi diversamente abili. Molto attento ai temi sociali, Di Gerlando ha diretto diversi cortometraggi ottenendo riconoscimenti italiani e internazionali. Tra questi, i più famosi sono: “33 giri”, “L’amore incompreso” e “Seife”.

 

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