La donna di Brooklyn




La donna di Brooklyn


Autore: Tracey Enerson Wood

Editore: Piemme

Genere: romanzo storico

Pagine: 424 pagine

Anno di pubblicazione: 2022

Sinossi. «E poi faremo l’impossibile. Collegheremo Brooklyn a Manhattan con il ponte più grandioso che si sia mai visto. Diventerà un’unica grande città». Washington, 1864. È un ballo in piena regola quello cui Emily Warren è invitata, anche se la festa si tiene in un ospedale militare, e gli invitati sono soldati infermi, feriti, con le gambe spezzate e il cuore in frantumi. Emily, come altre ragazze, è lì per offrire loro una serata diversa, in cui dimenticare per un attimo la guerra che infuria. Lei che, per il suo paese, vorrebbe fare ben altro. Lottare per le donne, per la loro libertà, per il diritto di voto ancora negato: è questo il suo sogno. Proprio quella sera, però, Emily s’imbatte in qualcun altro che sogna in grande. L’affascinante capitano Washington Roebling sta raccontando del suo progetto meraviglioso: finita la guerra, vorrebbe unire Manhattan a Brooklyn, costruendo un ponte così immenso da essere quasi impensabile. Innamorarsi di lui e del suo sogno è tutt’uno per Emily. Comincia così la storia di una donna straordinaria, che sceglierà di mettere da parte i suoi, di sogni, per seguire quello folle e impossibile dell’uomo che diventerà suo marito. E che, pur essendo una donna, quando lui si ammalerà, prenderà in mano la direzione dei lavori del cantiere più grande al mondo. Sfidare il cielo e le leggi della fisica non ha spaventato Emily Warren Roebling: e questo romanzo ne ripercorre l’incredibile vicenda storica e umana, portando alla luce la figura di una donna troppo a lungo oscurata dall’ombra del marito.

Recensione Stefania Ceteroni 

Da bambina mi sono sempre chiesta come si facessero i ponti e le gallerie. Due curiosità che mi sono portata dietro a lungo e alle quali ho dato delle riposte differenti, a seconda del periodo storico in cui venissero realizzate le due costruzioni. Diversi i tempi, diverse le tecnologie, diversi i materiali.

Leggendo La donna di Brooklyn mi sono immersa in un’epoca piena di sorprese così come tante sorprese ha riservato il personaggio principale, Emily: una donna e un sogno, quello di realizzare il più grande ponte che possa unire Manhattan con Brooklyn. Un sogno che condivide con suo marito, il capitano Whas Roebling.

In un’epoca in cui tanti sono i diritti preclusi alle donne (inimmaginabile che una donna possa seguire i lavori di un cantiere edile in mezzo a tanti uomini così come è inimmaginabile che una donna possa solo immaginare lontanamente di avere diritto al voto), Emily scompiglia le carte in una società che all’inizio fa fatica ad accettarla – con i suoi sogni, le sua ambizioni e le sue capacità – ma che alla fine non può che riconoscere il suo ruolo in un’impresa titanica e non solo.

Emily è una donna innamorata di un uomo e del suo sogno, ma ne coltiva anche di propri, di sogni. Vuole fare qualcosa per essere dalla parte delle donne, per veder loro riconosciuti diritti in quel momento storico preclusi e non si tira indietro davanti ad un impegno formale, in prima linea. Quando, però, il suo ruolo all’interno dell’impresa del marito la pone sotto i riflettori, Emily deve fare una scelta: difendere il sogno suo e di suo marito, lavorando per realizzarlo ma abbandonando i proprio o fare una scelta diversa. Emily, pur affrontando dei dubbi durante il suo cammino, fa la sua scelta senza chiudersi però tutte le porte davanti.

L’autore offre una storia romanzata ma ispirata a vicende vere, offre un periodo storico caratterizzato da ambiziosi progetti, morti sul lavoro, un concetto alquanto rudimentale di sicurezza negli ambienti lavorativi ma anche da nuovi orizzonti che si aprono per il mondo femminile.

Emily è una donna forte che cerca la sua strada anche quando le circostanze non le fanno sconti. Deve combattere contro i pregiudizi, contro i limiti di una società che riserva alle donne un posto di contorno, contro usi sociali che le vanno sempre più stretti.

L’aspetto che più mi ha fatto riflettere è quello legato alle malattie sul lavoro, alla sicurezza sul lavoro. Quello che mi ha dato l’impressione di rallentare la narrazione, invece, è stata la minuzia delle descrizioni di carattere tecnico circa la costruzione del ponte.

A ben guardare, però, abbiamo a che fare con la costruzione del ponte di Brooklyn… se non merita descrizioni approfondite lui, costruito peraltro in un periodo storico lontanissimo dalle tecnologie moderne, chi le meriterebbe, allora?

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Tracey Enerson Wood


Ha girato il mondo insieme al marito militare e ai due figli, e ha lavorato come infermiera e imprenditrice. Nel frattempo, ha continuato a coltivare la sua passione per la scrittura, cimentandosi in opere teatrali, sceneggiature e racconti. Originaria del New Jersey, attualmente vive con la sua famiglia tra la Germania e la Florida. La donna di Brooklyn è il suo primo romanzo.

A cura di Stefania Ceteroni

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