La lunga notte di Parigi




Recensione di Stefania Ceteroni


Autore: Ruth Druart

Editore: Garzanti

Genere: narrativa storica

Pagine: 480 pagine

Anno di pubblicazione: 2021

Sinossi. Nulla può spezzare l’amore di una madre. È una lunga notte a Parigi. La città dorme quando si ode un sussurro gridato. Un sussurro che dice: addio. Potrebbe sembrare la fine di una storia, invece è solo l’inizio. Jean-Luc stringe tra le braccia il piccolo Sam, che la madre, con il dolore nel cuore, gli affida ancora neonato per salvarlo da un infausto destino. Siamo nel 1944 e Jean-Luc, che lavora per le ferrovie francesi, sa che i treni in partenza da Parigi hanno come unica destinazione i campi di sterminio tedeschi. Ha anche provato a sabotare alcuni convogli, ma senza successo. Per questo accetta di prendere con sé Sam: non ha potuto salvare altri bambini, salverà lui. Ma Jean-Luc sa che restare in città è troppo pericoloso. Il nemico è ovunque. Deve scappare dove esiste ancora una possibilità di essere liberi, quindi decide di partire con la moglie e il piccolo per l’America. Insieme costruiranno una famiglia. Perché così si sentono anno dopo anno. Fino a quando, un giorno, qualcuno bussa alla loro porta. I genitori di Sam sono sopravvissuti, lo hanno cercato senza sosta per anni e ora vogliono riabbracciarlo. Una madre e l’uomo che ha salvato suo figlio si trovano uno di fronte all’altra. Ma il confine tra giusto e sbagliato, tra legami di sangue e legami di affetto è labile come l’ultima luce che indora la Senna sul far della sera. Un esordio venduto in 25 paesi che dalla stampa è stato definito un libro essenziale. Un romanzo che invita a non dimenticare gli orrori del nazismo, le scelte sofferte, le famiglie distrutte dalla guerra e dalla violenza degli uomini. Un romanzo che, all’ombra di una delle città più affascinanti al mondo, racconta un’atroce pagina della storia mondiale. Un romanzo che, dietro la magia di un affetto sincero, dà voce a una verità che cambia ogni cosa. Perché quando il mondo è capovolto, anche un gesto d’amore può avere conseguenze imprevedibili.

Recensione

La lunga notte di Parigi è un libro che tocca le corde del cuore.

Il periodo storico è uno dei più dolorosi: siamo nel 1944, gli orrori della seconda guerra mondiale sono sotto gli occhi di tutti anche di coloro che, volenti o nolenti, si trovano a vestire i panni di collaborazionisti pur non avendo alcuna intenzione di farlo. È il caso di Jean-Luc che lavora alle manutenzioni delle ferrovie francesi e che sa benissimo che quelle ferrovie che lui contribuisce a tenere in funzione servono per portare alla morte migliaia di persone, migliaia di ebrei stipati all’interno di quei vagoni che i tedeschi tentano di far passare inosservati.

È anche il caso di Charlotte che lavora in un ospedale in cui finiscono coloro che necessitano di essere curati, tedeschi soprattutto. Entrambi hanno maturato la voglia di ribellarsi, di fare qualche cosa, qualsiasi cosa per mettere i bastoni tra le ruote a quei mostri che si liberano di esseri umani con la facilità con cui si liberano degli oggetti. Ma non è facile. Ribellarsi è rischioso, ne va della propria pelle e di quella della propria famiglia.

Quando, però, Jean-Luc si trova tra le braccia un fagottino caldo e tremante lasciatogli da Sarah, una donna che sa di essere destinata alla deportazione, la sua vita ha una svolta definitiva e, con lui, anche quella di Charlotte che si trova davanti alla stessa scelta che farà quel giovane conosciuto poco tempo prima e con il quale si è subito trovata in sintonia.
Ho capito subito che sarebbe stata una storia dolorosa.

Come può non essere dolorosa la scelta di una donna che, pur di salvare suo figlio da morte certa, rinuncia a lui lasciandolo tra le mani di uno sconosciuto? Come può non essere dolorosa la decisione di sfidare tutto e tutti per poter salvare una vita in un contesto così pericoloso, pur non avendo legami di sangue con quell’esserino indifeso? Due madri che si trovano in posizioni differenti ma che hanno fatto, sia l’una che l’altra, una scelta d’amore.

L’autrice rende alla perfezione gli orrori di quel periodo storico che ha segnato la Francia (così come altre nazioni) lasciando un segno profondo in quella terra ma, soprattutto, nel corpo e nell’anima dei francesi. Perché se è vero che gli ebrei hanno avuto il trattamento peggiore e che i sopravvissuti ai campi di concentramento hanno portato per sempre i segni delle violenze subite, anche coloro che ebrei non erano si sono trovati a fare i conti con un conflitto sanguinoso e con la consapevolezza di cosa accadeva sotto ai propri occhi. E neanche questo si dimentica.

In questo contesto ha inizio la storia di Sam. È lui il frugoletto che viene partorito da una donna che ben presto sarà portata via a forza, con suo marito, dai tedeschi. È suo quel corpicino che Jean-Luc si trova tra le braccia senza rendersi nemmeno conto, sulle prime, di ciò che questo voglia dire per lui.

Ha così inizio la storia di due madri – una biologica e l’altra che ha cresciuto i ragazzino con amore – che si trovano a fare i conti con una realtà dolorosa ma anche la storia di due uomini che fanno i conti con una diversa faccia della stessa medaglia: la privazione dei primi anni di vita dell’unico figlio e l’improvviso dover fare i conti con la realtà nel momento in cui  i genitori naturali reclamano quel ragazzino.

Sam ha nove anni quando la sua vita viene sconvolta. L’autrice riesce a rendere alla perfezione la sua sofferenza, il suo smarrimento, la sua disperazione così come riesce a rendere perfettamente la personalità degli altri personaggi principali.

Una storia dolorosa, straziante a tratti, commovente fino alla fine. Una storia di scelte difficili, sempre e comunque scelte d’amore. Un esordio davanti al quale non posso che dare merito all’autrice di aver dato un importante contributo affinché non si dimentichi ciò che è stato e affinché si rifletta sulle conseguenze che la guerra ha portato anche al di fuori delle mura dei campi di concentramento.

Gran bel libro. Storia che non dimenticherò.

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com

 

Ruth Druart


Ruth Druart è cresciuta sull’isola di Wight e ha studiato psicologia alla Leicester University. Vive a Parigi dal 1993, dove ha intrapreso una carriera nell’insegnamento. La lunga notte di Parigi è il suo libro d’esordio.

 

Acquista su Amazon.it: