La donna senza nome




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Vanessa Montfort

Editore: Feltrinelli

Traduzione: Enrica Budetta

Pagine: 608

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2021

 

 

 

 

 

Sinossi. Quando la direttrice di teatro Noelia Cid viene incaricata di mettere in scena Sortilegio, opera del celebre drammaturgo Gregorio Martínez Sierra, decide di documentarsi analizzando i testi e le lettere conservati dalla moglie di Gregorio, María Lejarraga. E così, tramite la sua indagine, Noelia non solo si immerge nella complessa relazione tra María e Gregorio, ma fa luce su un mistero che si tramanda da oltre un secolo. Il mistero di un autore che nella sua lunga vita ha scritto più di novanta opere, andate in scena nei principali teatri del mondo, dagli Champs-Elysées a Buenos Aires, a Broadway. Un autore che ha vissuto in prima linea i grandi eventi del secolo passato: la Madrid letteraria degli anni venti, la Parigi della Belle Époque, lesilio durante la guerra civile spagnola, loccupazione nazista della Francia e il glamour degli anni doro di Hollywood. Un autore che ha collaborato con i principali intellettuali dellepoca e ha conosciuto Stravinskij, Sarah Bernhardt, Picasso. Un autore che ha lottato per luguaglianza e per il voto alle donne. Un autore che in realtà potrebbe essere unautrice, finora rimasta nellombra che però ha lasciato dietro di sé una traccia sottile grazie alla quale Noeliariesce finalmente a restituirle un nome. Un avvincente romanzo che parla di amore e disamore, di contraddizioni umane e di segreti. UnOdissea attraverso lEuropa e lAmerica del Ventesimo secolo, per riscattare la figura di una donna poliedrica e geniale, e darle il suo posto nella Storia.

 

Recensione

Cè il teatro in questo romanzo: un teatrino giocattolo, alimentato a sogni e speranze, e veri palchi di legno, polvere e stoffa, al di là e al di qua del mare; persone e personaggi, dialoghi e battute memorabili; il vocio degli spettatori, della critica e della stampa; il colori e gli odori delle scenografie, la croce e la delizia delle prove e lelettricità del debutto.

E la scrittura: dare forma e parole a una storia che altri impersoneranno, faranno propria. Una scrittura che perdura, che resiste, che consola, nutre e preserva, un’arte – un lavoro – che richiede impegno, dedizione e fedeltà: nulla dies sinelinea, diceva Plinio. E che porterà il nome di qualcun altro.

Già, perché La donna senza nome è la vicenda romanzata di una lunga e reale ricerca, la cronaca letteraria di una missione, di una restituzione, di una catena di sorellanza, fantasmi ed energie che stringono un patto silenzioso affinché giustizia per quanto tardiva e parziale, per forza di cose sia fatta.

Da un lato abbiamo Noelia e la sua compagnia che, nel 2018, si trovano a mettere in scena Sortilegio, tragedia sconveniente e incompleta di Gregorio Martínez Sierra, uno dei più grandi drammaturghi spagnoli; dallaltro María de la O Lejárraga, sua moglie, che attraversa un secolo morì infatti sei mesi prima di compiere cento anni di rivoluzioni, guerre, rivendicazioni, esilio, letteratura.

Il ponte tra le due epoche ha le fondamenta in un pettegolezzo si dice che Maria abbia contribuito alla maggior parte delle opere del marito, anzi, che fosse lei la vera autrice poi si fortifica, si innalza grazie alle finestre, alle porte e ai portali che si spalancano… mettendo la scrittrice di ieri e la regista di oggi in una comunicazione e una sintonia che hanno del prodigioso.

Le due compiono i medesimi gesti, toccano gli stessi oggetti, compiono gli stessi viaggi a decenni di distanza, come se una completasse ciò che laltra ha iniziato, come se entrambe fossero appendici, mani e strumenti del medesimo destino.

María ha davvero composto e creato usando la firma del marito?

Per quale ragione e dove sono le prove?

Interrogativi che diventano per Noelia e gli attori ossessione, trascinandoli in un viaggio tra edizioni originali e lettere, poesie, documenti e annotazioni tra le righe, a costo di esserne travolti, di mescolare e sovrapporre identità, di trascurare il copione. Mentre gli spiriti aleggiano compiaciuti e curiosi, seminando briciole e indizi.

Vanessa Montfort compone un romanzo perfetto, in cui ogni tassello si incastra dannatamente e magicamente al proprio posto, le esistenze si intersecano indissolubilmente, tutto trova un meraviglioso e malinconico senso, e anche noi lettrici e lettori sfondiamo la quarta parete e le barriere del tempo, posseduti dalla Belle Époque e dai grandi cambiamenti, andando a braccetto con artisti, intellettuali e figure straordinarie che non possiamo aver incontrato su questa terra, in questa dimensione, ma che possiamo, a buon, ottimo diritto, chiamare amiche e amici. Compagni.

 

A cura di Francesca Mogavero

https://www.buendiabooks.it

 

 

 

Vanessa Montfort


(Barcellona, 1975) è scrittrice e drammaturga. Dopo una laurea in Scienze dellinformazione, ha pubblicato tre romanzi e diretto varie opere teatrali che spaziano dalla commedia al dramma, al musical e al genere fantastico. Dal 2015 dirige la Compañía Teatral Hijos de Mary Shelley, a Madrid. In Italia ha esordito con Donne che comprano fiori (Feltrinelli, 2017), un fenomeno letterario internazionale tradotto in tutto il mondo. Altri suoi titoli pubblicati con leditore Feltrinelli sono: Il sogno della crisalide (2020) e La donna senza nome (2021).

 

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