Recensione di Velia Speranza
Autore: Lissa Evans
Editore: Neri Pozza
Traduzione: Serena Prina
Genere: Narrativa Pagine: 320
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Se è vero che «una determinazione invincibile può ottenere qualsiasi cosa», come disse Thomas Fuller, è vero anche che nessuno, più di Matilda Simpkin, detta Mattie, incarna alla perfezione queste parole: ex indomita suffragetta, ha sempre lottato per il diritto delle donne a essere trattate da cittadine alla pari degli altri, non esitando mai a gettarsi nella mischia, quando necessario. Ora, però, le cose sono cambiate. È il 1928 e Mattie sente di assomigliare ogni giorno di più al veterano di una guerra che nessuno più ricorda. Certo, è membro della Lega per la Libertà delle Donne, l’ultima coda delle suffragette, e presta le sue capacità oratorie in una serie di conferenze che dovrebbero chiamare a raccolta le donne. Tuttavia, anziché essere uno squillo di tromba, i suoi discorsi si risolvono in un’occasione di divertimento per il pubblico accorso. Un giorno, però, a una di queste conferenze, si presenta Jacqueline Fletcher. Anni prima Jacko si era battuta al suo fianco nella lotta per l’emancipazione femminile, ma ora, i capelli ingegnosamente ondulati e una stola drappeggiata con cura sull’abito, rivela all’amica che, assieme al marito, sta provvedendo a reclutare giovani donne da unire all’organizzazione dei Fascisti dell’Impero. Mattie si rende conto che è tempo di ritornare alla guerra. Disgustata dalle parole di Jacko, ridiventa un’indomita suffragetta. Forma le «Amazzoni», un gruppo in cui cerca di trasmettere alle giovani donne qualcosa della storia e dei metodi del movimento delle suffragette militanti.
Recensione
Al giorno d’oggi è facile dare per scontati diritti oramai ritenuti fondamentali. Immaginare le nostre esistenze senza libertà di parola o di voto richiedebbe uno sforzo immane. Eppure, basterebbe volgere gli occhi fuori dall’Europa e dal mondo occidentale per ricordarsi che tali diritti non sono stati dati di natura. Tutte le libertà di cui godiamo sono frutto di conquiste, di anni, secoli di lotte e rivendicazioni e la loro grandezza è equiparabile solamente alla loro stessa fragilità. Per questo, è necessario di tanto in tanto ripercorrere le loro tracce.
Lissa Evans fa proprio questo nel suo ultimo libro, rispolverando una parte della storia del femminismo. Non si può negare, infatti, che la libertà delle donne sia oggi al centro di molte polemiche e discussioni, nonché di nuove rivendicazioni. Il movimento Me too è solo un’esempio, quello che ha alzato maggiormente la voce alla fine degli anni ’10 di questo millennio, ma proteste e manifestazioni si innalzano quasi quotidianamente per difendere diritti che ancora vengono messi in dubbio, come quello per l’aborto. La tesi che senz’altro viene maggiormente mossa contro i movimenti femministi odierni è che le donne abbiano già abbastanza diritti e che le vere lotte per la libertà femminile siano finite con le suffragette.
“La guerra di Mattie” mostra chiaramente come tale affermazione sia estremamente falsa. Le suffragette hanno solamente aperto la strada, lottando per ottenere il diritto più importante e fondamentale delle società contemporanee democratiche: il voto. Perché tale conquista, almeno per le donne, non è così cementata o antica come si pensa.
Mattie, la protagonista del romanzo, una donna di quasi sessant’anni che vive in una casa nel mezzo della Brughiera inglese, ha trascorso quasi tutta la sua vita a lottare. Prima per la sua educazione privata, poi per farsi ammettere in un college, infine per essere riconosciuta al pari di un uomo nei suoi diritti in quanto cittadini. In ognuna di queste sue lotte c’è sempre stato un minimo comune denominatore, un motivo che li ha fatti scattare: l’essere donna.
Mattie si è scontrata contro tutti: contro i genitori, che non ritenevano necessario farla studiare; contro il sistema universtario che ammetteva raramente donne e non rilasciava loro un diploma; contro la società che la considera debole, attaccabrighe e sfrontata. Ma ciò che lei vuole, ciò che più brama è solamente la libertà ed il riconoscimento dei propri meriti.
