La danza delle anime




 La danza delle anime

di Giorgio Lupo

Sette Chiavi 2023

thriller, pag.322

Sinossi. L’omicidio di un adolescente a poche centinaia di metri dal commissariato lancia la sfida al vicequestore Placido Tellurico, chiamato, ancora una volta, a stanare il male nascosto nella tranquilla cittadina di Termini Imerese. Seguendo il filo delle indagini, Tellurico si imbarca su una nave da crociera, dove la cantante Robertina Taormina celebra il sessantesimo anniversario della canzone “La danza delle anime”. Quando la risoluzione sembra essere vicina, la donna muore sul palco durante l’esibizione, forse per un arresto cardiaco. Tellurico però decide di indagare: la tragedia potrebbe far parte dello stesso disegno criminale che ha portato all’uccisione dell’adolescente nei giorni precedenti. Per Tellurico queste non saranno le uniche sfide da affrontare: l’incontro con la sua ex moglie Federica e quello con Angelica, la seducente nipote della cantante deceduta, lo metteranno a dura prova e accompagneranno la sua discesa negli antri più bui della condizione umana, dove gli spettri del passato e del presente emergeranno, come in una danza, dagli anfratti dell’anima.

 Recensione di Salvatore Argiolas

Il carattere del vicequestore Placido Tellurico è ben rappresentato dal suo nome, calmo e mite all’apparenza, che nasconde una forza della natura con uno spirito guerriero che gli rugge dentro.

Di stanza a Termini Imerese, Tellurico è un segugio che possiede la capacità semiologica di capire i segni, l’aria che tira in un ambiente che tutto sa e che tutto tace e quando si trova ad indagare sullo spietato omicidio di un quindicenne a qualche centinaio di metri dal commissariato, cerca di sondare la criminalità organizzata, tramite il capocosca che malgrado sembri contrariato dice qualcosa di criptico ma che il vicequestore capisce al volo.

Il vicequestore è tornato a Termini Imerese dopo tanti anni a Palermo “dove era u mazzolu: la superstar che i giornali volevano fotografare. Era di lui che parlavano quando la mobile inanellava successi dopo successi, e nell’abbaglio di se stesso aveva scordato come si lavorava in gruppo. Provò un senso di vergogna nel ricordare quanto, in quel periodo, fosse stato una vera testa di minchia: Un pallone gonfiato, che si era sgonfiato pesto. E anche male.”

Un suo sbaglio, infatti, aveva fatto finire all’ergastolo un innocente

e per certi versi , a quella pena, era stato condannato anche lui.”

Quest’indagine superficiale ha colmato di amarezza Placido Tellurico che ora vuole trovare gli assassini del giovane studente senza possibilità di errori, anche per una catarsi personale, ma le piste investigative sono tante visto che il ragazzo aveva una disponibilità economica anomala ed inoltre era un abile hacker.

Seguendo l’inchiesta e su pressioni politiche

“in rappresentanza della migliore società civile” “certo che se per Termini sono una personalità, la città è messa proprio male, concluse tra sé Tellurico.”,

il vicequestore partecipa alla crociera inaugurale della Cruise Central, una nave che dovrebbe far crescere il turismo nel Palermitano e che nella sua tappa d’esordio ospita la grande cantante Robertina Taormina, in occasione del sessantesimo anniversario del lancio della sua canzone più celebre

“La danza delle anime”.

La canzone diventa sia colonna sonora del romanzo, sia struttura portante mettendone in rilievo tematiche e suggestioni, riassunte nel verso più significativo “Gli amori possibili si vivono, quelli impossibili si uccidono…”

Durante il concerto inaugurale Robertina Taormina muore d’infarto di fronte al pubblico entusiasta, “in quella nave dove tutto era costruito per creare l’illusione che la realtà si facesse serva dei desideri di ciascuno”.

La morte della cantante sembra dovuta a cause naturale ma qualcosa insospettisce Tellurico che, da buon segugio, diffida di tutto e di tutti e con pazienza cerca di incastrare la varie tessere di un puzzle che alla fine restituirà un disegno sorprendente dove tanti fili pendenti saranno annodati e tante verità verranno a galla facendo affiorare legami e vicende che affondano le radici negli anni sessanta.

Giorgio Lupo con “La danza delle anime” raffigura una Sicilia vera, credibile, lontana dai cliché e ci regala un investigatore macerato dai dubbi e dagli strascichi delle scelte sbagliate ma non per questo rinuncia a vivere e a cercare di fare al meglio il suo mestiere e porta il genere un pochino oltre i confini soliti.

In questo giallo si intersecano diverse sottotrame gestite con perizia che mostrano la realtà contemporanea senza nascondere gli aspetti più criticabili come la corruzione, le influenza politiche e i consistenti interessi affaristici che opprimono la provincia palermitana ma non mancano inserti umoristici che alleggeriscono la narrazione e la colorano di sfumature intriganti e coinvolgenti.

“La danza delle anime” è uno dei primi libri pubblicati dalla casa editrice Sette Chiavi, specializzata in gialli, che deve il suo nome ad uno dei migliori romanzi di Edgar Wallace, uno dei padri del genere, e a cui facciamo i migliori auguri per una lunga e proficua attività.

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Giorgio Lupo


laureato in Giurisprudenza, è direttore artistico del Termini Book Festival. Con la versione inedita de La danza delle anime ha vinto il premio “Switzerland Literary Prize” ed è stato finalista al “Garfagnana in Giallo”. La tana del polpo (Augh!, 2020), il suo romanzo d’esordio, è stato segnalato al XII concorso “Città di Grottammare”. Il suo racconto Le pietre sanno aspettare è stato pubblicato su Il Giallo Mondadori, mentre all’interno dell’antologia Giallo siciliano (Delos Digital) si trova Le scarpe del santo. Con il racconto A mala corda ha vinto il XLIII premio “Writers Magazine Italia”. Con il racconto I buoni vicini è arrivato terzo al concorso “Giallo Piccante”, organizzato in collaborazione con Il Giallo Mondadori.