Recensione di Barbara Aversa Pacifico
Autore: Ulisse Saverio Bassi
Editore: Bookabook
Genere: Narrativa
Pagine: 138
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Il libro è una raccolta di storie che nasce da un processo durato circa tre anni, durante i quali ho scritto delle esperienze personali, o quasi. Ogni racconto ha una tematica diversa dall’altro. Possono parlare d’amore ma anche di politica, talvolta di fantascienza ma anche di morte. Tutte le storie sono scollegate una dall’altra, anche se mi sono divertito, alcune volte, a far dialogare a distanza le varie narrazioni, e sta al lettore capire se e dove c’è un riferimento o una piccola citazione. Talvolta sarà ovvio, altre volte neanche il pubblico più attento riuscirà a coglierne la presenza. Il titolo del libro è un po’ particolare e a prima vista incomprensibile, ma fa riferimento ai finali dei racconti, nei quali ho sempre voluto creare delle situazioni particolari o paradossali per disorientare il lettore, ma allo stesso tempo farlo riflettere. E’ estremamente bello, quando si scrive, modificare la storia, ma è ancora più bello , se delusi dalla realtà, cambiare la conclusione.
Recensione
“C’è chi trattiene i propri pensieri tre sè e sè e c’è invece chi si apre al mondo per far vedere una storia, un momento, la propria vita. Ed è proprio la vita il fulcro centrale di quest’opera”.
Tanti racconti, venti per l’esattezza, di questo giovanissimo esordiente. Sono diversi i temi trattati e veloce la narrazione. Si passa dall’amore alla politica all’amicizia fino ai misteri più reconditi ed inspiegabili che caratterizzano l’esistenza.
Nonostante siano tutte storie slegate tra loro c’è un magico filo che riesce ad incastonare le vicende rendendole così vicine, ma forse non abbastanza, da permettergli di sfiorarsi. Perché in fondo la magia si crea proprio quando si possono unire quei puntini invisibili che rendono il quadro d’insieme non casuale, come se il fato fosse lì a ricordare semplicemente che esiste. Il mio racconto preferito è stato ”Ritorno ad adesso“.
È una scrittura lineare e diretta, a tratti acerba, intervallata da gradevoli illustrazioni di una giovanissima disegnatrice che ha rappresentato le fantasie dell’autore. Le immagini riproducono alla perfezione quelle scene che lo scrittore aveva nelle mente e che lei è riuscita impeccabilmente a riprodurre.
E qual è la fine del finale?
Proprio quella che può sempre evolvere nella mente del lettore, in un finale che è sempre soggetto a mutamenti e ad interpretazioni.
L’autore ha deciso di devolvere i proventi del libro in parte alla croce rossa e in parte alla protezione civile.
INTERVISTA
Hai scritto una serie di racconti che parzialmente si sfiorano senza intrecciarsi mai. Questa scelta è stata pensata sin dall’inizio o si è creata strada facendo?
Avevo in mente sin dall’inizio di far dialogare i racconti a distanza. Volevo che il lettore si rendesse conto che la trama delle storie era cambiata ma che alcuni elementi erano rimasti uguali. E’ stato un po’ come un gioco: inserire questi scherzetti e lasciare che fosse il lettore a scovarli.
Stai pensando ad un seguito per i tuoi racconti? Oppure cambieresti genere per il tuo prossimo libro? Quale genere letterario preferisci?
Avevo pensato all’inizio di dedicare ad ognuno dei racconti un seguito. Creare come una sorta di spin-off, approfondire alcuni dei miei personaggi preferiti, ampliare una conversazione lasciata in sospeso in questo primo libro. Purtroppo l’idea si è dimostrata fallimentare poiché i racconti così come sono hanno già un carico emotivo altissimo e ampliarli farebbe perdere loro quel senso di attaccamento che si era creato negli anni. Parlando però di un prossimo libro, ho già cominciato a scrivere il secondo romanzo ma per ora nessuno spoiler. Dico solo che sarà un libro tutto d’un pezzo, non tanti piccoli racconti ma una trama precisa e chiara dall’inizio alla fine. Come genere preferito, devo essere sincero e dire che non ne ho uno preciso. Sono un onnivoro consumatore di libri, ogni genere mi piace a suo modo e non posso dire di prediligerne uno. Se proprio devo scegliere, direi che il genere storico-politico mi emoziona particolarmente, soprattutto quando va a braccetto con la fantascienza direi che raggiunge il suo apice di gradimento.
Quali autori leggi generalmente? Quali sono i tre libri che hai amato di più?
Solitamente leggo Stephen King, di cui ho divorato in brevissimo tempo l’intera collana, e Dan Brown. Come classici ho letto molto di Kafka e di italiano Dino Buzzati. Tutti e tre questi autori che ho appena nominato sono stati fonte di grande ispirazione per scrivere “La fine del Finale”. I tre libri che ho amato di più sono sicuramente “11.22.63” di King, “Lui è tornato” di Timur Vermes e “La svastica sul sole” di Philip K. Dick. Concluderei dicendo che questi tre libri potrebbero essere già un indizio per capire di cosa tratterà il mio prossimo romanzo.
A cura di Barbara Aversa Pacifico
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Ulisse Saverio Bassi
Nato nel 1998 in provincia di Mantova, cresciuto in un ambiente familiare molto stimolante, ha cominciato sin da subito ad appassionarsi alla lettura e alla scrittura. Inizia a scrivere piccole poesie e racconti sin dalla tenerissima età. Nel periodo delle medie abbandona il sogno di fare lo scrittore, soppresso dagli scarsi risultati, ma nel 2015 al Liceo Linguistico Virgilio viene eletto come Direttore del giornale d’istituto. Rimarrà in quella carica per tre anni nei quali, oltre a far fruttare il giornalino, ricomincia a scrivere innumerevoli racconti e storie. Al momento è studente di giurisprudenza internazionale in inglese all’Università degli studi di Trento.