La città dei santi




Recensione di Marianna Di Felice


Autore: Luca Buggio

Editore: La Corte Editore

Genere: Storico

Pagine: 468

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Agosto 1706: la battaglia di Torino è al suo atto finale. L’armata di soccorso guidata dal Principe Eugenio è sempre più vicina, costringendo gli assedianti a tentare il tutto per tutto. Nel frattempo, in città, altri pericoli si annidano tra le ombre. Un culto antico e sanguinario ordisce le sue trame nell’ombra, approfittando della guerra che si combatte sugli spalti, tessendo complotti e tradimenti. Il temerario Gustìn, spia del Duca di Savoia, sembra essere l’unico capace di seguire le tracce di un nemico tanto pericoloso, ma per farlo deve rinunciare alla sua incrollabile razionalità. In gioco non c’è più solo la sicurezza del Ducato, ma anche la vita della donna che ama. Laura, la saponaia di Borgo Dora, deve lottare per sé e per la sua famiglia contro un avversario senza scrupoli. A difesa di Laura e Gustìn, a difesa dei torinesi, si schierano intrepidi alleati che emergono dal passato con furore angelico e implacabile, per riaffermare il loro potere e restituire a Torino la protezione dei Santi.

Recensione

E quando sei a poche pagine dalla fine della storia cerchi di attaccarti con tutte le tue forze alle parole che scorrono davanti ai tuoi occhi e che hai amato dal primo al terzo libro, per cercare di rallentare e non arrivare presto al punto finale. Perché sai che ti dispiacerà non rivedere quelli che sono diventati i tuoi amici e i tuoi nemici.

Gustìn, Laura, Fioreste, Groppello, i Cavalcanti e gli adepti del Drago. Ma la fine giunge inesorabile, perché vuoi anche sapere cosa succede, e tra le lacrime, perché alla fine l’emozione ti travolge. Mentre chiudi il volume pensi che sia stata un’ottima compagnia negli ultimi tre anni e che sia valsa la pena aspettare per leggere un libro, che decreta la fine della trilogia, paragonabile alla degustazione di un Barolo doc. Mentre si legge non si percepisce alcuna fatica, vista la mole delle pagine che può spaventare o la “simpatia” per la storia di alcuni, anzi, la scrittura dell’autore avvolge e travolge al tempo stesso il lettore che si ritrova agli inizi del ‘700 nel mezzo dell’avanzata francese sui territori italiani.

Ripercorrere la storia di Torino in lotta contro le forze francesi del Re Sole è appassionante soprattutto perché risalta la voglia del popolo di non sottomettersi al nemico, ma di opporsi ad esso. Si distinguono gli uomini che hanno cambiato il corso della storia immolandosi per la Patria come Pietro Micca e molti soldati che volevano vivere senza l’ombra del nemico a comandare su di loro. Anche se dovevano morire, o vivere nella paura che prima o poi sarebbero morti, sotto il caldo cocente, senza tante scorte di cibo né di polvere nera cercando di tenere alto il morale per poter essere ispirati dall’ideale di libertà. In tutto questo il lettore cammina per le piazze insieme all’autore che gli mostra come il popolo cercasse di mantenere una sorta di normalità nelle cose quotidiane come il mercato.

Chi legge passa in mezzo ai carretti o ai banchetti dove a mano a mano scarseggiano i prodotti da vendere, ma dove si possono incontrare personaggi caparbi come Laura Chevalier che continua a presentarsi per vendere profumi e saponi. Una ventata di freschezza tra gli odori di putridume e macello. Tra mercato e passeggiate della domenica, le risa, le battute, le campane cercavano di coprire gli assordanti rumori delle bombe che venivano lanciate tra la Cittadella e la Città Vecchia, ma era difficile nascondere l’odore della paura che impregnava piazze, vie e borghi.