Sarebbe però riduttivo limitare l’intero romanzo a questa sola figura. Per quanto essa ne costituisca il centro e l’attrazione, intorno a lei gravitano una serie di altri personaggi femminili di uguale fascino. Tutte, ovviamente, sono state suffragette, donne che hanno manifestato insieme durante la giovinezza ed hanno subito arresti, detenzioni ingiuste, pestaggi ed offese d’ogni sorta. Ognuna di loro racchiude in sé una storia più ampia che parla del destino riservato alle donne in quegli anni.
IL matrimonio era senz’altro la via più semplice (e quasi l’unica) per poter dare un cambio alla propria esistenza, ma non sempre si rivelava essere felice. Il lavoro era per lo più guidato in percorsi prefigurati, perché non si poteva accedere a tutti gli ambiti. La libertà era solo apparente, perché c’erano ancora comportamenti che venivano considerati inappropriati per le donne.
Dipingendo quadri di storie personali diverse, Lissa Evans non dimentica mai di mostrare il loro lato umano. Come spesso accade con i personaggi storici, infatti, il tempo porta a mitizzare le grandi figure, erodendone via i difetti. Emmeline Punkhurst, Mary Somerville e Florence Nightingale sono senz’altro pietre miliari nella lotta per i diritti delle donne, ma al tempo stesso sono ormai ammantate di una sacralità che le rende lontane ed intoccabili.
Le suffragette di Lissa Evans, invece, sono donne comuni che vivono vite diverse, che soffrono, patiscono, si rialzano, sbagliano, ma che nonostante tutto continuano a lottare. Donne che spesso hanno solo il supporto di altre compagne per poter vivere. La stessa Mattie, pilastro della WSPU e punto di riferimento di donne e ragazze, è così accecata dall’amore per il fratello minore morto durante la Prima Guerra Mondiale, che non ne riesce a vedere i difetti. C’è chi lotta contro l’alcolismo per superare il dolore delle botte del marito, o chi è riuscita ad accasarsi con un’uomo che supporta la sua causa. Addirittura, c’è chi rinenga tutto ciò per cui ha lottato da giovane, in favore di posizioni politiche totalmente opposte.
Attraverso ognuna di loro, attraverso i loro dolori e ricordi, prende forma lo spirto che muoveva le suffragette inglesi nei primi vent’anni del XIX secolo. Chiunque non può che inorridire di fronte alla descrizione delle celle in cui queste donne venivano detenute, delle privazioni a cui erano sottoposte, tutto ciò solamente per far sì che qualcuno sentisse la loro voce.
Come la storia mostra, alla fine ciò per cui le suffragette hanno lottato così tenacemente riesce a realizzarsi. Si tratta, però, solamente della vittoria in una delle tante battaglie che costituiscono la “guerra” presente nel titolo del romanzo. Il diritto al voto è stato solamente il primo passo, lo stesso compiuto dai francesi durante la Rivoluzione del 1789, ma non l’ultimo, perché ingiustizie ed ineguaglianze possono essere ritrovate in molti comportamenti quotidiani. Chiedere perché le suffragette debbano spaccare vetrate per far valere le proprie ragioni, denigrando come assurdi ed inutili comportamenti del genere, è la summa di tali ingiustizie, perché, come ben dice Mattie, “agli uomini è stato concesso di usare lo spargimento di sangue e il disordine per conquistare libertà, e sono stati celebrati […] – mentre le suffragette che con i loro incendi che non hanno fatto del male ad una singola persona, vengono condannate.”
Questo tipo di pensiero, questa disparità nel metro di giudizio, è ancora ciò che persiste nella società moderna. Per questo la “guerra”, la lotta femminista non può ancora trovare fine. Le suffragette non ne hanno dato che l’avvio. Lissa Evans ci esorta a continuare la loro opera.
Lissa Evans
Lissa Evans (pseudonimo di Felicity Kenvyn) è una scrittrice britannica. Pur avendo iniziato la sua carriera nella medicina, continua a coltivare la sua passione per la stand-up comedy e la televisione, fino a che non viene assunta dalla BBC Radio come produttrice di programmi comedy. In seguito ricopre la stessa carica anche per il settore televisivo. Parallelamente, Lissa Evans si è anche dedicata alla scrittura, pubblicando celebri libri per bambini, come “Small Change for Stuart” e “Wed Wabbit”. Il suo ultimo romanzo per adulti, “La guerra di Mattie”, è stato pubblicato da Neri Pozza.
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