La famiglia degli altri




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Elena Rui

Editore: Garzanti

Genere: narrativa

Pagine: 252

Pubblicazione: 18 febbraio 2021

Sinossi. La storia di una donna che ha deciso di non conformarsi, ma ha scelto di perdersi per ritrovarsi e ha costruito una famiglia in cui la libertà di ognuno è la prima regola da rispettare. Le convenzioni sociali hanno una sola utilità: offrire un rifugio sicuro quando non si sa bene che cosa fare. La pensa così Marta che, a trentaquattro anni, ha scelto di andare controcorrente, di non seguire i dettami della società e costruire una famiglia anticonvenzionale con il compagno Antoine. A unirli c’è il progetto, ambizioso e sentito, di seguire le orme di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, la coppia aperta per eccellenza. Ispirandosi ai due filosofi, Marta e Antoine credono che l’amore sia la più alta forma di libertà. Proprio per questo non deve conoscere costrizioni, ma esprimersi in un rapporto in cui la fiducia reciproca cancella ogni forma di esclusività e si traduce, prima di tutto, in un’intensa comunione intellettuale. Finora Marta si è detta convinta delle proprie scelte. Ma quando la morte improvvisa di nonna Ada la costringe a lasciare Parigi, dove vive e lavora, e a tornare nella natia Padova, le fondamenta del suo sistema di pensiero iniziano a traballare. Ben presto, tra saluti e cortesie di circostanza, Marta si troverà a fare i conti con una realtà fatta di segreti sepolti sotto una facciata di perbenismo. Segreti che faranno vacillare anche le sue poche e un tempo solide certezze. Perché la verità è che non esistono famiglie ideali e perfette. Ogni famiglia è felicemente imperfetta a modo suo. Con uno stile tagliente, preciso ed elegante, Elena Rui ci consegna il ritratto di una donna fragile e tenace che, senza inseguire false illusioni, prova a cucirsi addosso l’abito esistenziale che le dona di più. Nelle mani dell’autrice, la storia di Marta acquista un respiro universale e si fa paradigma delle trasformazioni che i modelli di famiglia subiscono nel tempo e a cui noi assistiamo ogni giorno. Un esordio di grande impatto ed efficacia che segna la nascita di una nuova intelligente e raffinata voce italiana.

Recensione

“Annotò sul suo cellulare: la famiglia non è niente: corpi che vivono sotto lo stesso tetto’.”

Siamo a Padova, Marta è tornata per il funerale della nonna Ada da Parigi, dove vive da una decina d’anni, si è sposata e ha una figlia di 3 anni e mezzo. La sua vita è un po’ in mezzo a un guado, la nascita della figlia ha dato un bello scossone alla coppia che lei e Antoine hanno costruitosu fondamenta come la libertà di essere, pensare e vivere. A Padova si trova a fare i conti con sé stessa, le proprie idee, i propri dogmi, e quelli degli altri. Scopre segreti che non immaginava, le accadono cose inaspettate: tutto sembra “tramare” per costringerla a mettere tutto in discussione, in particolare le relazioni, i rapporti di coppia, i legami famigliari.

Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre sono il modello di coppia aperta, eppure indissolubile, a cui si sono ispirati Marta ed Antoine, un modello complesso che ha funzionato, pur tuttavia come coppia, mentre ora loro sono diventati una famiglia, non sono più in due, ma in tre.

È forse questa la discriminante? Antoine ha cominciato a mostrare gelosie, lei si dibatte fra gli stereotipi di madre e donna, così complessi e ingabbianti soprattutto nella cultura italiana da cui proviene, si rende conto di alternare amore incondizionato a sentimenti addirittura aggressivi nei confronti di una creatura che richiede cura e attenzioni continue e totalizzanti, mentre lei vorrebbe sentirsi anche donna.

Una volta a bordo, si era sentita leggera, libera, una donna, anzi, una persona che veniva prima della madre, un individuo senza appendici, un essere à part entière, completo e indipendente.Prendere un aereo senza sua figlia, mettere tutti quei chilometri fra loro: era consapevole di averne il diritto, ma non era ancora mai riuscita a trovare il coraggio di farlo da quando era diventata madre. Ripensò a Beauvoir, ai suoi viaggi in Italia, in Spagna , negli Stati Uniti, alle famose foto di lei e Sartres con Che Guevara a Cuba, ai viaggi in Unione Sovietica durante la guerra fredda… (pag.70)

A Padova Marta dovrà fare i conti anche con un amore del passato, un altro modello diverso ancora, dal quale forse era rifuggita, che nuovamente la mette davanti ai propri limiti, alle proprie convinzioni, ai desideri. Le relazioni umane davvero sono così complesse, da richiedere una certa sicurezza nella rigidità di ruoli e di riferimenti preconfezionati?

Se da un lato offrono certezze e rassicurazioni, dall’altro ingabbiano, limitano, tarpano. Cosa è giusto e sbagliato? Qual è la famiglia perfetta, ideale? Esiste una famiglia modello tradizionale? O è invece una trappola ben confezionata?

Sono molti gli interrogativi che Marta si pone nel corso di questo viaggio che non è evidentemente solo fisico, ma quantomai psicologico e affettivo; interrogativi che l’autrice offre a noi lettori, in un romanzo che è denso più di pensieri che di avvenimenti, di domande più che di risposte. A tratti i rimandi alla famosa coppia e agli scritti di Beauvoir rallentano un po’ il passo, ma offrono spunti illustri all’eterno conflitto fra attualità e tradizione, fra libertà e conformismo.

Una bella scrittura, fresca ma non leggera, densa ma non pesante. Bella l’intermittenza fra l’italiano e il francese, quasi una melodia, un canto, un duetto fra lingue romanze della medesima matrice, ma dai suoni diversi. E poi c’è lei, Padova, città così ricca d’arte e luoghi da scoprire, ma così di rado ritratta in letteratura: (è la mia città, ma) per chi non la conosce vale “il viaggio” assieme a Elena/Marta fra le vie del centro storico, l’ampio respiro di Prato della Valle, le Piazze e i colori e umori di una città italiana, che costringe l’individuo a sentire la propria individualità messa in discussione assai di più che non invisibilmente perso nel liquido magma di una metropoli cosmopolita come Parigi.

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Elena Rui


Elena Rui, nata a Padova nel 1980, laureata in lingue straniere, vive in Francia da quindici anni. Ad Albi, Tolosa e Parigi ha insegnato italiano, tradotto e curato redazioni commerciali. A definirla sono soprattutto la passione per la scrittura e la pasticceria, due diversi modi di creare.

 

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