La coscienza del male




Sinossi. Zeno, diminutivo di Adriano Zenotti, è un commissario di Polizia della questura di Roma. Viene da una famiglia normale, ha una compagna e svolge il suo lavoro in modo impeccabile. Ma oltre alla passione per gli acquari ha un hobby particolare: uccide. Metodico e riflessivo sa come rendersi invisibile: sa come muoversi, cosa evitare, conosce le mosse dei poliziotti perché è uno di loro. La sua quiete viene stravolta da un caso molto intricato – il rapimento di Tommaso, imparentato con il giudice Casagrande. Questo caso per la prima volta costruirà un ponte tra le sue due vite: quella ufficiale e quella nascosta. Pagina dopo pagina il lettore compie un viaggio nella mente di un mostro perbene: al flusso di coscienza di Zeno si alternano indagini serrate, tra colpi di scena e rivelazioni inaspettate.

 LA COSCIENZA DEL MALE

di Claudia Proietti

Golem 2023

collana Ombre

Thriller, pag.176

 Recensione di Claudia Cocuzza

Se il protagonista di un crime si presenta con queste parole: “Mi chiamo Zeno. E sono un assassino”, che cosa dobbiamo aspettarci?

Potremmo avere a che fare con un thriller o con un noir, e in effetti l’aspettativa, per chi come me ama il chiaroscuro, non viene delusa, ma in La coscienza del male c’è di più:

il nostro Zeno non è un serial killer qualsiasi – okay, ci sarebbe da disquisire su cosa si intende per “serial killer qualsiasi” – perché lui ricopre un ruolo istituzionale da mettere a disagio Stevenson: è un commissario di polizia.

In lui coesistono la Legge e il Crimine, sta al contempo dalla parte dei buoni e da quella dei cattivi, e nessuna delle due personalità è di facciata: Adriano Zenotti è pienamente e consapevolmente commissario e assassino.

Com’è possibile? Ha subito un trauma infantile? È bipolare? È un giustiziere che si muove nel buio?

Niente di tutto questo: Zeno è quanto di più lontano esista dal concetto di “empatia”, per cui non si muove in difesa dei più fragili o per punire qualcuno in particolare. Zeno ha un proprio concetto di ordine e il problema sta tutto qui: chiunque lo turbi va rimosso per riportare il mondo circostante in una condizione di equilibrio. Il suo equilibrio.

Negli anni, le sue carriere – quella di assassino e quella di poliziotto – non si sono mai intralciate; sono proseguite parallele, con piena soddisfazione di Zeno.

Adesso però il commissario ha a che fare con caso che mette in crisi questa stabilità: il rapimento di Tommaso Casagrande, un bambino di otto anni con parentele illustri nei piani alti del mondo della Giustizia.

Adriano sente che, nonostante gli sforzi che sta compiendo come poliziotto, qualcosa gli sfugge ed è a questo punto che prende una decisione, inedita e forse irripetibile: Zeno coadiuverà il commissario Zenotti nelle indagini. D’altronde Zeno è un killer meticoloso, organizzato. Invisibile.

Chi meglio di lui sa come ragiona una mente criminale?

Zeno è un personaggio interessantissimo.

Ha profondità e compiutezza tali che non mi sarei stupita se fosse stato partorito da una grande penna della tradizione hard boiled.

Ha un suo ordine morale di cui rende edotto il lettore a piccoli sorsi, accrescendo la sua aura: per lui ogni cosa, ogni persona, rientra in una categoria e ce ne sono alcune che detesta in modo particolare: i giustificati, i favoriti e i cattivi maestri. Per ognuna dipinge un quadro preciso come una radiografia, tanto che, leggendo, non si può non seguire il suo ragionamento – che è perfettamente logico, non farneticazioni da psicopatico – fino a concordare con lui.

Zeno è in grado di spiegare, secondo un sillogismo ineccepibile, perché non ha mai ucciso una donna né un bambino e perché non esclude di farlo e poi di accudire il suo acquario con quanto di più vicino all’amore possa esistere: questa è un’altra delle sue peculiarità, ovvero associare in maniera scientifica un pesce a ogni individuo.

Vi sfido a indovinare chi è lo Squalo.

Poche note sullo stile dell’autrice, che tuttavia ritengo siano doverose.

La scrittura è asciutta ma non sciatta, anzi: ogni parola è esattamente dove richiede di essere, senza pomposità o virtuosismi che non si addicono né alla storia e neanche al personaggio.

La costruzione della trama è studiata con attenzione, e intendo che tutto non solo procede senza intoppi ma anche con un ritmo tale da invogliare la lettura.

A questo punto so che state pensando che il titolo del romanzo e il nome del protagonista rimandano inequivocabilmente a Svevo e vi state chiedendo se stia sorvolando sull’argomento di proposito; niente affatto: Zeno lo sa perfettamente e lascio che sia lui a rispondere.

Sono il commissario Adriano Zenotti, a pochi noto come Zeno; e se Svevo avesse scritto di me non avrebbe parlato di un tizio in eterno castigo che fuma ogni sigaretta come fosse l’ultima, ma di un uomo che non ha mai avuto il vizio del fumo, eppure apre il pacchetto e fuma con il piacere della prima volta.

Continuerete, ancora e ancora, a non biasimarmi mentre uccido: si perdona sempre chi agisce secondo coscienza.

Anche quando si tratta della coscienza del Male.

Spero di sentire presto parlare di nuovo di Zeno.

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Claudia Proietti


è laureata in Lingue Straniere. Ha pubblicato molto giovane il suo primo
romanzo, L’Alba della notte, un paranormal romance con tinte gotiche. A giugno 2021
viene pubblicata la sua seconda opera, Imprese (im)Possibili di Animali Straordinari (Porto
Seguro Editore), una raccolta di fiabe illustrate sul superamento dei limiti fisici, psicologici
e sociali, i cui ricavati sono destinati alla onlus “Il Viaggio di Leo”, a sostegno delle cure
domiciliari per i pazienti di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di
Roma. A maggio 2022 pubblica 2042 (PAV Edizioni), un fantasy avventuroso ambientato
in un futuro recente tra viaggi nel tempo ed epoche passate.
Sempre a maggio 2022, durante il Salone del Libro di Torino, al suo racconto L’essenza di
Zeno
viene assegnato il premio alla creatività al concorso “Come non uccidere la lettura”
con inserimento nell’omonima antologia edita da PAV Edizioni.

A cura di Claudia Cocuzza  

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