La biblioteca di Parigi




Recensione di Fiorella Carta


Autore: Janet Skeslien Charles

Traduttore: Roberta Scarabelli

Genere: Narrativa

Pagine: 400

Editore: Garzanti

Anno: 2020

Sinossi. Parigi, 1940. I libri sono la luce. Odile non riesce a distogliere lo sguardo dalle parole che campeggiano sulla facciata della biblioteca e che racchiudono tutto quello in cui crede. Finalmente ha realizzato il suo sogno. Finalmente ha trovato lavoro in uno dei luoghi più antichi e prestigiosi del mondo. In quelle sale hanno camminato Edith Wharton ed Ernest Hemingway. Vi è custodita la letteratura mondiale. Quel motto, però, le suscita anche preoccupazione. Perché una nuova guerra è scoppiata. Perché l’invasione nazista non è più un timore, ma una certezza. Odile sa che nei momenti difficili i templi della cultura sono i primi a essere in pericolo: è lì che i nemici credono che si annidi la ribellione, la disobbedienza, la resistenza. Nei libri ci sono parole e concetti proibiti. E devono essere distrutti. Odile non può permettere che questo accada. Deve salvare quelle pagine, in modo che possano nutrire la mente di chi verrà dopo di lei, come già hanno fatto con la sua. E non solo. La biblioteca è il primo luogo in cui gli ebrei della città provano a nascondersi: cacciati dalle loro case, tra i libri si sentono al sicuro, e Odile vuole difenderli a ogni costo. Anche se questo significa macchiarsi di una colpa che le stritola il cuore. Una colpa che solo lei conosce.
Un segreto che, dopo molto tempo, consegna nelle mani della giovane Lily, perché possa capire il peso delle sue scelte e non dimentichi mai il potere dei libri: luce nelle tenebre, spiraglio di speranza nelle avversità. La biblioteca di Parigi è, per la stampa di tutto il mondo, il romanzo più atteso dell’anno. Il libro più venduto alla Fiera di Francoforte esce in oltre venti paesi in occasione del centenario della fondazione della Biblioteca americana di Parigi. Una storia unica in cui tre ingredienti si mescolano alla perfezione: la resistenza durante l’occupazione nazista, il fascino intramontabile di Parigi e la magia dei libri che devono essere sempre salvati e protetti da ogni male.

Recensione

 “Le biblioteche sono polmoni”, si affrettò a scrivere, benché la penna tenesse a fatica il passo con le sue idee. “I libri sono aria fresca inalata per continuare a far battere il cuore, a fare immaginare il cervello, a tenere viva la speranza”.

Questo non è un semplice libro, è un omaggio alla lettura, alla resistenza, alla capacità dell’essere umano di rinascere anche in mezzo alle pagine di un libro, mentre fuori imperversa una tempesta.

Per il centenario della Biblioteca Americana di Parigi, l’autrice ripercorre la sua storia romanzando il vero, riportando in luce gli eroi silenziosi che hanno protetto la libreria e la libertà durante l’occupazione nazista.

Un lavoro ricco d’amore e di attenzione raccontato da Odile, la protagonista che fra passato e presente, ci ricorda la semplicità della vita, la difficoltà nelle scelte e nel perdono.

E attraverso delicate citazioni, l’amore viscerale per i libri, per il loro profumo e le sensazioni che sempre accompagnano il lettore, si snoda una vicenda storica sempre pesante da ricordare, con diritto di stare in prima fila fra le nostre memorie.

Ho sempre pensato che leggere ci salvi da qualsiasi dolore, continuerò a sostenerlo sempre e questo libro, prezioso e unico perché vero, è memento per il domani, è una dedica piena d’amore per le pagine passate e future che sfoglieremo e in cui ogni giorno ci immergiamo con passione.

La guerra ha devastato anime, corpi, arte, musica e letteratura, ha ricomposto alcuni animi forse mancanti di diversi pezzi, ma pronti a rialzarsi, come la Biblioteca Americana di Parigi, un rifugio, una casa per Odile che ha tenuto con sé mille colpe e mille segreti fino all’incontro con Lily, giovane e ficcanaso che ha riaperto ferite, ha invaso la sua vita salvandola, come uno dei libri più belli che possiamo sfogliare: l’amicizia.

Mentre leggo e scrivo, non sono in solitudine, anche se non c’è nessuno con me.”

A cura di Fiorella Carta

 

Janet Skeslien Charles


divide il suo tempo tra il Montana, dove è nata, e Parigi. Ha lavorato come responsabile degli eventi culturali della Biblioteca americana di Parigi.

 

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