La donna dai capelli rossi




Recensione di Mariavittoria Molitierno

Autore: Orhan Pamuk

Traduttore: Barbara La Rosa Salim

Editore: Einaudi

Pagine: 262

Genere: Narrativa

Anno pubblicazione: 2017

Il libro racconta la storia di Cem, un diciassettenne turco che ha il sogno di diventare scrittore, ma viene abbandonato dal padre e, versando in precarie condizioni economiche, è costretto a lavorare per pagarsi gli studi universitari.

Dopo un lavoretto in una libreria, trova un impiego come apprendista da Mahmut Usta, un cavapozzi. Il suo datore di lavoro diventa a poco a poco una figura paterna per lui, quella che non ha mai avuto. Durante questo periodo incontra la donna dai capelli rossi e innamoratosi perdutamente di lei, la pedina, fino a quando non avranno una notte di passione. Il giorno seguente sarà protagonista di un avvenimento che cambierà per sempre la sua vita.

Della trama non voglio dire altro perché è ricca di colpi di scena e molto coinvolgente.

Ci sono molte cose che mi hanno colpito di questo libro. Innanzitutto era la prima volta che leggevo questo autore e mi sono pentita amaramente di non aver cominciato prima; Orhan Pamuk è capace di farti immergere completamente nell’ambientazione e nell’atmosfera tanto che mi sono sentita molto vicina a Cem quando lavorava come apprendista e l’ho accompagnato nei suoi giorni di fatica sotto al sole cocente di mezzogiorno, e poi mi sono rilassata con lui di notte mentre guardava il cielo stellato e i verdi campi sterminati.

Un altro punto fondamentale del racconto è il rapporto padre figlio; Cem fa continui paragoni tra suo padre e Mahmut Usta ed è ossessionato da due opere, la tragedia greca di Sofocle, Edipo re, un mito in cui il re Edipo, inconsapevolmente, uccide il padre e sposa la madre con la quale avrà anche dei figli e dalla storia dell’eroe persiano Rostam del Libro dei Re, che inconsapevolmente uccide suo figlio. Tutto il libro si incentra su queste due storie che accompagnano Cem durante l’arco della sua vita, facendo percepire al lettore un’atmosfera di tragedia e creando una forte tensione che poi sfocerà nel finale magistrale del romanzo.

La donna dai capelli rossi che sembra sparire per la seconda parte del libro, avrà nella terza un’importanza fondamentale, in particolare per il destino del suo amante Cem. Dato che ho fatto studi classici, il paragone con la tragedia di Sofocle mi ha affascinato tanto, ma quello che mi ha colpito di più è stata la capacità dell’autore di rendere moderne due storie così antiche e della tradizione popolare. Ho sempre pensato che non siamo poi così diversi dalle persone che hanno abitato questo pianeta prima di noi ed è come se Pamuk mi avesse dato ragione.

La scrittura è magistrale e consiglio a tutti il libro, sicuramente leggerò molto altro dell’autore e sono contenta di averlo scoperto, anche se tardi.

Orhan Pamuk


È nato nel 1952 a Istanbul. Nel 2006 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Einaudi ha in corso di stampa tutte le sue opere e ha finora pubblicato Il castello bianco, La nuova vita, Il mio nome è rosso, Neve, La casa del silenzio, Istanbul, Il libro nero, La valigia di mio padre, Il Museo dell’innocenza, Altri colori, Il Signor Cevdet e i suoi figli, Romanzieri ingenui e sentimentali, L’innocenza degli oggetti, La stranezza che ho nella testa e La donna dai capelli rossi.