La lingua perduta delle gru




Recensione di Fiorella Carta


Autore: David Leavitt

Traduttore: Fabio Cremonesi

Genere: Narrativa

Pagine: 364

Editore: SEM Società editrice Milanese

Anno: 2022

Sinossi. «Insomma, i miei genitori sono liberal. Non saranno certo distrutti». pensa Philip Benjamin, il protagonista di questo romanzo nel momento in cui, a venticinque anni, si appresta a rivelare alla famiglia la propria omosessualità. Sa che il tipo di amore che lui ha scelto di vivere non è convenzionale né facile; ma non vede motivi per costringersi ancora a tenere segreta la sua vera aspirazione, la sua speranza di felicità, perché «qualunque sia la cosa che amiamo, è ciò che siamo». Eppure per Rose e Owen, piccoli intellettuali nella sfavillante New York degli anni Ottanta, la scoperta delle inclinazioni amorose del figlio apre una crepa dapprima sottile, poi sempre più profonda e insanabile, nel delicato equilibrio affettivo familiare, costringendoli a fare i conti con la propria più intima natura, le proprie scelte, le proprie responsabilità. Ma in questo paesaggio desolato, in questo sfacelo di relazioni personali, Philip (e non solo lui) saprà individuare la strada per costruirsi una via sentimentale flessibile, realistica, libera, saldamente ancorata all’autenticità e alla sincerità.

Recensione

 “Qualunque sia la cosa che amiamo, è ciò che siamo”

Non si può prescindere, come nel precedente “Ballo di famiglia” dalla prefazione dell’autore, che ritiene questo suo romanzo, ingenuo come quel giovane uomo che lo scrisse nei primi anni ’80.

Eppure questa ingenuità, questo modo di raccontare con il rossore sulle guance, la pacatezza e la paura per quel nuovo male che iniziava a intimorire il mondo omosessuale, riescono ad abbracciare il lettore, lo attirano nella tenerezza di quel bambino che in assenza di tutto, impara dalle gru e ad esse attorciglia i suoi sentimenti e i suoi timori.

David Leavitt ti fa innamorare della sua scrittura, è uno specchio limpido, privo di graffi e storture, non gira mai intorno ai sentimenti, racconta la loro nascita e la loro dipartita in maniera eccelsa, perché davanti alla verità non c’è bisogno di fronzoli.

La storia di Philip, Rose e Owen ruota intorno ai sotterfugi, ai cliché lasciati lì in bella mostra fino a quando, una folata di vento non li butta giù, frantumandoli per far spazio a verità latenti, malcelate, bende sporche su occhi deboli, miopi.
Le domeniche in cui marito e moglie vivono come entità eparate mi hanno destabilizzata fin da subito, rendendomi conto di essere io stessa incastrata in stereotipi, sentendo una distorsione, una diversità.

Perché chiunque a suo modo, secondo Jerene, scopre ciò che deve amare e lo ama”

Questa scoperta sarà sempre scomoda all’inizio, lo è per Philip, che realizza quanto l’amore possa essere vile nelle sue vesti differenti, lo è per Rose quando nei suoi due uomini vede ciò che ancora, (e non parlo solo di quegli anni, ma anche di oggi) , viene vista come una malattia.

Vedete, Leavitt a un certo punto, quando, come dico sopra, considera il suo romanzo ingenuo, soprattutto per gli autoricontemporanei, pensa che questo suo scrivere e il suo vivere meno sfacciato non siano poi tanto moderni.

L’autore sbaglia, ciò che regala al lettore è quanto di più necessario possa esistere nella letteratura, affrontare, cioè, tutto ciò che adesso sembra passato, ma non lo è, tutto ciò che sembra inserito, accettato e ancora non lo è.

Rose ci insegna che una parola sbagliata all’ interno di un cruciverba, un sinonimo anziché un altro, trovano il loro spazio con lo stesso numero di lettere, ma non collimano con le altre parole. Dovremmo imparare a cercare il giusto incrocio, la giusta prospettiva, altrimenti saremmo solo parole scomode che incrociano la vita altrui cercando di distorcerla per incastrarci come si deve, facendo sentire tutti sbagliati noi compresi, che pur di non sentire la realtà dei fatti costruiamo tappi e ali di cera.

Esistono autori che si sono fatti spazio nel mio essere lettrice, spazio nel cuore, nei pensieri e nel cervello. Leavitt ha creato il suo posto, per la sua capacità di creare immagini vivide e indenticabili, attraverso le sue intense parole.


 

David Leavitt


David Leavitt nato a Pittsburgh nel 1961, è cresciuto in California. Professore di inglese all’Università della Florida, dirige la rivista letteraria “Subtropics”. Tra i suoi romanzi ricordiamo: Il matematico indiano, Eguali amori, Un posto dove non sono mai stato, Mentre l’Inghilterra dorme, Il decoro. Tutte le sue opere sono in corso di pubblicazione da SEM, che ha curato la nuova traduzione di Ballo di Famiglia (2021). 

Acquista su Amazon.it: