La lista nera




Recensione di Anna Sonatore


Autore: Harlad Gilbers

Traduzione: Angela Ricci

Editore: Emons

Genere: Thriller

Pagine: 440

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Dicembre 1946, l’inverno più freddo del secolo. A Berlino comincia faticosamente la ricostruzione. Riaprono teatri e cinema, ma viveri e combustibile scarseggiano, e la battaglia per la sopravvivenza è quotidiana. Tra cumuli di macerie e muri pericolanti, l’unico a prosperare è il mercato nero.Per tenersi alla larga dal fuoco incrociato degli Alleati, l’ex commissario Oppenheimer non è rientrato in servizio e, seduto a una scrivania dell’Ufficio Ricerche, smista le schede  delle persone scomparse.A stanarlo dalla routine è il colonnello sovietico Askasov che lo recluta per scagionare un  funzionario comunista accusato di un brutale omicidio. Dietro ai bidoni della spazzatura è stato infatti ritrovato un cadavere con dei nomi incisi nella carne. È solo la prima vittima e Oppenheimer dovrà rintracciare il sottile filo insanguinato che lega una serie di feroci delitti agli orrori del passato

Recensione. Berlino, dicembre 1946. La guerra è finita ma non l’oscurità che circonda il popolo.

Il freddo la fa da padrone su uno scenario già desolato, e con esso la fame, ormai una compagna fedele. Hitler è stato sconfitto, la Germania ormai è stata invasa dagli alleati, alleati che una volta posizionati si riveleranno totalmente inutili alla popolazione che con tante speranze erano lì a attenderli.

In questo scenario di devastazione totale, nel quale il mercato nero era l’unica via d’uscita per tirare avanti. Essere in possesso di una singola sigaretta, significava baratto, significava cibo. Mentre si combatteva per andare avanti, altri eventi scossero il paese. L’ex commissario Richard Oppenheimer, lavora da sei mesi all’ufficio ricerche del settore americano di Berlino, ebreo, sfuggito ai campi di concentramento.

Verrà travolto da un’indagine, insieme all’ispettore Billhardt,  nonostante ormai lui sia solo un civile. Il corpo privo di vita di un uomo verrà trovato nudo, in bocca della carta carbonizzata, la pelle ricoperta di nomi, una lista.

Il caso non è isolato, infatti sarà un susseguirsi di ritrovamenti, qualcuno senza un’apparente logica stava commettendo una serie di omicidi senza lasciare nessuna traccia se non la sua firma, un uomo alato. Chi c’è dietro tutto questo ha dalla sua parte mesi di organizzazione e nulla da perdere.

Perché quei nomi? Qual è il suo scopo?

Domande che tormenteranno Oppenheimer. Venirne a capo sembra impossibile, un vortice di bugie e omissioni porteranno le indagini di continuo in vicoli ciechi. Più si avvicineranno alla verità e più saranno travolti da frustrazione e confusione.

Un libro che cattura e ci punisce dandoci una chiara immagine di quello che la guerra si è lasciata dietro. Si percepisce tutto il “vivere o morire” di quei tempi. La guerra aveva reso molti i fantasmi di loro stessi. Sguardi vuoti, occhi vitrei.

Seminò paura, orrore e morte, e in questa opera si potrà conoscere quello che venne raccolto. Vendetta, rabbia e odio.

Harald Gilbers


(Monaco di Baviera, 1969) ha studiato letteratura inglese e storia moderna e contemporanea. Prima di diventare regista teatrale, ha lavorato come giornalista delle pagine culturali e per la televisione. I suoi gialli sono tradotti in francese, polacco, danese e giapponese. Il primo romanzo della serie dell’ex commissario Oppenheimer, Berlino 1944. Caccia all’assassino tra le macerie (pubblicato da Emons nel 2016), ha vinto il Glauser Preis 2014, uno dei più importanti riconoscimenti per i gialli in Germania, mentre il secondo romanzo, I Figli di Odino, ha ottenuto in Francia il Prix Historia 2016.

 

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