La lista degli stronzi




Recensione di Loredana Gasparri


Autore: John Niven

Editore: Giulio Einaudi Editore

Collana: Einaudi. Stile libero big

Traduzione: Marco Rossari

Genere: Narrativa moderna e contemporanea

Pagine: 240

Anno di pubblicazione: 14 luglio 2020

Sinossi. Anno 2026. Ivanka Trump è appena diventata il primo Presidente donna degli Stati Uniti. In un’America preda di un conservatorismo sfrenato – dove l’aborto è illegale e la xenofobia è alle stelle – Frank Brill scopre di avere un cancro con un’aspettativa di vita di sei mesi al massimo. Solo e senza piú niente da perdere, c’è un’unica cosa che vuole fare prima di tirare le cuoia: eliminare le cinque persone sulla sua «lista degli stronzi». Fino ad arrivare, una vittima dopo l’altra, al bersaglio dei bersagli: l’ex Presidente Donald J. Trump. Parte satira politica, parte thriller compulsivo, La lista degli stronzi ci mostra come il mondo di oggi rischi di lasciarci un’eredità fatta soltanto di odio, sopraffazione e intolleranza. A meno che, come Frank, non ci si rimbocchi le maniche per farsi giustizia da soli...

Recensione

Come titolo, non lascia tanti dubbi. E l’originale inglese, The F*ck-it List, aggiunge ancora un qualche carattere definitivo di vaff… insomma, oltre alla chiarezza, qui c’è un certo quantitativo di esasperazione. Scendiamo a Schilling, Indiana, e immediatamente ascoltiamo il responso di una visita medica appena effettuata dal personaggio, Frank Brill. Cancro. E uno di quelli che non lascia porte sul retro: qui si esce e basta.

Quanto tempo di vita rimane ancora? Forse sei mesi. Al diavolo! (beh, il personaggio è stato un po’ più colorito) Contrariamente a quanto ci aspettiamo, Frank Brill non pensa minimamente alla possibilità di curarsi ancora, o di lottare per rovesciare in qualche modo questa sentenza. No. Ha altro da fare che non aggrapparsi a futili speranze e azioni a vuoto.

Ha un progetto ambizioso e definitivo. Anzi, ha una lista, il risultato di ricerche, meditazioni, riflessioni e tanto lavoro. Una lista di cinque nomi, che scandiscono cinque momenti della sua vita, cinque chiavi che hanno messo in moto gli eventi che hanno contribuito a plasmare e a privare la vita di Frank. È tempo di riportare le cose in equilibrio.

Stiamo facendo la conoscenza di un serial killer?

No, tutt’altro. Frank Brill è il prodotto finale di una certa piccola borghesia che si costruisce da sé tramite il lavoro e tutti i riti ad esso collegati: la birra dopo l’orario con i colleghi, soprattutto nelle occasioni in cui tutto filava liscio, la carriera costruita pezzo per pezzo grazie all’applicazione, lo studio. Le casette con il giardino, il box e la macchina, la famiglia a casa a riscaldare la vita. Da garzone fattorino del giornale cittadino, in cui lo stesso padre lavorava come tipografo, Frank Brill diventa direttore passando tutte le tappe di carriera, con chiarezza e onestà. Una vita specchiata, insomma. Dal punto di vista sentimentale, forse un po’ irrequieto: tre mogli, qualche tradimento, due figli.

Una vita normale, un personaggio normale, insomma. Ma sappiamo che Frank Brill vuole farsi giustizia da solo. Che cosa si è rotto, al punto di trasformare un pensionato malato in un sicario? La morte stessa. Quella delle tre mogli e dei due figli. Nessuna delle tre è stata una morte naturale… soprattutto quella dell’ultima moglie, che avviene con il figlio di appena sei anni. E nemmeno quella delle altre, delle due ex mogli e della figlia avuta con la prima, nonostante possa sembrare il brutto risultato delle concatenazioni pesanti della vita, si può catalogare come normale.

Frank Brill intravvede uno schema al di sotto, fatto tutto di calcoli e di probabilità, quelli che iniziano con l’espressione: se non fosse andata lì, allora non sarebbe avvenuto quellooppure, se lo stronzo di turno non avesse fatto le scelte che ha fatto, allora non ci sarebbero state quelle conseguenze. E di stronzo in stronzo, Frank arriva al primo, a quello che ha dato il via a tutto quel vortice di dolore che ha sconvolto la sua vita.

Il libro è un racconto incalzante, vivacissimo e condito di ironia e precisione, di come Frank persegue i suoi obiettivi. E come supera gli ostacoli: non gli va sempre liscia. Non è un sicario, né un assassino, ma tira fuori doti di freddezza e di ragionamento davvero invidiabili. Lo ammirerete. E intorno a lui, vedrete quello che John Niven descrive: un’America talmente spaventata dalle diversità che ospita dentro di sé, da finire per odiarle tutte. Apparentemente il rispetto, l’essere conciliante e l’accoglienza, il famoso melting pot del passato sono ormai un ricordo. Ora la separazione, l’intolleranza, la prevaricazione camuffata da giustizia, il controllo esasperato in sorveglianza senza freni, l’ignoranza e la legge dei predatori sembrano essere la nuova normalità.

Annotatevi l’anno di ambientazione del libro: 2026.

Non è poi così lontano. E i Trump nominati nella storia sono quelli veri… e anche il ruolo di ex-presidente di Donald Trump è pure reale, stando ai risultati delle elezioni fresche di questi giorni. Ivanka non è il successore, in questa realtà, e nel libro non si fa menzione di pandemia, ma la verosimiglianza della sfiducia e della paura è ben presente, ed è ben lontana dall’essere stata superata.

A cura di Loredana Gasparri

https://www.delfurorediaverlibri.it

 

John Niven


 è nato a Irvine, Ayrshire, Scozia. Ha lavorato per anni nell’industria discografica, contribuendo probabilmente a mandarla a catafascio. A volte ritorno (Stile Libero 2012, Super ET 2015) è stato un caso editoriale ed è ormai un romanzo di culto. Per Einaudi ha pubblicato anche Maschio bianco etero (2014 e 2015), Le solite sospette (2016 e 2017), Invidia il prossimo tuo (2018 e 2019), Uccidi i tuoi amici (Stile Libero 2019, Super ET 2020) e La lista degli stronzi (2020).

 

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