Come se non bastasse tutto questo, come se la guerra contro l’Assedio dei nemici fosse una quisquilia, a Torino si combatteva un’altra guerra, più dura e sanguinosa e soprattutto più antica. Il Drago si stava risvegliando grazie agli adepti che lo alimentavano col sangue degli innocenti e i nemici di questo stavano cercando di combatterlo. Ma si sa che se già gli uomini possono essere infidi, i sacerdoti di certi culti lo possono essere ancora di più, per questo era dura per le forze del Bene trovare e contrastare i sacerdoti del Male.

Nella continua lotta tra il Bene e il Male finiscono in mezzo persone che non avevano nessuno ad aspettarli a casa, persone reiette, persone povere, persone che venivano considerate traditrici perché si presumeva fossero fuggite o persone che volevano contrastare la forza maligna senza prevedere cosa sarebbe successo poi alla loro vita. E se l’uomo del Crocicchio perde quasi di importanza davanti a tutto questo perché passa in secondo piano, ci si ritrova alle prese con dei colossi eterei verso i quali si prova assoluto timore.

Il lettore nello scoprire l’evoluzione della famiglia Chevalier prova diversi stati d’animo. Parte da una sorta di diffidenza all’inizio forse per delle persone che crede più francesi che italiane, per passare all’ammirazione per come si rivelano davanti alle asperità che la vita riserva loro, allo sconforto per quello che capita a Laura e Fioreste a causa della cattiveria umana, alla lode per la forza della protagonista e del protagonista nei quali si immedesima il lettore ch,e trattenendo il respiro, spera possano uscire fuori dal periodo buio, e alla fine arriva ad uno stato di rilassamento che purtroppo però dura poco e si conclude con la rabbia che sfocia in stupore per come finisce la storia. La trilogia di Buggio provoca un turbinio di emozioni che lasciano il vuoto dentro non appena si conclude la lettura, un vuoto positivo.

Credo che certi lettori potrebbero ideare un altro finale durante la lettura e scontrandosi con il reale finale rimarrebbero un po’ male, ma è una fine non scontata, poetica e meravigliosa soprattutto quando si leggono le pagine scritte da Gustìn come fosse una lettera o una sorta di diario dove ricorda tutto finalmente!

Il clou si raggiunge durante la lotta tra le due forze in gioco, quella che vuole distruggere Torino e usare i torinesi per scopi maligni e quella che vuole salvare Torino e i figli del Toro.

In questi ultimi si immaginano personaggi santificati paragonabili a Santi o Arcangeli conosciuti e l’emozione cresce ancora di più. In tanti sanno che Torino è magica, ma immaginarla luogo di scontro tra le due forze più potenti della terra mentre si inseguono tra vari tranelli e si lanciano colpi all’ultimo sangue è qualcosa di prodigioso.

Inoltre la scrittura dell’autore tra l’enfatico e il teatrale oltre a risucchiare il lettore per renderlo partecipe come se fosse davanti ai suoi personaggi preferiti con lo stesso abbigliamento dell’epoca, lo intriga a tal punto da renderlo dipendente dalla trilogia.

Nella storia non mancano le nefandezze umane, create per far principalmente del male ad alcuni protagonisti trascinati in un vortice di gelosia, invidia e cattiveria che termina con il dolore causato a più di una persona: difetti che vengono coltivati da certi umani convinti di fare del bene a se stessi. Si potrebbero dire altre mille cose su questa trilogia, ma poi si annoierebbe  il lettore o si anticiperebbero fatti che è meglio leggere nel libro e che lo trascineranno nella storia interessandolo sempre più, quindi buona lettura!

A cura di Marianna Di Felice 

marisullealidellafantasia.blogspot.it

Luca Buggio


Luca Buggio è nato a Torino, dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria, è anche scrittore, regista e attore teatrale. Ha esordito nel 2009 con La danza delle Marionette. Con La Città delle Streghe, primo romanzo per La Corte Editore, ci trasporta nella Torino del 1700, in un’atmosfera che sconfina tra il gotico e il thriller, facendocela vivere in tutta la sua magia.

 

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