La canzone di Achille




Recensione di Fiorella Carta


Autrice: Madeline Miller

Traduttori: Maura Parolini e Matteo Curtoni

Genere: Narrativa

Pagine: 382

Editore : Universale Economica Feltrinelli Marsilio

Anno: 2019

Sinossi. Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l’orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d’armi – due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d’amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell’epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l’omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l’ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

Recensione


Ho vissuto questo libro con una sorta di bipolarismo. Un’ altalena fra il tedioso e l’entusiastico.

Un’altalena che è durata fino a metà libro, poi la storia mi ha trascinata in lidi conosciuti, la preparazione della guerra di Troia e i 10 lunghi anni di combattimenti.

Delusa inizialmente sì, ma il finale mi ha emozionata. Un dietro le quinte di una storia sentimentale combattuta, con meno fobie di ora sicuramente, ma con ostacoli “altolocati”.

A raccontare è Patroclo, giovane esule a Ftia che cresce all’ombra di Achille.
Nonostante l’astio di Teti nei suoi confronti, Patroclo seguirà Achille nelle sue avventure, fino a quella finale che lo proclamerà un eroe, nelle storie che noi tutti conosciamo.

Per potervi rendere l’idea del mio percorso di lettura di questo romanzo vi spiego il mio entusiasmo con un paragone cinematografico eccellente; Titanic.

Ho amato questo film dall’iceberg in poi. Non sono solita a cadere in troppi romaticismi. Ho apprezzato la descrizione della loro vita con Chirone, dei tormenti di insicurezza di Patroclo di fronte a un semidio dal destino segnato e glorioso.

Ma la prima parte resta in ombra di fronte al resto. Fango, polvere, orgoglio, clangori di metallo contro scudi, sangue innocente e sporco, frammisti in qualcosa che ci ostiniamo a rivangare come utile ma che serve solo a creare morte: la guerra.

Emozione pura davanti al dialogo di Priamo e Achille e a quel soffio ultimo di “sentire”che sa di perdono e di un amore che non riguarda solo una coppia che nel momento della morte chiede di ritrovarsi, ma nel sentimento materno che va oltre l’odio, le differenze, l’immortalità.

 

Madeline Miller


Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.

 

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