La clinica Riposo & Pace




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Francesco Recami

Editore: Sellerio

Pagine: 216

Genere: Commedia nera

Anno di pubblicazione: 2018

Alfio Pallini ha ottantacinque anni, pesa oltre centoventi chili, non ha una particolare simpatia per i labrador ma ama i gatti, ha un carattere volitivo e un badante-tuttofare senza scrupoli di nome Ulrich.

Alfio Pallini ha le ore contate.

Verrà ucciso molto presto, avvelenato da un consommé sospetto, stroncato da medicinali in dosi massicce o dall’assenza di una salvifica pasticca, eliminato da un’iniezione letale o da una suora teutonica. O forse no.

Di sicuro, il nostro arzillo paziente – che di pazienza ne ha ben poca – non ha intenzione di restare alla clinica Riposo & Pace a scoprire (e subire) i dettagli.

Prigioniero in una struttura amena e costosa, un nessun dove dotato di tutti i confort e di personale qualificato in maniere sgradevoli e spicce, tra compagni di stanza con il lume della ragione vacillante e che tendono a volatilizzarsi come allucinazioni, pet therapy e nipoti esaspera(n)ti, Alfio si improvvisa artista della fuga e genio del crimine. O forse no, di nuovo.

Perché nel nuovo romanzo di Francesco Recami le carte in tavola cambiano all’ultima frazione di secondo, nulla è ciò che appare e tutto può essere letto da diversi punti di vista – dagli occhi appannati di un anziano che troppo ha visto e molto vorrebbe vedere ancora, dallo sguardo affilato di un Professore più o meno illuminato o dalle pupille rapaci di chi chiama “buona morte” una mossa di marketing altrettanto opportuna.

Vittime e carnefici, carcerieri e reclusi, delirio e lucidità si rovesciano, si confondono e ciascun personaggio può correre, camminare o barcollare su più binari… scombussolando, divertendo e facendo dubitare anche i lettori.

Possiamo fidarci di chi ci tende una pastiglia dal nome impronunciabile, di chi ci offre un piatto di fagiolini lessi, della mano di un familiare che ci accompagna per un tratto e poi ci lascia privi della bussola e pieni di sospetti e timori, con la scusa di aver fatto il nostro “bene”? Medicina e volontà individuale procedono sulla stessa linea?

Con la serie “Commedia nera” l’autore prende in prestito atti e scene, disponendo sul palcoscenico incubi comuni e quotidiani, spettri talmente deformati da risultare quanto mai realistici, debolezze, idiosincrasie e umanità, ma soprattutto regalandoci uno spettacolo grottescamente adorabile e un insegnamento che dovrebbe diventare ministeriale: la risata, in tutte le sue declinazioni, arriva al punto, rivela, devasta, colpisce e seppellisce più di uno tsunami di piagnistei e melodrammi.

Recami Francesco 


Scrittore fiorentino, Francesco Recami pubblica due titoli con Mondadori Education: Assassinio nel Paleolitico e Trappola nella neve (2000). Con Bianca Sferrazzo nel 1998 scrive per Giunti Celti e Vichinghi. Ma la sua popolarità arriva con l’editore Sellerio, e particolarmente con il ciclo di romanzi dedicati al pensionato Amedeo Consonni.

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